ARTE - Al pittore e incisore vercellese Victor Nomin il trofeo Palma d'oro per le arti visive di Monte Carlo

Nelle sue opere si respira l’aria metafisica di architetture urbane essenziali fatte di mistero e silenzio

Cultura e Spettacolo

26/09/2024

Vercelli Città

“Inquadrature emblematiche di paesaggi urbani che attraversano la luce e armonizzano nei chiaroscuri notturni fino all’evocazione della sintesi segnica efficace e lineare. Una descrizione della realtà partecipata ed emozionale, con le sincere interpretazioni che incoraggiano la visione di formule architettoniche intuitive”.

Con questa motivazione lo scorso 7 settembre a Monte Carlo una giuria internazionale ha assegnato al pittore e incisore vercellese Victor Nomin il premio biennale trofeo “La palma d’oro per le arti visive” Monte Carlo – Principato di Monaco – edizione 2024, con l’opera “Notte serena” rappresentativa dell’ispirazione dell’Artista, in una dimensione dello spirito che si allontana dal mondo reale per rincorrere un miraggio di serenità, oltre il segno per entrare nel sogno.

Victor Nòmin ha studiato all’Istituto Belle Arti di Vercelli acquisendo una notevole preparazione accademica, approfondendo il disegno e le varie tecniche della pittura col maestro Cesare Cerallo e dell’incisione frequentando le lezioni di Armando Donna che lo introduce negli ambienti artistici del postfuturismo e della metafisica del novecento italiano e gli fa conoscere maestri del calibro di Mario Sironi, frequentazioni queste che grande influsso avranno sulla sua maturazione ed evoluzione artistica.

Nelle opere di Nomin si respira l’aria metafisica di architetture urbane essenziali fatte di mistero e silenzio, arcate che custodiscono segreti, torri slanciate, riflessi sull’asfalto bagnato, un sole malato, un’umanità dolente: immagini ormai al confine della fantasia, sfumate tra mito, leggenda e utopia, forme e colori, simboli e fantasia, tutto è verità, tutto è illusione.

E’ un mondo ricreato dal genio dell’artista oltre il reale, un mondo dove tutto è sospeso tra di dialoghi muti e situazioni surreali, stabilendo con l’osservatore un rapporto di attesa di un evento sconosciuto che sta per compiersi.