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ARCHIVIO DI STATO DI BIELLA - Inaugurazione mostra documentaria “Era un gran deposito di carte”                  

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, una mostra per raccontare documenti, archivi ed archivisti

BiellaOggi

In occasione delle “Giornate Europee del Patrimonio” (European Heritage Days), la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa, promossa dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea, l’Archivio di Stato di Biella inaugura una mostra documentaria presso la sua sede, nel pomeriggio di domenica 24 settembre.

L’evento sarà occasione per presentare i nuclei di documenti che la famiglia La Marmora ha donato all’Archivio di Stato di Biella lo scorso anno e che vanno ad integrare il complesso archivistico già presente in Archivio di Stato da circa 50 anni: quello relativo alla famiglia Ferrero della Marmora.

I nuovi fondi, prodotti dalle due generazioni successive a quella dei famosi generali risorgimentali (famiglie di Tommaso Ferrero della Marmora e Maria Luisa d’Harcourt e di Enrichetta Ferrero della Marmora e Mario degli Alberti), permettono di conoscere altri protagonisti della nota famiglia biellese, vissuti in epoche più vicine a noi.

Attraverso le numerosissime lettere presenti all’interno dei fondi, scambiate nel corso degli anni tra i membri della famiglia ed amici, conoscenti, esponenti del mondo politico e culturale dell’epoca, è possibile conoscere aspetti della loro vita personale, così come della loro carriera e vita sociale.

“Tra queste lettere un carteggio in particolare ha attirato la nostra attenzione: – spiegano la direttrice dell’Archivio di Stato di Biella, Silvia Sette, e l’archivista Samuela Cupellola corrispondenza tra Mario degli Alberti e l’archivista Filiberto d’Emarese. Più di duecento missive, manoscritte, hanno permesso di approfondire un aspetto spesso poco conosciuto quando si parla di archivi: il lavoro di riordino e di descrizione. Chi accede alla nostra sala di studio, come in quelle degli altri Archivi di Stato, ha a disposizione, nella maggior parte dei casi, strumenti di ricerca che permettono un più facile reperimento dei documenti di interesse”.

Ma come si arriva alla nascita di questi strumenti? Quale lavoro c’è dietro? Attraverso i documenti in mostra proviamo a rispondere a una domanda che ci viene rivolta spesso: “cosa fa un archivista?” curiosando nel lavoro svolto, a partire dai primi del ‘900 per circa 20 anni, dal barone Filiberto d’Emarese su incarico di Mario degli Alberti.

Attraverso il carteggio tra i due, scopriamo gli aspetti puramente teorici, ma anche quelli pratici del lavoro di riordino, fino ad arrivare al progetto dei mobili e dei contenitori, e c’è spazio anche per episodi curiosi e aneddoti inaspettati!

Il lavoro svolto da Mario e Filiberto ha fatto sì che la totalità delle carte fino ad allora conservate nell’antica dimora di famiglia al Piazzo fossero ordinate e descritte per mantenere “in vita” la memoria di cui sono portatrici, a vantaggio di tutta la comunità.

Ed ecco che la mostra si collega al tema scelto quest’anno, a livello europeo, per le Giornate Europee del Patrimonio: Patrimonio InVita (Living Heritage): il patrimonio archivistico mantiene in vita quella che è la memoria di un territorio, di un paese, di una comunità.

La mostra verrà inaugurata domenica 24 settembre 2023, tra le 14,30 e le 18,30, con visite guidate gratuite a cura del personale dell’Istituto alle ore 15:00, 16:00 e 17:00.

La mostra resterà poi visitabile, ad accesso libero e gratuito, durante le settimane successive negli orari di apertura dell’Archivio di Stato di Biella, esclusivamente previa prenotazione, fino al 30 novembre 2023.

 

Per ulteriori informazioni:

Archivio di Stato di Biella – Via Arnulfo, 15/A – 13900 Biella (BI)

tel. 015 21805 – as-bi@cultura.gov.it – www.asbi.it

Facebook: https://www.facebook.com/archiviodistatodibiella/

Instagram: https://www.instagram.com/archiviodistatodibiella/

 

L’Archivio di Stato di Biella

Gli Archivi di Stato sono istituti periferici del Ministero della Cultura istituiti nei capoluoghi di provincia.

Hanno il compito di provvedere alla conservazione dei documenti degli uffici periferici dello Stato unitario e degli archivi degli stati preunitari fin dall’Alto Medioevo, degli archivi notarili anteriori agli ultimi cento anni e degli archivi degli enti ecclesiastici e delle corporazioni religiose soppressi, i cui beni vennero confiscati dallo Stato.

Possono ricevere in deposito archivi di enti pubblici, regioni, province, comuni, altri enti e acquisire a vario titolo archivi privati, di famiglie, di persone, di impresa, di istituzioni.

Alla funzione della conservazione propria degli Archivi di Stato si aggiungono e collegano altre attività: l’ordinamento degli archivi e la compilazione dei relativi mezzi di corredo, inventari, indici, elenchi di consistenza, guide particolari e tematiche che rendono possibile e facilitano la consultazione dei documenti; l’assistenza ai ricercatori in sala di studio e le ricerche per corrispondenza; la tutela degli archivi degli uffici statali; le edizioni di fonti; la promozione, la didattica e la formazione in campo archivistico; le iniziative di ricerca scientifica e di valorizzazione dei documenti anche in collaborazione con altri istituti culturali presenti sul territorio.

Il 29 aprile 1967, dando corpo in parte al progetto di un “archivio del Biellese” pensato da Quintino Sella e da altri tra fine dell’Ottocento e primi decenni del Novecento ma mai realizzato, fu istituita la Sezione di Archivio di Stato di Biella, divenuta istituto autonomo nel 1998.

La prima sede fu in palazzo Dal Pozzo della Cisterna in Biella Piazzo, dove fino ad allora aveva avuto sede, l’Archivio notarile.

Da qui si traslocò, nella primavera del 1998, occupando la sede attuale sul lato nord del Chiostro di San Sebastiano.

Primo direttore fu Giovanni Praticò cui subentrò nel dicembre 1968 Antonio Castellari.

Dal maggio 1969 all’aprile 1998 diresse l’ufficio Maurizio Cassetti. Divenuta Biella provincia, l’Archivio acquistò autonomia il 24 maggio 1997.

L’anno successivo la direzione fu affidata a Graziana Bolengo, che la mantenne per quasi 20 anni.

Nel 2016 subentrò Elena Rizzato.

Dal 2019 al 2023 l’incarico di direttore è stato ricoperto da Stefano Leardi.

Attualmente, l’Istituto è diretto da Silvia Sette.

 

Redazione di Vercelli

 

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