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MUSEO LEONE - “Ritorno a casa. Il cofano ritrova smalto”. Importanza del recuperare il rapporto di identificazione tra i cittadini e il patrimonio culturale        

Il Direttore e il Conservatore di Palazzo Madama parlano dell’avvicinarsi della conclusione del progetto di crowfunding

Vercelli Città

A Vercelli, al Museo Leone, nel corridoio delle Cinquecentine, il Presidente del Museo, Gianni Mentigazzi, ha presentato l’incontro dedicato all’ormai prossima conclusione del progetto di crowfunding: “Ritorno a casa. Il cofano ritrova smalto”, riguardante l’acquisto da un antiquario parigino di cinque preziosissimi smalti di Limoges, che decoravano il retro del “cofano di Guala Bicchieri” conservato a Torino, capolavoro del gotico europeo, rinvenuto nella muratura dell’abbazia di Sant’Andrea, durante i lavori di restauro della chiesa ad opera di Carlo Emanuele Arborio Mella agli inizi del XIX secolo.

La cassa fu acquistata nel 2004 dal Comune di Torino, con il concorso del Comune di Vercelli e della Regione Piemonte che si unirono in “cordata” per rilanciare l’offerta presentata dal Museo del Louvre, ed ora è esposta permanentemente tra le collezioni di Palazzo Madama.

In omaggio proprio al tema della “restituzione”, la messa di Natale del 2004 in Sant’Andrea fu celebrata con l’eccezionale ritorno del cofano, che poi fu esposto al Museo del Duomo, in attesa della riapertura di Palazzo Madama nel 2006.

Tra 2016 e 2017 i due cofani, quello di Palazzo Madama e quello del Museo Leone, unica opera del Cardinale conservata a Vercelli, risalente agli anni Venti del Duecento, acquistato da Camillo Leone nel 1883 sul mercato antiquario – come ha fatto notare Luca Brusotto, Direttore del Museo – si incontrarono per una importante mostra tra Parigi e Torino dedicata alle oreficerie limosine.

Nel 2019 il cofano torinese fu esposto all’Arca nella mostra dedicata alla Magna Charta.

Giovanni Villa, Direttore di Palazzo Madama, ha aperto l’incontro partendo da una riflessione di Plinio sulla lettura che ogni generazione ha fatto del proprio presente, ponendo il problema della “trasmissione della memoria”, cui fanno riferimento gli articoli 9, 33 e 118 della Costituzione e rifacendosi alla Convenzione di Faro, ovvero il diritto al patrimonio culturale.

Villa ha ricordato che: “La Convenzione ci incoraggia a riconoscere che gli oggetti e i luoghi non sono, di per sé, ciò che è importante del patrimonio culturale. Essi sono importanti per i significati e gli usi che le persone attribuiscono loro e per i valori che rappresentano. Nel caso di Palazzo Madama, ciò è particolarmente evidente come si legge nella targa apposta nell’aula del Senato Subalpino prima, italiano poi, in cui si riaffermò e svolse lo Statuto Albertino, furono suscitate le tre guerre d’indipendenza, si preparò e sancì l’unità nazionale, si costituì il Regno d’Italia e si proclamò Roma capitale. E’ un luogo che riassume la storia d’Italia e d’Europa perché qui il 18 ottobre 1961 fu firmata la Carta sociale europea, un trattato del Consiglio d’Europa che riconosce i diritti umani e le libertà e stabilisce un meccanismo di controllo per garantirne il rispetto da parte degli Stati aderenti. E’ anche il luogo che ha ospitato l’edizione 2023 del Forum delle città: Insieme per città verdi e giuste”.

Villa ha concluso sottolineando come, tra il 1999 e il 2019, si sia perso più patrimonio storico-artistico di quanto accadde durante due guerre mondiali: “C’è stato un decremento di conoscenze tecniche, di conservazione, di comunicazione, che ha interrotto il rapporto di identificazione tra i cittadini e il loro patrimonio. Quel circolo virtuoso va recuperato. La storia del cofano che parte da Vercelli, è conservato a Torino, del quale sono state individuate cinque preziose staffe per ricomporlo, è l’occasione per farlo, ricreando sensibilità, interesse e attenzione verso il proprio patrimonio culturale”.

Simonetta Castronovo, Conservatrice delle collezioni di arti decorative di Palazzo Madama, ha presentato: “Ritorno a casa. Il cofano ritrova smalto”, crowdfunding civico, una forma di finanziamento collettivo che coinvolge cittadini, istituzioni pubbliche e organizzazioni nella raccolta di fondi per progetti che mirino a migliorare la comunità o il territorio locale. Questa forma di partecipazione dal basso, già adottata da diverse amministrazioni locali, vede un concreto coinvolgimento da parte dei cittadini e consente di trovare le risorse necessarie per finanziare progetti dall’elevato valore civico”.

La studiosa ha coinvolto il numeroso pubblico presente nell’appassionante “viaggio” che ha condotto ad identificare i cinque preziosi pezzi, nobilitati creando un motivo decorativo a stella con un fiore al centro, che appartenevano alla collezione di Julien Chappèe (1862 – 1957), appassionato di medioevo, che fu donata al Louvre nel 1971, come appartenenti al cofano di Guala Bicchieri, conservato a Palazzo Madama.

Proponendo alcuni raffronti sui pochissimi cofani coevi, decorati con smalti limosini, sopravvissuti al tempo – quello del Metropolitan Museum di New York, l’ensemble di alcuni frammenti erratici conservati al Louvre, provenienti da un perduto cofanetto, il cofanetto del Museo Leone, quello conservato in Pennsylvania, le Coffret de Saint Louis del Louvre, e quello che fa parte del tesoro della cattedrale di Acquisgrana, gemello, ma di qualità inferiore di quello di Torino – Castronovo ha mostrato un’immagine tridimensionale virtuale, creata per far vedere come saranno riposizionate le staffe sul retro del cofano.

L’obiettivo è quello di raccogliere cinquantamila euro entro Natale: la ricerca di fondi per l’acquisto delle “staffe” ha avuto tra i “testimonial” anche il Professor Alessandro Barbero.

Finora quarantunomila euro sono pervenuti da cinquecentosessantuno donatori: “Speriamo di farcela: celebreremo questo ritorno con una grande festa”.

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo