Il 16 marzo è la Giornata Internazionale dei Macachi, organizzata in tutto il mondo per la prima volta nel 2016 contro il maltrattamento sui primati non umani.
I macachi sono il genere di primati a più ampia diffusione dopo l’uomo, a cui sono così simili da essere chiamati anche “il piccolo uomo”. Le loro dimensioni infatti sono inferiori a quelle dell’uomo e spesso molto piccole: la lunghezza del corpo può variare da 40 a 75 cm e il peso da 2,5 a 18 kg.
Sono diffusi in larga parte dell’Asia: dall’Afghanistan alla Cina, dall’India al sudest asiatico al Giappone. Inoltre una specie (Macaca sylvanus, detta comunemente bertuccia) vive nell’Africa nord-occidentale, come unica specie di macaco superstite in quel territorio. I macachi hanno tanti tratti in comune con gli esseri umani, in quanto a comportamento, intelligenza e linguaggio. Il più grande segno di questa grande somiglianza è l’amore delle madri di specie macaco per i loro piccoli, e l’amore dei piccoli macachi per la loro mamma. Eppure essere così simili agli esseri umani, paradossalmente non è una tutela ma una condanna per i macachi.
Purtroppo i macachi sono spesso vittime di maltrattamento, sfruttamento e uccisione proprio a causa della loro somiglianza con gli esseri umani.
Oltre a subire i danni di una massiccia deforestazione, sono al centro delle attenzioni dei trafficanti di specie esotiche, pronti a piazzarli sul mercato illegale degli animali da compagnia o da sfruttamento.
I macachi, che sono scimmie molto intelligenti, vivono spesso una vita tra gabbie e catene. Vengono strappati alle loro madri, sfruttati per la raccolta delle noci di cocco, inseriti nei circhi, usati per gli esperimenti nei laboratori di ricerca (soprattutto cerebrali).
Tanti gli esperimenti sui cervelli di queste creature, dall’Italia con gli studi sui neuroni, alla Cina dove addirittura sono stati impiantati geni umani nel loro cervello. Esperimenti che la comunità scientifica stessa non ha tardato a definire pericolosi e contro l’etica, oltre che inutili. A essere contrari agli esperimenti sugli animali non sono infatti solo associazioni animaliste e cittadini, ma anche scienziati e organizzazioni internazionali di medici (vedi, ad esempio, la Limav in Italia).
Per la scienza contraria alla sperimentazione su creature, gli esperimenti sugli animali sono un danno per la ricerca stessa, non solo un problema etico e di coscienza: sperimentare sugli animali, disponendo oggi di metodi di valutazione di gran lunga più affidabili, significa sperperare immense risorse, causare immense sofferenze inutili agli animali e un ritardo irrecuperabile nella ricerca.
Con la giornata mondiale dei macachi si chiede la fine del loro sfruttamento e il rispetto per queste creature così speciali e vicine agli esseri umani. Una richiesta che viene soprattutto dall’Italia, dove l’opinione pubblica è da tempo contraria agli esperimenti sui macachi. Famoso il caso dei macachi di Parma, Alan e Larry, diventati simbolo di libertà e rinchiusi ancora nei laboratori dell’università parmense. Dopo anni di proteste per chiedere la loro liberazione e la fine degli esperimenti sui primati, la battaglia per salvare Alan e Larry non si ferma. Le associazioni animaliste scenderanno di nuovo in piazza insieme ai cittadini per chiedere la loro salvezza, per l’evento dal nome “la marcia della libertà”.
L’appuntamento è giorno 20 marzo ore 14.30 a Parma in Piazza della Pace.
La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui vengono trattati gli animali, diceva Gandhi. “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”, perchè la pace inizia da noi stessi.
Redazione di Vercelli