VercelliOggi
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La Parrocchia ed il suo Oratorio sempre punto di riferimento e coesione sociale, oltre che spirituale

VERCELLI - Mons. Eusebio Viretto, da "Vice" a "Bio", una vita nell'amore ai giovani, a Dio ed alla sua Chiesa - Oggi in Cattedrale l'ultimo saluto ad un Sacerdote che rese straordinariamente fecondo il suo "sì" alla Chiamata - La sua esperienza pastorale nata nella collaborazione con la profetica figura di Don Nicola Rulla - IL VIDEO E LA GALLERY

Quella parte di Vercelli sorta attorno al grande Nosocomio, laboratorio pastorale, alle prese con nuove soluzioni urbanistiche e modelli inediti di convivenza civile

Hanno parlato di lui soprattutto le lacrime che solcavano i volti di tante persone, tra le tantissime che questa mattina, 29 ottobre, sono convenute a Vercelli in Cattedrale per l’ultimo saluto a Mons. Eusebio Viretto, Parroco della parrocchia intitolata al Santissimo Salvatore e Canonico del Duomo.

La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo; con il Vicario Generale, Mons. Stefano Bedello, il Presbiterio diocesano pressochè al completo.

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Una vita, quella di Don Eusebio, interamente donata a Dio e spesa per i giovani e per la Chiesa eusebiana, che ha profondamente e senza afasie amati di un amore sincero, discreto e profondo.

Impossibile rintuzzare i ricordi, anche personali, che inevitabilmente oggi si affacciano.

La sua esperienza pastorale si è in gran parte inverata nella Parrocchia di San Salvatore che, non soltanto in ambito ecclesiale, ha rappresentato ed ancora oggi in parte rappresenta uno spaccato sociologico di un quadrante della città che nasceva e poi ri-nasceva, tra il 1937 (l’ha ricordato anche Mons. Marco Arnolfo nel corso della splendida omelia che si può riascoltare nel filmato messo a repertorio) e gli anni del Secondo Dopoguerra.

Parrocchia che ha vissuto ed in qualche modo “tenuto insieme” il tessuto sociale nel momento di una nuova urbanizzazione, cresciuta più spontaneamente che programmata, soprattutto nel contesto di quella che si sarebbe poi sempre chiamata “zona Ospedale”, sorta attorno al grande Nosocomio inaugurato nel 1962.

Una  realtà composita e plurale, che sperimenta anche per la prima volta l’arrivo a Vercelli di famiglie provenienti dal Sud Italia, l’osmosi tra ceti sociali differenti capaci di originare, con l’equilibrio possibile, una borghesia ed un ceto medio che si sarebbero riconosciuti naturalmente nell’ambiente e nelle opere parrocchiali, di cui era sintesi e, ad un tempo, ispiratore persino profetico nella sua smisurata e sapiente carità, una personalità del tutto superiore all’ordinario come il parroco del tempo, Don Nicola Rulla.

In quell’ambiente parrocchiale crebbe il giovane don Eusebio (in calce al testo una breve sintesi biografica) che subito ebbe un ruolo centrale nell’organizzare l’Oratorio, insieme alle insostituibili Suore “Pianzoline” (Suore Missionarie della Regina della Pace, la Congregazione fondata da Don Francesco Pianzola a Sartirana Lomellina); ne ricordiamo due, Suor Fiorangela e Suor Emma, purtroppo non sovvengono ora i nomi delle altre, ma i volti e le parole restano di tutte indelebili nel nostro cuore.

La parrocchia, l’oratorio, la comunità delle Consacrate si rivelarono ben presto anche capaci di svolgere una funzione essenziale, non soltanto per i profili assistenziali, comunque importanti (perchè i bisognosi erano comunque molti, anche negli anni del boom economico e quando sorgevano come funghi i condomini che ancora oggi abitiamo), ma anche e soprattutto per la loro capacità di ascolto, di mediazione, di assistenza spirituale.

L’esperienza pastorale di Don Eusebio nasce e si forma lì, dove si sarebbe, per il disegno di una Provvidenza sempre misericordiosa anche quando i suoi disegni sono ai nostri occhi misteriosi, conclusa poco prima dell’alba di questo 27 ottobre.

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Oggi abbiamo udito, tra le testimonianze portate in Duomo, ricordare dalla giovane Silvia Trinchitella (con lei Patrizia Jorio, Gabriele Concina, Tommaso Di Lauro) il suo “nick name” coniato affettuosamente per lui dai ragazzi, animatori, catechisti, in quest’ultimo e non breve tratto della sua vita: “Bio”.

E’ l’ultima sillaba del nome Eusebio.

Ai primi tempi del suo servizio in Oratorio, con Don Rulla, di cui era Vice Parroco, lo chiamavamo semplicemente “Vice”.

Tra Vice e Bio, una vita spesa per noi e per la Chiesa.

Non solo per noi, naturalmente: come abbiamo detto, la sua biografia contempla anche l’esperienza di Parroco a Casaleggio ed incarichi diocesani.

Abbiamo visto come, quella sorta di laboratorio sociale e, certo anche, sociologico che fu la parrocchia di San Salvatore a Vercelli, abbia avuto un ruolo a nostro avviso determinante nel suscitare nel giovane sacerdote una sensibilità particolare per i problemi dal mondo del lavoro, della marginalità sociale, dell’accoglienza e dell’integrazione.

Ne ricordiamo le pacate, ma appassionate e mai improvvisate riflessioni in seno alla Commissione diocesana per la Pastorale del mondo del lavoro, le cui riunioni si tenevano un tempo presso l’Istituto delle Suore di Loreto.

Dove dispensava un vero e proprio magistero della carità un altro “gigante” della Chiesa eusebiana, come Suor Rosalia Morello.

Carità esigente, perché chi avesse mai pensato di portare in quella sede interventi rimediati, senza che fossero preceduti da uno studio attento della dottrina sociale della Chiesa, non avrebbe evitato tirate d’orecchie caritatevoli, sì, ma severe.

Nel corso dell’omelia di Mons. Arnolfo si può ascoltare come Don Eusebio, nel giorno precedente la sua dipartita, avesse preparato un indirizzo di saluto proprio per la festa d’inizio anno catechistico, prevista per domenica mattina.

Anche questo un segno di rispetto e di affetto: amava prepararsi, non voleva riservare ai suoi ragazzi, né a nessun altro, cose improvvisate, tanto meno all’inizio di un nuovo percorso educativo.

Ci sia permesso, infine, ricordare – leggi qui –  dopo gli anni giovanili,

quando in Via Parini lo chiamavamo “Vice”, il momento dell’inaugurazione della attuale sede di VercelliOggi.it, nel dicembre 2013, quando lui acconsentì volentieri a benedire i nostri locali, condividendo con noi un momento lieto.

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Ma ecco qualche nota biografica, come messa a fuoco stamane da Mons. Giuseppe Cavallone.

Don Eusebio nasce a Moncrivello il 16 novembre 1945.

All’età di 11 anni entra nel Seminario minore diocesano, che è proprio nello stesso paese.

E’ ordinato Sacerdote il 18 maggio 1971.

Dal 1970, ancora Diacono, al 1979 è Vice Parroco di San Salvatore.

Dal  1980 al 1987 è Parroco di Casaleggio (Novara).

Dal 1987 al 1992 è Vice Rettore del Seminario Maggiore di Vercelli.

Dal 1 novembre 1992 ad oggi è Parroco del SS. Salvatore a Vercelli.

Dal febbraio 2021 è Canonico del Duomo.

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