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LIONS CLUB VALSESIA - Alfredo Conti racconta il “Suo” Sahara        

La serata ha coinvolto il pubblico facendolo viaggiare e sognare nell’immensità del deserto

Alfredo Conti, Presidente del Gruppo Folkloristico borgosesiano, che è stato anche Presidente della Fanfara Militare della Brigata Alpina Cadore, è un viaggiatore, ma soprattutto un conoscitore dei deserti nord africani: “Il Sahara dietro l’angolo”, che ha raccontato ai soci del Lions Club Valsesia, attraverso una carrellata fotografica commentata.

Il deserto del Sahara è delimitato a est dal Mar Rosso e si estende ad ovest fino all’Oceano Atlantico. A nord, il confine settentrionale del deserto del Sahara è il Mar Mediterraneo, mentre a sud termina nel Sahel, politicamente è diviso tra Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Mauritania, Mali, Niger, Ciad e Sudan, ed è quanto di più diverso si possa immaginare: “Non è affatto un luogo desolato, grigio, polveroso, ma un enorme spazio, grande come metà dell’Europa, dove la natura ha dato il suo meglio sotto tutti gli aspetti e sotto tutte le forme. Oggi le carovane sono state sostituite dai camion, ma la grandezza del paesaggio, incorniciata da cieli inarrivabili, è difficile da descrivere, perché distribuita su una tavolozza di colori unica”.

Nelle immagini scorrevano dune di sabbia altissime, scolpite dal vento: “Fare sci sulle dune è un’esperienza fantastica”, ma ci sono anche altopiani rocciosi che emergono in alcune regioni e interrompono il mare di sabbia con formazioni geologiche uniche. La maggior parte del paesaggio del deserto del Sahara è stato modellato nel tempo dal vento e comprende dune di sabbia, mari di sabbia, chiamati erg, altipiani di pietra arida, pianure di ghiaia, valli aride e saline.

Nel deserto del Sahara vivono i tuareg, un gruppo etnico, tradizionalmente nomade, unici per la tranquillità e la purezza dello sguardo, grandi forgiatori e cesellatori d’argento: oggi si registrano densità umane dell’ordine di uno o due abitanti per chilometro quadrato, per un totale di 9-10 milioni di abitanti e il principale animale del Sahara rimane il dromedario: senza di lui, l’uomo non avrebbe potuto assolutamente vivere”.

Conti ha spiegato che un’esperienza di viaggio nel deserto è principalmente introspettiva, porta ognuno a guardare dentro se stesso ed a confrontarsi con l’immensità della natura: “Tutto lì è al massimo: naturalmente è richiesto un minimo di spirito di adattamento per dormire sotto le stelle, chiusi in un buon sacco a pelo. Nel Sahara non ti senti mai sporco e non si è mai propagata un’epidemia”.

Sfatando un luogo comune molto diffuso Alfredo Conti ha spiegato che le oasi sono vere e proprie città, quasi tutte presidi militari.

La missione Berliet-Ténéré, del 1959-1960. fu una spedizione in due fasi attraverso il Sahara, organizzata dal costruttore di camion Berliet per dimostrare la capacità dei suoi mezzi di percorrere vasti spazi deserti.

Essa fu il supporto di una spedizione geografica e scientifica e furono collocate mille “balises” cartelli segnaletici, che ancora oggi servono come punti di riferimento.

Il sale viene prodotto nel Sahara da oltre 2500 anni: poiché è essenziale per la salute, il sale del Sahara è probabilmente la materia più preziosa che le carovane trasportano attraverso il deserto.

Nelle regioni calde e secche, le persone e gli animali perdono sale attraverso il sudore. Se non ingeriscono sale, rischiano stanchezza, crampi e nei peggiori casi la morte.

Il sale è usato anche per conservare e insaporire i cibi.

Conti ha accennato anche alla straordinaria esperienza di Charles Eugène de Foucauld, visconte di Pontbriand, in religione fratel Carlo di Gesù, un religioso francese, esploratore del deserto del Sahara, studioso della lingua e della cultura dei Tuareg.

Il 13 novembre 2005 è stato proclamato beato da papa Benedetto XVI e il 15 maggio 2022 è stato canonizzato da papa Francesco.

Nel 1916 costruì, intorno all’eremo di Tamanrasset, un fortino per proteggere la popolazione dai predoni.

Nello stesso anno, il 1 dicembre, proprio durante un loro assalto, perse la vita.

Al termine della serata l’oratore ha espresso il desiderio di tornare presto nel deserto: “I viaggi erano stati sconsigliati dopo l’uccisione di Gheddafi, perché gli ergastolani arruolati nel suo esercito erano liberi nel deserto e assalivano le carovane. Per affrontare il viaggio meglio scegliere i mesi da metà novembre a fine febbraio, ma è necessario aver ben chiaro dove sei e dove vai, premunendosi con scorte di acqua e viveri sufficienti e soprattutto si deve sempre andare con qualcuno che sa dove ti porta”.

La serata ha coinvolto il pubblico facendolo viaggiare e sognare nell’immensità del deserto e all’oratore, con il guidoncino del Lions Club Valsesia, è stato donato un libro fotografico sul Sahara.

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Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume