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NURSIND REGIONE PIEMONTE - Carenza personale - Il Veneto approva un piano strategico di contrasto alla carenza e stanzia 150 milioni di euro in tre anni per incrementi salariali al personale    

Adesso tocca al Piemonte se non vuole restare la regione meno attrattiva del nord e perdere ulteriore personale a scapito dei servizi e delle condizioni di lavoro

PiemonteOggi, Regione Piemonte

Riceviamo e pubblichiamo

Lanciamo un accorato ulteriore appello ai vertici della nostra Regione – dichiara Francesco Coppolella, segretario regionale del NurSind – affinché possa seguire i nostri suggerimenti che ricalcano in qualche maniera il percorso intrapreso dalla Regione Veneto. Questo, se vuole trattenere i propri professionisti e garantire per i prossimi anni la tenuta dei servizi.

Diamo una risposta concreta al problema della carenza di personale, si legge dalle dichiarazioni del Presidente della Regione Veneto, attraverso un piano strategico con misure che intendano rendere più attrattiva la regione sul fronte della sanità.

Una Legge Regionale che stanzia 150 milioni di euro per i fondi destinati al personale.

In considerazione dell’assenza di un piano di intervento da parte del governo a cui spetterebbe affrontare questa grave situazione è esattamente quello che abbiamo chiesto durante il primo incontro in Regione dopo le elezioni e che avevamo anticipato attraverso una lettera aperta al Presidente della Regione e al neo Assessore alla Sanità, prevedendo quella che si delinea come una inevitabile competizione tra le regioni che devono provvedere a tenere aperti i servizi e dare risposte ai bisogni di salute ai cittadini.

Numeri, quelli della Regione Veneto, sovrapponibili a quelli del Piemonte con una previsione di uscite dal sistema sanitario regionale molto elevato, sia per quiescenza che per dimissioni precoci dal lavoro a fronte di una generale diminuzione dell’ attrattività dei corsi di laurea , con una contrazione del numero delle domande a cui si aggiunge la fuga verso l’estero.

Abbiamo già detto infatti che nel giro di questa legislatura il Piemonte, considerando le sole uscite per pensionamento rapportato alle eventuali nuove entrate, avrà qualche migliaia di infermieri in meno rispetto ad oggi a fronte di una maggiore necessità di personale in considerazione dei nuovi bisogni di salute che dovranno realizzarsi attraverso la riforma territoriale.

Questo si somma già ad una carenza di circa 4000 unità portato alla luce dall’osservatorio regionale.

Se in Veneto si stima che nei prossimi 10 quasi il 50% del personale potrebbe cessare la propria attività, secondo quanto afferma l’assessore di quella regione, in Piemonte potrebbe andare addirittura peggio.

Nella nota inviata al Presidente della Regione e all’Assessore alla sanità invitavamo inoltre ad istituire una commissione straordinaria per la carenza di personale infermieristico e/o una unità di crisi che possa mettere in atto interventi e azioni per contrastare il fenomeno, dalle dimissioni precoci , alla mancata attrattività , alle aree disagiate, ai frontalieri ma anche al benessere lavorativo poiché è senz’altro una questione di salari bassi ma anche di condizioni di lavoro inaccettabili.

Anche in questo caso la Regione Veneto ha fatto passi in avanti secondo quando si legge, infatti a tale scopo una delibera ha predisposto un Piano Regionale di contrasto alla carenza di personale del Servizio sanitario di durata quinquennale.

Tra le iniziative più importanti volte ad investire sulla forza lavoro esistente, il Piano prevede l’attuazione di strategie al fine di costruire un ambiente organizzativo incentrato sul benessere del personale e su minori livelli di assenteismo e turn over, e ottenere nel medio e lungo periodo ricadute positive nella cura del paziente.

Per provare ad arginare questa situazione che si prospetta drammatica per la tenuta dei servizi – conclude Coppolellaè necessario infatti incidere sui salari in primis ma anche sulle condizioni di lavoro che devono tornare ad essere dignitose oltre che sicure, cercando di assicurare quel benessere che ormai manca da tanto tempo.

Dopo la vicina valle d’Aosta che ha incrementato gli stipendi attraverso una indennità di attrattività, adesso arriva questa iniziativa del Veneto che punta anch’esso ad incrementare i salari per rendere attrattiva la Regione.

Se poi nella vicina Francia e Svizzera si guadagna meglio e ci sono migliori condizioni di lavoro e anche la Lombardia offre opportunità migliori, il Piemonte rischia di trovarsi maggiormente depauperato di risorse poiché nessuno vorrà venirci e molti vorranno andarsene. Attendiamo risposte e ci auguriamo che presto ci venga presentato un piano strategico.

Come aspettiamo risposte su ulteriori importanti aspetti, in assenza delle quali faremo sentire presto la nostra voce”.

Francesco Coppolella – NurSind Piemonte -Segreteria Regionale

 

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Redazione di Vercelli

Posted in Salute & Persona