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Dalla diocesi di Ivrea ha partecipato Mons. Pietro Agrano, accolto con affetto

VERCELLI - "Vengo a voi da pellegrino" - Conquista il popolo di Dio convenuto in Cattedrale per la Solennità del Patrono Sant'Eusebio, l'omelia di Mons. Michele Tomasi, Vescovo di Treviso - Invitato dall'Arcivescovo Mons. Marco Arnolfo, il Presule ha saputo richiamare efficacemente l'attualità della testimonianza del Protovescovo - IL VIDEO CON L'OMELIA INTEGRALE E ALTRI MOMENTI DELLA CELEBRAZIONE - 

Hanno animato la Liturgia la Cappella Musicale Eusebiana, diretta da Mons. Denis Silano e l’orchestra Camerata Ducale, diretta dal Maestro Guido Rimonda.

Sono bastate le prime cinque parole della propria bella omelia, a Mons. Michele Tomasi, Vescovo di Treviso, per conquistare la simpatia della tanta gente convenuta in Duomo, a Vercelli, per la solennità di Sant’Eusebio, primo Vescovo della diocesi e del Piemonte, Patrono della regione piemontese.

Lo possiamo ascoltare nel video che abbiamo messo a repertorio per i nostri Lettori, che avranno tanti buoni motivi per ascoltare e riascoltarlo.

Le prime parole sono state “Vengo a voi da pellegrino”.

Il tratto umile e cordiale ha costituito da subito la cifra dell’incontro del Presule con la diocesi.

Mons. Tomasi è diventato noto, ultimamente, in tutta Italia per avere ospitato la Settimana Sociale dei Cattolici, evento che ha concorso ad organizzare anche nelle fasi preparatorie che hanno riguardato le scelte di prospettiva, dei temi da trattarsi: dal 3 al 7 luglio i delegati di tutte le diocesi italiane hanno discusso su:

”Al cuore della democrazia”, tema che è risuonato anche nell’esposizione udita oggi in Duomo.

Esposizione – come abbiamo visto – che ha posto al centro l’insegnamento di Eusebio certo concepito per le chiese cui egli si rivolgeva dall’esilio di Scitopoli.

A questo proposito anche quest’anno si è vissuta di nuovo la bella tradizione di offrire la lettura di un brano dalla II Lettera di Protovescovo alle Chiese di Vercelli, Ivrea, Novara, Tortona.

La lettura (che è anch’essa integrale nel nostro video) è stata a cura del Prof. Renato Uglione, uno dei massimi studiosi di S.Eusebio a proposito del quale la diocesi, ma si può senz’altro pensare ad un impegno che vedrà coinvolte tutte le diocesi piemontesi, si prepara a celebrare i 1.700 anni dal Concilio di Nicea (325) che condannò l’eresia ariana.

Ne riparleremo presto.

Dunque, un incipit umile e, così, certo idoneo a suscitare una immediata attenzione di cui – se è permesso celiare – c’è stato bisogno perché le successive parole sono state quelle di un intellettuale a tutto tondo, oltre che di un Pastore e, pur rilevandosi l’impegno a ricercare la semplicità nell’esposizione, bisogna riconoscere che oggi si sia udita un’omelia davvero per “palati fini”: sicchè il video permetterà di ascoltare e riascoltare questa lezione davvero istruttiva e capace di estendere il campo dell’analisi, come seguendo cerchi concentrici, dalla figura e dalla testimonianza di Eusebio ai valori che da esse promanano a confortare la società di oggi.

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Società che, nonostante gli effetti di derive individualistiche, è costitutivamente, quasi antropologicamente generata dalla vocazione originaria a vivere insieme, nella forma di quella città che è il primo approdo di Caino, alla ricerca del proprio domani, un futuro generativo, così come un figlio: sicchè quella prima città si chiama come il figlio, Enoch.

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La testimonianza di Eusebio insegna la sollecitudine del Pastore che è, certo, Pastore della Chiesa, ma che conosce bene come la dimensione del servizio e della carità, per essere autentica, debba essere rivolta a tutti gli uomini e le donne che ci sono compagni nel tempo che ci è dato di vivere.

Così la dimensione comunitaria, se è propria del cenobio istituito perché la Chiesa sia organizzazione fondata sull’esperienza della solidarietà nel ministero ordinato, diventa veramente feconda se non elude il vincolo e la prospettiva della ulteriore condivisione sociale.

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Non poteva certo mancare, nell’esposizione di Mons. Tomasi, un accenno all’esperienza della Settimana Sociale appena conclusa; ha rappresentato l’idea di una Chiesa capace di dire: ci siamo, siamo vivi.

Così accade quando si sta e si progetta insieme, quando non ci si chiude ciascuno nel proprio angolino.

Anche per costruire quella democrazia che, prima ancora di essere una forma di governo, è la forma di un desiderio.

Il desiderio di vivere insieme, volentieri e non perché costretti. Sperimentandola come luogo della libertà in cui tutti sono rispettati, tutti sono custoditi, tutti sono protagonisti.

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La Santa Messa Pontificale, cui hanno preso parte tante autorità civili e militari, è stata concelebrata da Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli con il Vicario Generale Mons. Stefano Bedello e con i confratelli Mons. Franco Lovignana, Vescovo di Aosta e Presidente della Conferenza episcopale piemontese, Mons. Gianni Sacchi (Vescovo di Casale Monferrato), Mons. Roberto Farinella (Biella), Mons. Gabriele Mana (emerito di Biella), Mons. Luciano Pacomio (emerito di Mondovì) e, naturalmente, da molti Sacerdoti e non solo del Presbiterio diocesano.

Alcuni provenienti dalla Chiese richiamate dalla Lettera di Eusebio: dalla Chiesa di Ivrea è arrivato, accolto con calore, Mons. Piero Agrano, Canonico della Cattedrale.

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Hanno magistralmente animato la Liturgia la Cappella Musicale Eusebiana, diretta da Mons. Denis Silano e l’orchestra Camerata Ducale, diretta dal Maestro Guido Rimonda.

 

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