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FESTIVAL GENI ORGANISTI DEL XIX SECOLO - II EDIZIONE - Terzo appuntamento: Conferenza-concerto “Alla scoperta dell’organo ottocentesco italiano”      

L’evento è promosso dall’Associazione Organistica Del Canavese - ETS (AODC)

PiemonteOggi, Regione Piemonte

Prosegue con il terzo evento in programma il festival musicale “Geni organisti del XIX secolo” (seconda edizione), promosso dall’Associazione Organistica Del Canavese – ETS (AODC) con l’intento di omaggiare i numerosi esponenti della letteratura ottocentesca italiana in ambito organistico, coreutico e strumentale, nonché di valorizzare i pregevoli organi storici presenti in Canavese e sul territorio limitrofo.

Si terrà infatti sabato 18 maggio alle ore 21, presso la chiesa parrocchiale di Settimo Rottaro, la conferenza-concerto “Alla scoperta dell’organo ottocentesco italiano”, a cura dell’organologo Adriano Giacometto e dell’organista Matteo Saverio Grasso, con la collaborazione di Antichi Organi del Canavese e di Settimo nel Cuore.

La serata, a ingresso libero, vedrà alternarsi interventi di carattere tecnico e musicologico con esempi timbrici ed esecuzioni di brani all’organo, all’insegna di una guida all’ascolto dinamica e trasversale.

In programma composizioni per organo e trascrizioni di autori italiani del diciannovesimo secolo, tra cui Padre Davide da Bergamo, Petrali, Mercadante, Bellini e Rossini.

A seguire una visita guidata allo strumento in cantoria per gli interessati.

Protagonista sarà il pregevole organo Fratelli Serassi 1832, giunto ai nostri tempi pressoché integro, conservando la quasi totalità delle caratteristiche costruttive e sonore originali.

Tra i numerosi strumenti dell’epoca presenti in Canavese, si tratta sicuramente di uno dei più interessanti e rappresentativi di un secolo, quello dell’Ottocento, in cui l’organo in Italia assunse le connotazioni di un vero e proprio strumento da concerto, oltre che tradizionalmente liturgico: sotto la forte influenza della musica operistica in voga in quegli anni, gli organi nelle chiese italiane vennero infatti dotati di registri, colori e accessori (tra cui ad esempio campanelli, percussioni ecc.) volti a imitare l’orchestra e la banda, con un unico esecutore, l’organista per l’appunto, capace di comandare queste complesse macchine sonore.

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Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo