“Il Prefetto di Vercelli, Lucio Parente, ha incontrato ieri una delegazione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (composta dal Segretario nazionale per il Piemonte, Vicente Santilli, e dal Vicesegretario Regionale SAPPE, Mario Corvino) per una analisi delle problematiche e criticità della Casa circondariale e del personale di Polizia Penitenziaria che in essa lavora. Presenti all’incontro anche il Provveditore regionale penitenziario ed il Comandante di Reparto del carcere cittadino”. A dare la notizia è una nota dell’Ufficio stampa del SAPPE.
Alla data dello scorso 31 marzo, la Casa circondariale aveva, a fronte dei circa 230 posti letto regolamentari, 315 detenuti presenti, dei quali 141 gli stranieri. 28 le donne ristrette.
“Le tematiche affrontate sono state tante – spiegano i sindacalisti –sovraffollamento della struttura, carenza degli organici di Polizia Penitenziaria che si aggrava inesorabilmente, turni massacranti ed eventi critici. Nei prossimi giorni, sarà cura del Provveditore Regionale produrre all’attenzione del Prefetto Parente una relazione ben dettagliata sulle problematiche in cui versa il carcere vercellese con proposte da valutare (come, ad esempio, la possibilità di ricorrere a concorsi su base regionale o di avvalersi, per l’assunzione di nuovi Agenti, dello scorrimento delle graduatorie degli idonei non vincitori dei precedenti concorsi)”.
Il SAPPE assicura che il Prefetto ha garantito, per quanto di propria competenza, di approfondire gli interventi rappresentati.
“Ho molto apprezzato la sensibilità istituzionale del Prefetto di Vercelli, Lucio Parente, per favorire una soluzione agli endemici problemi penitenziari che il Sindacato SAPPE denuncia da tempo – commenta Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria -. Credo che la città di Vercelli e il suo territorio non possano trascurare le criticità e le problematiche penitenziarie, ma anzi essere coinvolti nella loro soluzione per dare un senso all’articolo 27 della Costituzione che mira al trattamento rieducativo della pena”.
“Ma serve anche, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare anche la diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci – prosegue il sindacalista -, per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.
“Penso a regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta”, conclude il leader del SAPPE.
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Redazione di Vercelli