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La seconda parte della giornata ricca di spunti ricreativi, educativi e musicali

VERCELLI - Un XXV Aprile capace di unire, nella concordia e con fantasia - Nella mattinata hanno avuto un ruolo centrale l'omelia dell'Arcivescovo Marco Arnolfo e l'orazione ufficiale del Prof. Edoardo Tortarolo - Il Presule richiama la lezione dei Padri costituenti della "Comunità" europea - L'Accademico ricorda che la "dissoluzione dello Stato" dopo l'8 settembre fu arginata dalla lotta partigiana e da quei "resistenti" disarmati che furono la Magistratura e la Chiesa - I due interventi integrali  IN VIDEO - GALLERY DI 80 IMMAGINI

Numerosa la presenza di tanti giovani

Alla vigilia degli 80 anni, il XXV Aprile è una di quelle ricorrenze capaci di trasmettere l’idea di una giovinezza, di un’attualità che si inverano nella cronaca di ogni tempo – e questo tempo che ci è dato di vivere non fa eccezione – per dire quanto abbiamo ancora bisogno di udire quella lezione di studiare quella testimonianza, di contemplare quei valori, per non consegnare il nostro presente ed il futuro dei nostri figli agli stessi errori, agli stessi orrori, che di tanti nostri genitori e nonni fecero vittime innocenti, martiri, combattenti coraggiosi per la libertà.

Quel seme di libertà posto nel suolo che aveva “bevuto il sangue del fratello”: così il Padre dice a Caino che si rivela, ancor prima che omicida, incapace di vivere una relazione di fraternità con l’altro.

Un XXV Aprile dove – a proposito di relazioni – infine il confronto tra vari protagonisti della giornata ha contribuito a renderla ancora più ricca di stimoli, feconda, così da amalgamare con ancora maggiore efficacia i ruoli, compiti, proposte: delle Istituzioni pubbliche, dell’Anpi, dei ragazzi rappresentati dagli Scout, ma non solo.

Oltre a quelle del “protocollo” come sempre previste in mattinata e poi ai Cappuccini nel primo pomeriggio, la giornata si è arricchita di altre iniziative, che nell’area dell’Antico Ospedale hanno offerto momenti ricreativi, spazi musicali, occasioni per mettersi in gioco, con fantasia.

Fare memoria, in fondo, è anche saper guardare al futuro, leggere il passato per vedere l’oggi ed il domani con occhi nuovi.

Il video che abbiamo messo a repertorio, oltre a qualche scampolo della mattinata, offre integrali l’omelia dettata dall’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo (concelebrante il Vicario Generale, Mons. Stefano Bedello), nel corso della S.Messa in Piazza Camana (le Letture sono state: 1 Pt 5, 5-14; Sal 88; Mc 16, 15-20.) che, pur essendo quelle già previste dal Lezionario del giorno (cioè, non sono state scelte apposta, sono quelle che la Chiesa propone) parevano provvidenzialmente idonee a suggerire pensieri sui quali meditare proprio in questo giorno di memoria, soprattutto con il richiamo a rivestirsi di umiltà, gli uni verso gli altri, primo passo per abbandonare davvero odio e divisioni.

Il Pastore della Chiesa eusebiana non ha altresì mancato di richiamare la lezione dei Padri costituenti dell’Europa allo stato nascente, non casualmente, un tempo, chiamata “Comunità” europea (prima ancora del Carbone e dell’acciaio) rafforzando l’idea di una comunità di uomini e donne desiderosi di camminare insieme, lasciandosi alle spalle non soltanto l’esperienza bellica, ma soprattutto i sentimenti che a quella tragedia planetaria portarono.

Di altissimo livello anche l’orazione ufficiale, affidata alla maestria del Prof. Edoardo Tortarolo, del Dipartimento Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale e Segretario Generale del Comitato Internazionale di Scienze Storiche (Cish).

Pur contenendo l’esposizione in poco più di 13 minuti, ha messo a disposizione di un pubblico attentissimo dati importanti per ricostruire il periodo storico seguito all’8 settembre del 1943, quando si cedette alla pusillanime illusione della de-responsabilizzazione.

Toccò dunque alla società civile – anche e soprattutto con la lotta partigiana – ricostruire lo Stato, a partire dalla Resistenza all’annientamento dello Stato ed all’umiliazione del popolo perpetrata dai nazifascisti.

Significativa, soprattutto in Piemonte, la resistenza senza armi praticata con fermezza dalla Magistratura (che si rifiutò di cedere alla Repubblica di Salò) e dalla Chiesa cattolica.

Il clero cattolico obbedì alla lettera inviata dai Vescovi ed Arcivescovi della Regione piemontese (Pasqua 1944) che, richiamandosi alla lezione del Profeta Isaia, chiedeva “nascondi chi è in fuga e non tradire chi non ha casa”.

Proprio a Vercelli, quella che Tortarolo chiama la “dissoluzione dello Stato”, provoca conseguenze laceranti: 134 civili, 654 militari di truppa, 268 sottufficiali, 53 ufficiali, vennero deportati in Germania sotto coercizione.

***

Ma, come abbiamo poco sopra anticipato, è certo meglio ascoltare direttamente, dal nostro video, le parole dell’Arcivescovo e del Prof. Tortarolo.

I loro interventi sono stati preceduti da quelli del Prefetto e delle Autorità locali, mentre, nel presentare la giornata, il Vice Prefetto Vicario Cristina Lanini ha avuto il delicato pensiero di rivolgere a Mons. Marco Arnolfo gli auguri di buon onomastico: oggi, infatti, 25 aprile, si festeggia San Marco Evangelista.

Vi lasciamo con il video e la gallery.

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Posted in Società e Costume, Vercelli Oggi