Cara Grazia,
per quanto fossimo preparati a questa notizia, la morte ci coglie sempre di sorpresa; sicchè, stamane, il colpo è stato di quelli duri.
Ci hai dato tanto: è la prima cosa che si deve dire.
Prima di tutto, a me, un’amicizia sincera, mai incrinata da nulla, nata in quel remoto 1988 quando, nello Studio di tuo padre Piero, che poi avresti abitato tu, ci siamo conosciuti.
“Ti presento mia figlia – disse – che è più brava di me”.
Era difficile crederlo, ma era vero.
Io che per certe cose mi trovavo abbastanza a digiuno, stavo cercando di capire come applicare il metodo “Lifo” (last in, first out) alla gestione del magazzino e ricordo la tua pazienza nella spiegazione.
So bene che queste cose magari non interessano a nessuno, ma mi va di dirti, almeno ora, che per me sei stata come una sorella maggiore e ti ringrazio per la confidenza che tra noi c’è sempre stata.
Quella confidenza che ci permetteva di commentare un po’ tutto di quanto accade in tanti “mondi”.
***
Ricordo bene che, una mattina d’Estate, mentre mi dirigevo verso il Cavalcavia Tournon dalla direzione Biella, ti vidi arrivare sulla tua Mini Cabrio, in senso opposto, verosimilmente diretta verso Buronzo e ti fermasti al semaforo, quello all’incrocio con Via Trento, che era rosso: non ti accorgesti di essere “osservata”.
E, quando, qualche giorno più tardi, te lo raccontai, aggiunsi, celiando: non avrei immaginato che la vista di un semaforo rosso ti potesse dare tanta felicità.
Avevi, infatti, un’espressione raggiante perché stavi recandoti dalle nipotine.
Le tue quattro nipotine hanno riempito la tua vita di tutta la gioia che ti sei meritata.
***
Come in ogni rapporto, c’è il rischio di qualche rimorso e di qualche rimpianto: insomma, un esame di coscienza non guasta.
Di rimorsi, sinceramente, non ne ho. Il rimpianto c’è, per un commiato arrivato troppo presto.
Ma c’è, se permetti, anche una soddisfazione che mi porto come un riconoscimento: credo che nessuno – o pochi – ti abbia fatto ridere come ho fatto io.
***
Di te ho sempre ammirato la tua intelligenza: viva, analitica, penetrante.
Più che analizzare una situazione, facevi un Tac e soppesavi ogni fattore che potesse avere influenza nel giudizio.
Intelligenza viva, analitica, penetrante ed anche misericordiosa: la bontà – ci dicevamo – non è virtù degli inesperti.
Facevi il bene concretamente e senza ostentazione, come le realtà assistenziali che lasci testimonieranno a lungo; proprio come insegna il Vangelo che richiama: “Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli”.
Nei prossimi giorni tanti ricorderanno la Commercialista preparatissima, l’Editore coraggioso, la protagonista di opere meritorie nel Volontariato sociale.
Sappiamo che la tua famiglia piangerà la moglie, madre e nonna affettuosa e premurosa e ad Enrico, Lorenzo, Gabriele e Federico va un abbraccio fraterno.
***
Avresti potuto fare ancora molto, ma credo che tu avessi messo in conto anche la caducità delle nostre vite; sapevi che le nostre stagioni si consumano incompiute, così come conoscevi il sapore che ha il sale della libertà: sempre indipendente, sempre libera; mite, ma senza condizionamenti.
Perciò sapevi che le nostre storie, come la Storia, non evolvono secondo un nitido segno euclideo; ma sapevi bene che, un giorno, la Storia si arrenderà ed il Mistero si illuminerà della sua propria luce.
Che ora tu contempli.
***
Poco dopo l’una di questa notte, tra 3 e 4 marzo 2024 è morta all’Ospedale di Novara, dove da qualche tempo era ricoverata, la Dottoressa Grazia Cavezzale.
Era nata il 13 ottobre 1950.
Il Santo Rosario in suffragio di Grazia Cavezzale si pregherà domani, 5 marzo, ad ore 17, presso la Casa funeraria di Caresanablot.
Il rito esequiale sarà celebrato il giorno seguente, ad ore 10,30, presso la Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo all’Aravecchia.
Nella foto di apertura la vediamo, seconda da sinistra, nella prima fila, in una bella immagine che la ritrae con i familiari ed i Collaboratori.
(g.g.)