Ancora follia, violenza e pericolo in carcere a Vercelli.
Lo denuncia Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che racconta il pomeriggio e la serata di follia che si sono vissute nelle ultime ore nella Casa circondariale di Vercelli: “Ieri pomeriggio, verso le 15.00, un detenuto di origini egiziane ha prima aggredito un agente di Polizia Penitenziaria sferrandogli due pugni e poi, brandendo la gamba di un tavolino di legno rotto nella propria cella, ha iniziato a distruggere ogni cosa nella Sezione dove era ristretto, dalle telecamere di videosorveglianza, alle plafoniere di illuminazione, senza evitare i congelatori a pozzetto per la conservazione dei cibi dei ristretti. Le ragioni della sua violenta follia sono riconducibili al diniego da parte della direzione di effettuare videochiamate tramite Whatsapp”, spiega.
“A tal proposito è bene segnalare che l’Amministrazione Penitenziaria consente ai detenuti l’effettuazione di videochiamate con il sistema di comunicazione informatico Microsoft Teams, ciò anche in ragione di questioni legate alla sicurezza informatica e alla verifica degli interlocutori oltre che di contratti pubblici. Queste esigenze impongono, contestualmente, l’impossibilità di utilizzare altri sistemi tipo Whatsapp che, sebbene possano essere più ordinari e conosciuti, non assicurano la sicurezza che si conviene alle comunicazioni dei detenuti da e verso il carcere”, prosegue il sindacalista.
“Tornando agli eventi di ieri, durante i danneggiamenti altri detenuti si sono uniti al detenuto violento, istigandolo e sostenendolo affinché continuasse la devastazione, per poi barricarsi dentro una cella ponendo una branda verticalmente davanti al cancello di ingresso. La mediazione con i facinorosi è proseguita fino a sera, quando dopo una estenuante opera di convincimento, i detenuti si sono resi conto di non poter protrarre oltre quella che non può che essere definita diversamente da una follia di violenza e devastazione”.
Santilli evidenzia ancora che “ora si stanno contando i danni e gli interventi necessari al ripristino di tutta l’illuminazione della Sezione detentiva, dell’intero sistema di videosorveglianza e di alcuni arredi del carcere che, ricordiamoci sempre, pesano sulla collettività sotto forma di tasse, mentre il poliziotto aggredito è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari e se la caverà con alcuni giorni di prognosi”.
E conclude: “come SAPPE, sindacato maggiormente rappresentativo del Corpo di Polizia Penitenziaria, ci chiediamo che prezzo abbia il senso del dovere e per quanto dovrà ancora andare avanti questa mattanza prima di vedere qualche intervento concreto. Con l’obiettivo di favorire una presa di coscienza da parte delle Istituzioni su cosa quotidianamente viene sopportato dal Corpo di Polizia Penitenziaria, noi non smetteremo di raccontare cosa succede all’interno delle carceri del Paese, tuttavia, la sordità delle Amministrazioni e dello Stato è sempre più sconfortante”.
“La situazione di ingovernabilità delle carceri della Nazione è sotto gli occhi si tutti e la nostra denuncia è purtroppo confortata dai gravi episodi avvenuti nel carcere di Vercelli nelle ultime ore”, denuncia il segretario generale del SAPPE Donato Capece, che chiede una visita a Vercelli da parte del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che tra le sue deleghe ministeriali ha quella riservata alla trattazione degli affari di competenza dei Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.
“Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”.
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Redazione di Vercelli