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ISTITUTO  LANINO - Importante momento formativo con la pièce teatrale “Stupefatto. Avevo 14 anni, la droga molti più di me”

Questa tematica sociale in modo diretto e concreto ha messo a nudo i lati oscuri della nostra società

Vercelli Città

Andare a teatro senza andare a teatro, quello che sembrerebbe un paradosso è stato invece un momento formativo molto apprezzato dalle seconde classi dell’Istituto Professionale Lanino.

La pièce teatrale “Stupefatto. Avevo 14 anni, la droga molti più di me”, che ha trattato il delicato tema delle dipendenze, è stata trasmessa sulla Lavagna Multimediale in Aula Faccio, all’interno della scuola, ma da subito il senso di coinvolgimento e astrazione ha superato i confini convenzionali.

In presa diretta live la compagnia teatrale Itineraria, riconosciuta dal MIM, nella figura dell’attore Fabrizio De Giovanni,  ha ripercorso la storia vera della vita tormentata, ma anche fortunata, dell’ex tossicodipendente Enrico Comi, oggi formatore e noto scrittore.

L’evento è stato organizzato dalle Professoresse Elena Ferraris e Giulia De Santis all’interno del progetto “Sesso, droga e rock ‘n’ roll”, in cui vengono trattate tematiche legate all’affettività e alle dipendenze, sia da un punto di vista legale che psicologico.

Non pensavamo che potesse essere una esperienza così totalizzante, ma di fatto lo è stata. La scenografia, volutamente ridotta alla sola proiezione di luci per rappresentare i vari ambienti a palco nudo, e l’immedesimazione dell’attore nella lettura, ci hanno inchiodati all’ascolto da subito regalandoci momenti di riflessione e commozione. Il progredire dell’interesse del protagonista verso le droghe, da una canna fumata a quattordici anni con gli amici all’eroina in vena è stata una escalation davvero palpitante, ricca di contrasti, bugie e impulsi forti” afferma Ferraris.

La Professoressa De Santis racconta: “Abbiamo scelto di partecipare allo spettacolo live perché crediamo nell’importanza di trasmettere messaggi che derivano da esperienze dirette per far comprendere meglio ai giovani il rischio derivato dall’uso di stupefacenti. Toccante il racconto del periodo della riabilitazione di Enrico che ha fatto emergere che bastano venti giorni per disintossicare il fisico, ma anni per riabilitare la mente. Atti di devianza possono portare a trascorrere una vita poco adeguata e, anche se in apparenza libera, è un’esistenza che ti vincola a sottostare alle sostanze stupefacenti. Fondamentale è il ruolo dell’Istituzione scolastica nel fornire agli studenti gli strumenti necessari per saper fronteggiare i problemi”.

Quante volte tutti noi abbiamo sentito nel periodo fragile dell’adolescenza: “Smetto quando voglio”, “La canna fa meno male delle sigarette”, “Sono droghe naturali”, “Le canne non hanno mai ucciso nessuno”, “Lo faccio una volta sola… per provare”?

Stupefatto” parte proprio da queste ingenuità intergenerazionali per mettere in luce uno dei veri fraintendimenti che si creano fra le indicazioni ricevute dagli adulti, “fa male”, e lo sballo invece che provano gli amici fumando una canna.

Un po’ come dire che l’adulto vieta perché fa male, ma l’amico che prova a me sembra stia benissimo.

Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto sottolineare l’impegno civile di questo spettacolo premiando Itineraria Teatro con una medaglia.

Questa tematica sociale in modo diretto e concreto ha messo a nudo i lati oscuri della nostra società che coinvolgono tutti noi e le giovani generazioni, un esempio di teatro civile che ha il merito di parlare in modo forte e sincero con voce non retorica al suo pubblico.

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Redazione di Vercelli

Posted in Scuola e Università