“Signore, hai preso Piero per l’incontro con te in una stagione della vita in cui, da uomo credente, aveva maturato una profondità spirituale e un senso di Dio e una preghiera forte”.
Non ci sono parole più autentiche, persuasive, essenziali quanto affettuose; dolenti eppure foriere di speranza, di quelle pronunciate il 2 gennaio 2012 dal Don Stefano Martoglio, allora Ispettore provinciale dei Salesiani del Piemonte, in occasione delle Esequie di Don Piero Borelli.
In questi giorni di passaggio tra l’anno che se ne va e quello nuovo, resterà per sempre, nelle comunità parrocchiali del Sacro Cuore al Belvedere, di Sant’Antonio all’Isola e di Santa Cecilia a Caresanablot; ma in tutta la città, tutta la Diocesi, è viva la memoria di due amati Sacerdoti che si sono congedati dal mondo.
Entrambi se ne andarono nel silenzio e all’improvviso.
Don Piero, originario di Fossano, morì a soli 69 anni, nella prima mattina del 31 dicembre 2011.
Era sceso a prendere la prima colazione, insieme a Don Stefano Colombo; poi si era ritirato di nuovo in camera, accusando un po’ di stanchezza supplementare: qui lo ritrovò più tardi lo stesso Don Stefano che, preoccupato, era andato a cercarlo.
In quei giorni i suoi ragazzi dell’Oratorio, con gli Animatori, si trovavano in montagna e non li avrebbe più potuti salutare.
Tra pochi giorni ricorderemo quel tristissimo 3 gennaio di quest’anno 2023, quando vedemmo Don Augusto Scavarda, verso le nove di mattina, senza poter immaginare – al di là dei visibili segni di stanchezza impressi sul suo volto – quel che sarebbe capitato poche ore dopo: quello sarebbe stato l’ultimo incontro.
Sulla luminosa figura di Don Augusto torneremo, naturalmente, tra qualche giorno, con un ampio servizio che cercherà di riepilogare almeno i tratti essenziali della sua missione a Vercelli, del suo passaggio tra noi.
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“Don Piero – sono le parole di Don Martoglio, ineguagliabili – aveva il cuore del Pastore, il cuore di chi è preoccupato di chi è lontano da Dio, di chi non cerca più nessuno e non viene più neanche cercato da nessuno, a volte neanche dalla Chiesa (…)”.
Un’omelia che – a modesto parere di chi scrive – resterà nella storia della Chiesa locale e della Congregazione salesiana come un esempio di sapiente carità, di fede profonda nella Provvidenza del Padre, sempre misericordiosa, anche quando misteriosa.