La danza, un linguaggio universale
Dopo il successo dell’edizione pilota, torna WE Speak Dance, la rassegna di danza contemporanea ideata da Piemonte dal Vivo, diffusa sull’intero territorio regionale.
Tra novembre 2023 e maggio 2024, ben 30 appuntamenti con l’eccellenza della creazione coreografica italiana e straniera.
Una sfida per ampliare in direzione multidisciplinare la tradizionale proposta dei cartelloni comunali, portando questo linguaggio artistico al di fuori dei suoi circuiti consolidati, disseminandolo nei vari spazi teatrali del Piemonte.
D’altronde, come recita il claim della rassegna, la danza parla sul più grande palcoscenico del Piemonte: il suo codice universale, in altri termini, capace di comunicare in maniera diretta mediante il corpo, vincendo ogni barriera linguistica e geografica, fa tappa nei teatri delle province regionali, tra capoluoghi e piccoli borghi.
Una rassegna diffusa
Apre il programma Chiara Frigo, con il progetto Ballroomad Arquata Scrivia, Pianezza e Ivrea, rispettivamente il 24 e 30 novembre e il 1° dicembre, performance precedute da laboratori con comunità intergenerazionali tra la stessa Arquata e la Lavanderia a Vapore di Collegno, centro di residenza per la danza.
Cristiana Morganti ripensa invece la grammatica del Tanztheater con Jessica and me, il 16 febbraio a Valenza, mentre ad Asti, il 24 marzo, propone la sua ultima fatica, Behind the light. The Red Shoes è invece il titolo di Nuovo Balletto di Toscana scelto per la serata del 1° febbraio a Tortona.
Non manca all’appello neppure Alessandro Sciarroni, con Save the last dance for me, il 20 aprile nella romantica cornice del Castello di Racconigi e il 21 aprile a Pianezza.
E ancora: Wooshing Machine (con Happy Hour il 1° febbraio a Savigliano), Roberto Castello/Aldes e il suo In Girum (prima a Racconigi, il 24 marzo, e poi a Cuneo, il 26), Aterballetto (il 9 maggio a Vercelli) e Compagnia Zappalà Danza, impegnata a Rifare Bach il 10 maggio a Villadossola e il 12 a Pinerolo.
Si ispira al “Ritorno dal bosco” di Segantini la Withe Room di Adriano Bolognino, il 3 marzo a Savigliano.
L’iconografia del fauno è invece al centro della produzione BTT in scena il 21 marzo a Verbania.
Fra le compagnie del territorio anche Zerogrammi, con Inri, il 1° dicembre a San Maurizio d’Opaglio e il giorno successivo a Lanzo.
Grandi ritorni per Marco Augusto Chenevier (il 16 dicembre ad Arona con il metateatrale Quintetto- in replica poi in primavera, tra il 4 e il 5 aprile, a Ciriè e a Beinasco e subito dopo, il 6 aprile, a Racconigi, con Questo lavoro sull’arancia) e per la coppia argentina Luciano Rosso/Alfonso Barón, interpreti di Un poyo rojo, in scena il 27 marzo a Mondovì e il 28 a Ovada.
Chiude a Spigno Monferrato il 25 maggio Playfulness, performance “splastick” che strizza l’occhio ai clown beckettiani, opera della Cie MF- Maxime & Francesco.
Calendario completo su
piemontedalvivo.it/we-speak-dance
Una danza accessibile
Alla luce della sua universalità, We Speak Dance si rivolge a tutte e tutti.
Tra le novità assolute della stagione 2023/2024, infatti, è prevista per alcuni titoli in programma l’audiodescrizione (sperimentata per lo più con spettacoli di prosa), che rende così accessibili al pubblico non vedente e ipovedente le repliche di Davidson, opera di Balletto Civile (9 marzo a Piossasco; 10 marzo a Novi Ligure), e Bell di Cordata FOR (10 aprile a Saluzzo; 11 aprile a Cuneo; 12 aprile a Venaria).
Il tutto grazie a Teatro No Limits, progetto ideato dal Centro Diego Fabbri di Forlì ed esportato in regione da Piemonte dal Vivo, con la collaborazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Consiglio Regionale del Piemonte ETS..
Lo sguardo del giovane pubblico
In virtù della sua apertura ai nuovi linguaggi performativi e alla creatività under 35, uno degli obiettivi di We Speak Dance è stimolare lo sguardo critico del giovane pubblico, contribuire cioè alla sua formazione.
Sulla scia del progetto di dance writing How do you spell D-A-N-C-E? (nato in seno alla Lavanderia a Vapore), We Speak Dance si dota anche quest’anno di un team itinerante di giovani penne (studenti e studentesse, critici, blogger, influencer, principalmente provenienti dal DAMS – Università di Torino e dalla Scuola Holden), che seguirà alcune date della rassegna, traducendo in parole, podcast, immagini e reel la visione coreografica.
Gli spettacoli programmati diventano così occasione per far “danzare la scrittura”, lasciando fiorire i più diversi formati e output.
Redazione di Vercelli