La delegazione di Vercelli dell’Accademia Italiana della Cucina lo scorso 19 ottobre si è ritrovata al ristorante Cassero di Borgosesia per l’appuntamento più importante dell’anno: la cena ecumenica, una caratteristica esclusiva dell’istituzione culturale nella quale tutti gli accademici e tutte le delegazioni si trovano “spiritualmente” uniti in un’unica cena che si compie nello stesso giorno, in tutto il mondo e nell’arco di 24 ore.
Accademia Italiana della Cucina che in questo 2023 festeggia i 70 anni di fondazione: “Molte sono state le iniziative che il Consiglio di Presidenza a livello centrale ha messo in atto per celebrare questo evento – spiega la delegata vercellese Paola Bernascone Cappi-. A livello locale nelle delegazioni il festeggiamento del compleanno è avvenuto durante la cena ecumenica con la degustazione di un risotto giallo alla milanese, evocativo dello stesso piatto che compariva nel menù del 29 luglio del 1953 quando all’Hotel Diana di Milano Orio Vergani ha fondato l’Accademia”.
Nel corso dell’ecumenica è stato poi declinato in piatti proposti a tavola il tema dell’anno “il riso, il mais e gli altri cereali nella cucina tradizionale italiana”.
“Quest’anno l’argomento proposto dal Centro studi Franco Marenghi era di grande vastità e molto “scivoloso” per noi della delegazione di Vercelli – ha spiegato il simposiarca Luca Brusotto – con il rischio da una parte, di essere troppo lungo da esaurire, e dall’altra di cadere nel banale e nella generalizzazione dell’argomento. Il riso è il cereale, anzi il prodotto, che traina l’economia della nostra provincia di carattere prevalentemente agricolo; il prodotto che identifica o che dovrebbe identificare a livello nazionale e internazionale il nostro territorio e rappresenta una vera e propria bandiera culturale. Fortunatamente l’essere così concentrati sul riso non ci ha portati a dimenticare quanto il nostro territorio sia fantastico, di quanti e quali cereali antichi sia ricco e di quante varietà ve ne fossero prima che il riso diventasse monocoltura. E fortunatamente, se il riso ha preso il comando nella bassa vercellese, la nostra provincia arriva fino alla Valsesia, una terra di montagna anche aspra che tuttavia, proprio grazie a queste difficoltà ambientali, questi cereali ha continuato, anche se con fatica, a difenderli e a fissarli nelle sue tradizioni e ovviamente nelle sue ricerche ricette culinarie”.
Nel corso dell’ecumenica l’ingresso della nuova accademica Angela Prato, vercellese, oggi in pensione dopo aver lavorato per anni a Milano nell’ambito del marketing editoriale per note case editrici di moda, del settore musicale e linguistico, organizzando fiere e convegni anche all’estero.
Appassionata di letteratura, teatro e arte, per anni è stata anche segretaria di delegazione del Fai di Vercelli.
“Amo molto la mia città d’origine, nella quale sono ritornata da pensionata , dove ho ritrovato i luoghi e le tradizioni, anche gastronomiche del mio territorio – dice -. Far parte dell’Accademia Italiana della Cucina per me è un onore e l’inizio di una nuova avventura. Amo la cucina e cucinare”.
Redazione di Vercelli