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FESTA DEI POPOLI - All’evento hanno partecipano gli studenti dell’Istituto Cavour e Lanino      

Il resoconto dell’intensa mattinata di studi nella quale è stato approfondito il tema dell’educazione e della cultura

Vercelli Città

Mattinata molto interessante e avvincente  in Seminario per gli   allievi dell’ Istituto Superiore “Cavour” che mercoledì 11 ottobre hanno partecipato alla conferenza intitolata “Culture e stili educativi ”,  per la quindicesima edizione della Festa dei Popoli in ricordo di Don Milani, organizzata dall’Arcidiocesi di Vercelli, in particolare dalla Pastorale universitaria, dal Comune di Vercelli e dal Centro Territoriale per il Volontariato.

Il tema di quest’anno è proprio l’educazione con il richiamo al celebre “I care” di Don Milani, con l’invito a prendersi cura di tutti, ma soprattutto dei giovani.

Gli alunni  delle classe 4°B A.F.M., accompagnati dal Prof. Massimo Paracchini dell’Istituto Tecnico “Cavour” e della classe 5°A S.S.A.S., accompagnati dalla Prof.ssa Alessandra Ticozzi dell’Istituto Professionale “Lanino”, hanno  seguito con molta attenzione l’intensa mattinata di studi coordinata dai giovani del servizio civile in cui alcuni docenti dell’Università del Piemonte Orientale  hanno approfondito il tema dell’educazione e della cultura in una serie di interventi dove tutti hanno sottolineato come l’incontro,  la relazione e il dialogo tra culture diverse  siano oggi  dei temi emergenti.

Ha introdotto la mattinata di studi suor Alfonsina Zanatta, organizzatrice dell’evento, che ha ringraziato  i giovani della Pastorale Universitaria e del servizio civile che si sono resi disponibili, ha ringraziato inoltre l’Università del Piemonte orientale e il Dipartimento di studi umanistici,  ricordando che  alla fine delle conferenze ci sarebbero stati dei  tavoli di lavoro.

Il primo intervento è stato quello di Laura Petrini, counselor relazionale advanced, formatrice e responsabile scuola counseling, Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, che ha affrontato il  tema dell’educazione,  con la relazione intitolata “Nutrire la diversità in contesti educativi interculturali” nella quale si è soffermata  su tre parole fondamentali e cioè nutrimento, diversità e intercultura.

L’incontro con l’altro è occasione per scoprire qualcosa in più di noi, cosa desideriamo, cosa non amiamo e  cosa vorremmo.

A volte alcuni incontri ci fanno anche cambiare strada.

A volte ciò che incontriamo è diverso da ciò che ci aspettavamo.

Nutrire la diversità significa aprirsi alla relazione, incontrare chi è diverso da noi.

E’ intervenuta poi Antonella Bastone, docente di Pedagogia presso l’Università del Piemonte Orientale, che ha presentato la relazione intitolata “La fiaba come territorio narrativo di incontro e contaminazione culturale” in cui si è soffermata sull’importanza e sullo studio delle fiabe.

La fiaba è uno strumento trasversale ed è un prodotto narrativo antico dove c’è equilibrio tra universalità e particolarità.

Le fiabe affrontano i grandi temi della vita e i momenti critici.

La narrazione diventa uno strumento d’incontro.

Spesso abbiamo delle abilità che non sappiamo di avere, ma abbiamo bisogno di incontro per trovarle.

Viviamo in una società complessa, fluida e fragile, oggi c’è  un senso di disorientamento.

L’ultimo intervento è stato quello di Luca Ghisleri, docente di Filosofia teoretica e filosofia delle religioni, con la relazione intitolata “Filosofia, educazione e intercultura” in cui ha affrontato alcune categorie fondamentali come la cultura, l’attenzione, la filosofia, l’educazione e l’intercultura.

La cultura  è ricreazione e  condivisione del patrimonio, è prendersi cura di sé e del mondo, la cultura è l’anima della nostra società ed è in rapporto con l’educazione.

Bisogna poi sviluppare la capacità di attenzione, bisogna imparare ad ascoltare l’altro, bisogna saper attendere e accogliere.

L’uomo di cultura è attento agli altri  e sa stupirsi.

La filosofia poi è l’anima della cultura, ha una forte capacità educativa, aiuta a pensare, a prendere distanza dai modelli dominanti, a liberarsi dal senso comune e a comprendere il mondo.

L’educazione è concreta quando l’altro è incontrato nella sua differenza; ogni esistenza è un’interpretazione della verità, l’infinito ci abita, gli altri ci servono per la nostra autoconsapevolezza; entrare in relazione con gli altri ci aiuta a comprendere chi siamo.

Più mi apro agli altri più comprendo me stesso.

Il rapporto con l’altro porta poi all’incontro fra culture diverse: bisogna rispettare le differenze e a superare i pregiudizi.

Occorre imparare a controllarsi e essere inseriti nelle dinamiche culturali.

E’ necessario il riconoscimento delle altre culture.

Il rapporto con gli altri mi permette di non chiudermi in me stesso.

Tutti questi interventi sono risultati particolarmente coinvolgenti e stimolanti per i ragazzi che hanno ascoltato con molto interesse i docenti esperti dei vari argomenti  proposti .

Classe 4°B  A.F.M. dell’Istituto “Cavour”

 

Redazione di Vercelli

 

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