Mercoledì 11 ottobre a Borgosesia, presso il Centro Studi Turcotti, in collaborazione con il Soroptimist Club di Valsesia sono stati festeggiati i trent’anni di attività dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, nata il 23 luglio 1993, con sede presso l’Istituto Gaslini di Genova.
“Ci sembrava doveroso dare un aggiornamento a coloro che hanno creduto in noi sin dall’inizio e continuano a farlo: la Valsesia è stata il miglior contribuente per i primi otto anni di vita della nostra Associazione, focalizzata sulla ricerca: siamo gli unici in Italia ad occuparci esclusivamente di un’area di nicchia sui tumori solidi pediatrici, che riguarda il Neuroblastoma”, la Presidente della Onlus, Sara Costa, aprendo la serata ha ricordato come il 17 ottobre di trent’anni fa, al Centro Sociale di Borgosesia, illustrò la nuova Associazione alla presenza di Elena Loro Piana, che fu il trampolino di lancio per l’Associazione, socia fondatrice del Soroptimist Valsesia, persona sensibile e generosa.
“Entro Natale dello stesso anno furono raccolti duecento milioni di vecchie lire: sognai che avremmo presto sconfitto quella terribile malattia, un tumore solido, prima causa di morte per malattia in età prescolare e il più diffuso in età pediatrica, dopo le leucemie ed i tumori cerebrali. Non è successo, ma sono accadute cose straordinarie e strepitose e questa sera sono qui per raccontarvi gli importanti risultati raggiunti dall’Associazione, che oggi conta circa centoventimila sostenitori, quarantacinque gruppi di sostegno sul territorio nazionale, numerosi volontari e sette risorse umane in struttura. La Fondazione è nata nel 1998 e finanzia direttamente la ricerca scientifica: finora sono stati erogati per la ricerca oltre ventotto milioni di euro: l’Associazione sostiene contratti di ricerca a giovani ricercatori, ogni ricercatore lavora a uno specifico ambito di progetto. I ricercatori in Italia sono 213.000, contro i 630.000 della Germania e il 20% ha meno di quarant’anni: il nostro compito è quello di investire sui giovani. Il risultato più grande è essere riusciti a mettere in rete laboratori e centri di cura che dialogano costantemente tra di loro. I bambini vengono curati con protocolli specifici, ovunque si trovino. Vent’anni fa per mappare il genoma ci voleva un mese, adesso si fa in un tempo molto breve”.
Attraverso la proiezione di alcune immagini è stata spiegata l’origine del neuroblastoma e che cosa significhi fare ricerca di base, traslazionale e clinica, sottolineando i tempi infiniti richiesti da questi passaggi: “Vent’anni sono stati necessari per creare le condizioni migliori, per essere più veloci nella diagnosi e nelle cure. Il neuroblastoma è un ottimo modello di studio, attraverso questo possiamo guarire tutti i tumori infantili e anche qualche tumore degli adulti”.
Un grande numero di persone sono coinvolte nella diagnosi delle patologie tumorali, operanti in oltre dieci reparti che dialogano costantemente tra di loro.
Per il Neuroblastoma in media si è passati dal 25% al 75% di sopravvivenza, tranne per i casi ad alto rischio, per i quali dal 10 % al 40 %.
Sono stati ampliati il Registro Italiano Neuroblastoma e il Registro dei Tumori Cerebrali Pediatrici, si sono annullate le possibilità di errore nelle diagnosi dei tumori cerebrali: passate dal 36% allo 0,01%.
Il progredire nello studio dei geni contribuisce alla conoscenza del neuroblastoma: “E’ stato scoperto il gene ALK che predispone al neuroblastoma, si attiva una medicina di precisione e personalizzata: oggi ogni bambino malato ha il proprio protocollo di cura e si lavora molto sull’immunoterapia, considerata la strada del futuro”.
Sara Costa ha concluso presentando singolarmente tutti i collaboratori dell’Associazione: Jessica Grasso Direttore operativo, Carla Chiari responsabile amministrazione, Manila Borgo, Angelica Baravaglio, supporto all’attività di raccolta fondi – back office, Maria Paola Fuselli, donor care – call center, Barbara Serravalle, call center, Michela Milani responsabile database, Giovanni Rosso storico volontario borgosesiano.
La Presidente del Soroptimist Valsesia, Eugenia Borzone, è intervenuta per un saluto, ringraziando Sara Costa per la serata emozionante e Marinella Mazzone, Soroptimista, per l’ospitalità.
Al termine è stato fatto un brindisi con tutto il pubblico che affollava la sala: “Ai primi trent’anni, ma soprattutto ai trent’anni futuri”.
La sorpresa finale è stata la gradita esibizione del violinista Massimo Zanetti.
Redazione di Vercelli