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Dead line dicembre 2023 - Il 2 agosto lettere identiche da Angelo D'Addesio (Asm) e dai gestori pubblici

TRIPPA PER I GATTI / 931 - Per la gestione degli acquedotti i gestori uniti anche nelle virgole - Anche nella virgola tra soggetto e predicato - Chiedono tempo (sono impegnati a pensare) per spartirsi il territorio - Del resto, è all'opera il Richelieu idrico Leonardo Gili - Se andasse così, ciascuno resterebbe in sostanza a casa propria -

La Regione darà l'ok?

Due lettere identiche, ma separate.

Identiche anche nel mettere la virgola tra soggetto e predicato: e sono fortunati che non c’è più la Prof. Pia Chiarla Ferrario, a segnare con la matita rossa e blu ed a spiegare per la centesima volta che non va bene.

Una parentesi: in questi giorni

il settimo anniversario dalla scomparsa della incomparabile Prof. (leggi qui).

Torniamo, però, a bomba.

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Dunque, dove sta questa virgola?

E’ distillata a fatica da un alambicco verbale moltiplicato per due (e già uno basterebbe, ma…) che suona, parola più, parola meno, più o meno così:

i soggetti attualmente gestori del servizio idrico integrato all’interno dell’ambito territoriale ottimale

(virgola!)

hanno avviato un’attività volta a esplorare (…) eccetera eccetera.

Ma andiamo con ordine.

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Anzitutto, può essere utile capire chi siano i soggetti.

Sono nientemeno che i quattro gestori tutti pubblici degli acquedotti  di Vercelli, Biella e Casalese.

I quali firmano la prima lettera, insieme alla neo costituita BCV Acque scrl, leggi qui.

che tutti li riunisce: una sorta di consorzio, capitanato dal Richelieu degli acquedotti, Leonardo Gili.

Questi soggetti, cioè i gestori degli acquedotti come li conosciamo fino ad oggi, sono il Cordar Valsesia, il Cordar Biella, Am+ di Casale e Valenza e la Sii spa, che opera prevalentemente, ma non esclusivamente, in Baraggia.

Una seconda lettera, ma uguale uguale, anche nelle virgole, è invece a firma di Angelo d’Addesio, nella sua qualità di Presidente di Asm Vercelli spa che, come sappiamo, rappresenta per il 40 per cento il Socio Comune di Vercelli e per il 60 per cento il Socio Iren spa.

Bene.

A chi mandano le (la) lettere lorsignori?

All’Autorità d’Ambito2, cioè l’ente, costituito dagli Enti Locali dello stesso quadrante territoriale (presieduto, pro tempore, dal Sindaco di Biella, Claudio Corradino, Ente che ha sede in Vercelli, in Via Giosuè Carducci, lato opposto all’ingresso del Liceo Classico.

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Perché questo passo?

Perché, come è noto, entro il 2023 si dovrà riassegnare, per un trentennio, la gestione degli acquedotti: affare assai lucroso, sul quale Iren ha da tempo messo gli occhi.

Ne abbiamo parlato tante volte e, per fare un riassunto, forse è bene andare a

rileggere qualche precedente articolo riepilogativo – clicca qui – .

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Le strade possibili sono sostanzialmente due.

La prima: Ato2 bandisce una bella gara ad evidenza pubblica che, date le dimensioni della gestione (a questo punto unica: da Valenza a Piedicavallo, passando ovviamente per Vercelli) dovrebbe essere una gara di rango europeo.

Chi ha (avrebbe) i requisiti per partecipare ad una gara così impegnativa?

Ovviamente non i piccoli gestori pubblici (anche se presentano, come ad esempio, Am+, cioè la Amc di Casale, bilanci che sono, nel loro piccolo assai virtuosi) ma soltanto i grandi players come la stessa Iren, oppure A2A di Bergamo e Brescia, Hera di Bologna, Acea di Roma e via discorrendo.

Nessuno potrebbe, peraltro, vietare anche a concorrenti con sede in altri Paesi europei di partecipare.

La seconda: l’Ato2, invece, affida ad un gestore tutto pubblico, cioè “in house”, la partita.

Ma, c’è un ma; anzi, due e forse tre.

Il primo “ma” è che, come sappiamo, Asm Vercelli spa non si può più considerare pubblica, poiché la maggioranza del capitale ora è di Iren, cioè privato.

Il secondo “ma” è costituito dal fatto che, fino a pochi mesi fa, la posizione di Iren era tutta a favore della gara pubblica, forse perché speranzosa di aggiudicarsi l’intera gestione.

C’è, poi, un terzo “ma”: se i gestori pubblici (che già non nuotano nell’oro) dovessero risultare assegnatari di tutti gli acquedotti (appunto da Valenza a Vercelli a Piedicavallo, senza dimenticare, ad esempio, Balmuccia),  dovrebbero rimborsare proprio Asm Vercelli degli investimenti apportati alla rete idrica in questi ultimi decenni.

Perché Asm sarebbe estromessa in quanto privata.

E si viene a sapere che questi investimenti sono valutati da qualche personaggio generoso (ma che ha voce in capitolo) circa 50 milioni di euro.

Se si pensa che, acquistando il 20 per cento di Atena, Iren ha tirato fuori nel 2015-2016 qualcosa come 14 milioni di euro ed ora si ritrova a mercanteggiare per il solo ramo idrico un controvalore di 50 milioni di euro, non c’è che riconoscere, sia pur tardivamente, come avesse ragioni da vendere chi allora – inascoltato – si opponeva a quella scelta, a cominciare da Piero Giuseppe Barbonaglia.

Ma anche, per esempio,   Ketty Politi.

***

Chiarito chi scrive la lettera, la spedisce e perché, resta da stabilire  cosa ci sia scritto.

Non è difficile. Meglio dire: non sarebbe difficile.

Perché il linguaggio è tutt’altro che accessibile ad un povero omarino,  certo non aduso a misurarsi con le vette ardite delle strategie industriali.

Ma pare di comprendere che i gestori, tutti, abbiano avviato azioni che potrebbero fare pensare ad una attività

volta a esplorare le diverse peculiarità e implicazioni delle varie forme gestionali previste dal vigente ordinamento.

E quindi?

Quindi parrebbe (ma sono mere ipotesi) che vagheggiassero, tutti i firmatari dei due testi, la possibile costituzione di due sub ambiti.

Sicchè taluni interpretano:  ma vuoi vedere che forse vogliono proporre ad Ato2 di separare in due il territorio?

Da una parte il Vercellese (cioè i comuni gestiti da Asm) e dall’altra parte tutti gli altri.

Dopo di che cosa potrebbe accadere?

E vabbè, ma come facciamo a saperlo noi? Dai! Mica siamo il Mago Otelma.

Forse qualcuno potrebbe pensare che si coltivasse una mezza idea di ripartirsi la torta.

Dopo di che i gestori pubblici si ritroverebbero a gestire “in house” ciò che già ora gestiscono, mentre, per la parte di territorio ora servita da Asm Vercelli, si dovrebbe bandire la gara ad evidenza pubblica, proprio perché si tratta di gestore privato e non pubblico, sicchè la (ri)assegnazione in house non sarebbe possibile.

Quante possibilità ci sarebbero che arrivasse un concorrente esterno a cercare di aggiudicarsi la sola Vercelli, sapendo che poi, in caso di aggiudicazione, dovrebbe sborsare 50 milioni di euro per rimborsare l’uscente?

Di nuovo: ma come possiamo saperlo noi?!

Dai!

***

Ma in sostanza e conclusivamente, dunque, cosa vogliono i cinque in fotocopia?

Chiedono ad Ato2 di 

conseguentemente e opportunamente modulare i tempi del procedimento in oggetto.

E uno potrebbe chiedersi: conseguentemente a cosa?

Ma l’abbiamo già visto: conseguentemente al fatto che stanno pensando, cioè sono tutti li indaffarati a

esplorare le diverse peculiarità e implicazioni delle varie forme gestionali.

Ma la Regione, cui è deputata, in ultima analisi, una scelta di indirizzo, che direbbe?

Ed è qui che si registra la definitiva unanimità dei cinque in fotocopia i quali  chiedono il rinvio  della riunione dell’organo decisionale dell’Ato2.

Prendere tempo non ha mai fatto male a nessuno.

Vabbè.

Vedremo come andrà a finire.

Chi vivrà, vedrà.

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