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Provincia di Vercelli, Regione Piemonte
Decisione che arriva quando la congiuntura è già grave: salgono i tassi di interesse, aumentano i prezzi di listino, c'è un giro di vite sui criteri di concessione del credito

VERCELLI, STOP AI DIESEL EURO 5 NELLE CITTA' SUPERIORI A 10 MILA ABITANTI - Misura contestabile anche perchè di dubbia efficacia - Ma, al di là delle amarezze, è possibile cercare di affrontarla con soluzioni poco costose (il MoVeIn) ed efficaci - Ne parliamo con Angelo Santarella -

Per chi può cogliere questa occasione per cambiare auto, la soluzione sta in piani finanziari sostenibili

Sì, è un bello scorno: uno acquista un’auto ancora nel primo semestre del 2015.

Un diesel, soprattutto se ha bisogno del mezzo per lavoro.

Compra, quindi, un veicolo euro 5 (classe che resterà fino al 15 settembre dello stesso anno, quando si passa all’euro 6) e otto anni dopo…zacchete: non può più circolare, in Piemonte, nei centri superiori a 10 mila abitanti.

Così è anche per chi ha acquistato, magari recentemente, un usato risalente a quel periodo: quindi, tutto sommato, ancora in grado di compiere buone percorrenze senza problemi.

Nella nostra regione i comuni superiori ai 10 mila abitanti sono molti (76 a partire, ovviamente, da Torino); magari in provincia di Vercelli no (solo il Capoluogo di Vercelli e Borgosesia), ma in Piemonte sì.

Tutto ciò mentre circolano tranquillamente mezzi pubblici come questo, che – se le targhe dicono qualcosa – sono certamente immatricolati prima del 2005.

Come diceva Totò, c’è chi può e chi non può: io può.

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Perché, dunque, le auto diesel euro 5 sono bandite dalle città da 10 mila abitanti in su?

Perché – dice il Presidente della Regione, Alberto Cirio, che ha firmato il provvedimento inibitorio – “lo vuole l’Europa”.

Al di là delle semplificazioni, è purtroppo vero che la UE ha aperto una procedura di infrazione a carico dell’Italia perché – a dire dei dirigenti “continentali” – avrebbe accumulato ritardi nella lotta alle emissioni dannose in atmosfera.

E, come se non bastasse, ci sarebbe una deriva giudiziaria apertasi proprio in Piemonte, per conseguenza delle censure europee.

Sicchè Piazza Castello (o dove si trova ora il politburo piemontese) non avrebbe potuto fare a meno di adottare un provvedimento cogente quel tanto che basta a coprirsi le terga, nell’ottica di attaccare l’asino dove vuole il padrone green.

Vero o non vero che sia, è chiaro che si tratti di una limitazione che colpisce chi lavora e, verosimilmente, chi non ce la fa a cambiare l’auto, proprio in un momento in cui, come vedremo tra poche righe, la congiuntura è già pesante: salgono i tassi di interesse, i criteri per la concessione del credito sono oggetto di un ulteriore giro di vite, aumentano i prezzi di listino.

Ma andiamo con ordine.

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E’ necessario, anzitutto, dire che il diavolo potrebbe non essere così brutto come lo si dipinge: poco intelligente, forse sì, ma proprio brutto no.

Vediamo i fattori che alleggerirebbero le conseguenze del provvedimento che entrerà (dovrebbe entrare) in vigore il prossimo 15 settembre.

Il primo: il divieto è tale soltanto nel periodo compreso tra il 15 settembre 2023 e fine aprile 2024: non sono così pochi, ma, tutto sommato, sono soltanto sette mesi o poco più.

Opera (ed è il secondo fattore) nei giorni infrasettimanali: da lunedì a venerdì compresi, lasciando libera circolazione il sabato, la domenica ed i festivi.

Infine, lo stop all’ingresso nelle città è dalle 8 alle 19.

E uno, allora, potrebbe dire: ma, quindi, a cosa serve?

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C’è, comunque, ben poco da scherzare, a meno che non si voglia scherzare con il fuoco, come paiono voler fare certi reggitori della Cosa Pubblica.

Perché famiglie ed imprese sono già esasperate e non ci vuole molto ad immaginare quanto pesi il fattore mobilità sulla vita reale delle persone.

Circostanza aggravata, in tutto il Piemonte ed anche a Vercelli, dal fatto che, se in grandi città, come Torino, il trasporto pubblico locale, nelle sue varie espressioni, tutto sommato offre soluzioni, praticabili concretamente, per evitare l’uso dell’auto privata, in periferia non è così.

Se, in provincia di Vercelli, una persona risiede, ad esempio, in uno qualsiasi dei centri minori e deve spostarsi per lavoro nel Capoluogo, la sola soluzione realmente praticabile è quella dell’automobile.

Non dimentichiamo, poi, che l’11 settembre prossimo riprende l’Anno Scolastico: con tutto ciò che comporta la frequenza degli Istituti superiori.

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Allora, che fare?

Ne parliamo con Angelo Santarella, titolare molto conosciuto di Concessionarie d’automobili e presidente dell’Associazione di categoria dei Concessionari vercellesi e valsesiani.

VercelliOggi.it: Dott. Santarella, i Concessionari vedono questa situazione come un’opportunità per vendere più auto nuove o usate, cioè come una opportunità di business?

Angelo Santarella: assolutamente no.

Soprattutto noi Operatori commerciali che siamo abituati a studiare insieme al Cliente le esigenze reali del potenziale acquirente per trovare poi la soluzione più idonea (per un mix di fattori come, ad esempio: più aderente alle effettive abitudini di mobilità, aderente alle possibilità di budget, aderente alle prospettive future della famiglia o dell’impresa) non abbiamo certo piacere che qualcuno si rivolga a noi in quanto “obbligato” a cambiare auto, in quanto, improvvisamente, investito da un “fattore sorpresa” di difficile gestione.

La scelta di cambiare auto dev’essere tale, cioè una scelta libera e, se mi è permesso, anche sempre un momento bello del proprio percorso.

VercelliOggi: però il problema, comunque, presto si manifesterà; cosa proporrete?

Angelo Santarella: dovremo intervenire seguendo più strade.

La prima, anche se può sembrare banale richiamarla, è metterci a disposizione perché l’utente possa aderire al sistema MoVeIn.

VercelliOggi: di cosa si tratta?

Angelo Santarella: MoVeIn è il sistema di monitoraggio dei veicoli potenzialmente più inquinanti istituito dalla Regione, mediante il quale, applicando un dispositivo sul mezzo, la Regione è in grado di controllare quanti chilometri si compiano.

Ad ogni vettura euro 5 è concessa una copertura chilometrica di 9 mila chilometri l’anno.

Che, certo, non sono molti, soprattutto per chi ha comprato un’auto diesel, segno evidente di necessità di percorrenza annuali almeno di media entità.

Però, se pensiamo che il provvedimento scadrà ad aprile 2024, possiamo concludere che i 9 mila chilometri siano, in realtà, il margine di mobilità consentito per i sette mesi interessati.

So che non è molto comunque, ma è indubbiamente un fattore deflattivo delle conseguenze della norma.

VercelliOggi: in passato (lo strumento era già in atto peri diesel euro 4, nei mesi scorsi,ndr) c’è stato, però, chi ha rinunciato all’installazione di MoVeIN in quanto la procedura burocratica risultava macchinosa, almeno per molti.

Angelo Santarella: ecco, qui sta la professionalità degli Installatori (quelli autorizzati sono tre in provincia di Vercelli, ndr); noi dobbiamo offrire un’opportunità semplice e chiara: tu Cliente ci porti l’auto e ci comunichi i tuoi dati e noi ti riconsegniamo “chiavi in mano” il mezzo con il MoVeIn installato.

VercelliOggi: costa molto l’installazione?

Angelo Santarella: in tutto sono 50 euro.

VercelliOggi: insomma, questa è una prima soluzione pratica, che certamente abbatte, almeno per qualche mese, gli effetti negativi della norma.

Ma chi volesse cogliere questa “tagliola” come occasione per cambiare auto?

Angelo Santarella: anche in questo caso, è la professionalità dei Concessionari che dovrà cercare di fare quadrare un cerchio in cui non è facile conciliare i diversi fattori.

Ma ce le metteremo tutta per studiare piani finanziari comunque accessibili per pagamenti anche fortemente dilazionati, così come per reperire mezzi, sul mercato dell’usato, che siano affidabili ed al riparo, anche in futuro, da soprese come questa.

 

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