Ancora una volta la Sesia restituisce il corpo privo di vita di un giovane che nessun male aveva commesso, se non quello di cercare un po’ di svago e refrigerio.
Un ragazzo pakistano, 22enne, da un anno in Italia, Jawad Ahmad.
I suoi amici e connazionali, che hanno passato il pomeriggio sull’argine del fiume, a pochi passi dal Ponte Ferroviario di Vercelli, cui si arriva da Corso Rigola (zona ex Colonia Elioterapica), fino all’ultimo hanno sperato in un esito diverso delle operazioni di ricerca, peraltro imponenti, immediatamente poste in essere dai Vigili del Fuoco e dai Carabinieri: sono intervenuti gli elicotteristi da Malpensa, il gruppo specialistico di Sommozzatori da Milano
(vedi articolo precedente cliccando qui),
le ricerche non hanno trascurato nulla in quel tratto di fiume al quale, con cadenza impressionante e regolare, pressochè ogni Estate, si deve contendere una vita umana.
I compagni di Jawad parlano un inglese fluente e raccontano i particolari dell’incidente: sono testimoni attendibili, ma per ragioni persino ovvie non è possibile anticipare nulla prima che le Autorità abbiano tratto le conclusioni del caso.
Che, per ora, può qualificarsi, appunto, come un malaugurato incidente.