La prima cosa che abbiamo imparato quando eravamo ancora in fasce (e non è un modo di dire), è che “il Bersagliere ha cento penne, ma l’Alpino ne ha una sola”.
Un po’ più lunga, un po’ più mora.
Nozioni basiche quanto indelebili nella memoria, se si pensa che questo canto forse un po’ triste, ma dolcissimo, surrogava quotidianamente la ninna nanna, da zero a tre anni.
Peraltro, si tratta di un canto alpino, ma su questo, oggi, si può sorvolare, privilegiandone il valore pedagogico.
Sicchè – senza falsa modestia – si era preparati a tutte le penne (piume?) che hanno pacificamente invaso Vercelli in questi due giorni, sabato 17 e domenica 18 giugno, per una ricorrenza importante e non solo con riferimento alla vita associativa del Corpo (oggi è una Specialità della Fanteria).
Ricorrono, infatti, in questo 2023, i cento anni (22 giugno) dalla Fondazione della Sezione di Vercelli dell’Associazione Nazionale Bersaglieri: i registri ricordano il nome del Capitano Santino Greppi, ma attorno a lui c’era, naturalmente, tutto un gruppo di commilitoni.
Il 18 giugno, ma del 1836 è, invece, la fondazione del Corpo, per iniziativa di Alessandro La Marmora, Capitano del Reggimento Guardie.
La Sezione di Vercelli è dedicata alla memoria di uno dei più illustri figli di questa terra, martire nel Primo Conflitto Mondiale, dopo essersi meritato due medaglie di bronzo, una d’argento e, infine, nel giorno del supremo sacrificio, si meriterà la Medaglia d’Oro, come le precedenti al Valor Militare, oltre alla Croce al Merito di Guerra.
Si tratta di Giuseppe Paggi.
Sicuramente, un nome tra quelli che più spesso risuonano in città.
Perché a lui è dedicata l’omonima, ora trafficatissima, strada che è la prosecuzione verso il centro di Via Trino.
Ma in pochi a Vercelli ne conoscono la storia, che parla di una vita troppo presto interrotta da una pallottola, mentre, ferito, proprio il 18 giugno 1918, cercava di tenere la posizione, a tutela dei suoi soldati.
Era la Battaglia del Solstizio, di Cà del Bosco.
Giuseppe Paggi era nato il 18 dicembre 1890 a Sali Vercellese, dove era cresciuto in una famiglia contadina.
Poi la “Grande Guerra”, ultimo approdo, per lui come per tanti giovani.
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La Sezione vercellese della Associazione d’Arma che unisce i Bersaglieri conta oltre 100 iscritti che rappresentano la metà di tutti quelli della provincia.
Ha condotto ogni momento delle cerimonie in questi due giorni il Segretario della Sezione e Consigliere regionale dell’Associazione, Paolo Porreca.
Presidente del sodalizio cittadino è Franco Talpo, mentre quello provinciale è Giuseppe Serpetti di Borgo Vercelli.
Presenti anche dirigenti nazionali come il Presidente Onorario, Generale di Corpo d’Armata Benito Pochesci e quello regionale, Francesco Carrù.
Tra o soci illustri della Sezione vercellese, non si può dimenticare l’Onorevole Renzo Franzo; chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, sa che fu sempre orgoglioso di avere servito la Patria come Bersagliere.
I due giorni vercellesi sono stati allietati dalle musiche offerte dalla Fanfara dei Bersaglieri dell’Ossola, che si è esibita sabato pomeriggio nel concerto di Piazza Cavour: il nostro video riprende vari momenti della proposta musicale di questa validissima equipe, diretta da Guido Tomà e della loro esperienza ci parla anche la Madrina della Fanfara, Francesca Zanetta