La follia umana si lascia spesso alle spalle macerie che restano come lugubri testimoni del tempo.
Ma sono macerie che opprimono, soffocano, sovrastano non soltanto gli sforzi di rinascita dei popoli distrutti dalla guerra e da una delle più tremende e crudeli sue forme, la guerra civile ed etnica.
Sono macerie che rendono disperate le condizioni di vita anche degli animali.
E’ il caso della cittadina di Prijedor, devastata dalla guerra in Bosnia Erzegovina, ormai più di trent’anni fa e che sta cercando di recuperare quel ruolo “naturale”, anche per posizione geografica, idoneo a permetterle una piena rinascita, anche economica.
Resta, però, come relitto ancora abbandonato, il canile lager di Kurevo Shelter, dove erano ammassati a centinaia poveri animali, denutriti e tenuti in condizioni igieniche spaventose.
Del resto può non meravigliare più di tanto: in luoghi dove si è potuta concepire e realizzare una mostruosità come la cosiddetta “pulizia etnica”, perché pensare che possa essere riservata ai cani quella umanità esiliata dai sentimenti degli umani?
Ma, come abbiamo visto, a Milano è nata da qualche tempo l’Onlus “Prijedor Emergency”, che sta facendo tanto per assicurare un futuro agli animali, grazie anche all’aiuto che arriva da tanto Volontariato italiano.
Volontariato che si esprime anche con iniziative di sensibilizzazione come quella di oggi, a Prarolo.
Nel piccolo Centro della Bassa Vercellese, mobilitati dall’iniziativa di Monica Bellardone, la referente del progetto per le nostre zone, si sono ritrovate tante persone che hanno voluto dare un contributo, sia concreto, sia in termini di promozione di una più vasta conoscenza di questa realtà.
Così, è nata l’idea di una camminata (alla portata di tutti, circa sette chilometri) insieme ai propri beniamini a quattro zampe, lungo un percorso che, muovendo dal centro polifunzionale di Prarolo, si è snodato tra le risaie, per fare poi ritorno in paese.
Ad attendere i “camminatori”, una fumante panissa, che ha ripristinato il bilancio energetico della mattinata.
Torneremo presto a parlare di questa realtà, di Monica Bellardone, delle iniziative che con il suo gruppo sta mettendo in piedi.
Ringraziamo per il contributo al fotoservizio Alessandra Bellardone.