(marilisa frison) – I trinesi non si sono spaventati della pioggia e nonostante il brutto tempo alle 6,45 di ieri, lunedì primo maggio, festa di San Giuseppe lavoratore, puntuali, si sono ritrovati numerosi alla Cappelletta per il tradizionale e irrinunciabile Pellegrinaggio a Crea per rendere onore e grazie alla Madonnina.
Ad attendere i suoi parrocchiani e dar loro il benvenuto don Patrizio Maggioni che, dopo la preghiera iniziale, ha guidato il gruppo passo dopo passo, sfidando le intemperie con ombrelli e impermeabili, godendo il panorama sempre bello, fino al Santuario di Crea.
Il tutto, riscaldati dalla fede, tra salite, discese, pianura e tratti impervi, non sono mancate le tradizionali tappe preghiera.
L’ultimo tratto, il più duro, è stato affrontato con sfida, fatica e la gioia dell’arrivo, per avercela fatta nonostante tutto ed essere puntuali per la Santa messa delle 11.
Il Santuario era gremito, qualcosa di straordinario, infatti, una grande croce attirava l’attenzione dei presenti, erano giunti Pellegrini dalla Liguria e avevano portato al seguito la Confraternita del Santissimo Sacramento di Lavagna e la loro gigantesca Croce, una delle quattro di loro appartenenza.
Al suono della campanella, è seguito un sontuoso ingresso dei sacerdoti accompagnati dal coinvolgente canto della corale, un inno a Maria.
Il Rettore del Santuario del Sacro Monte di Crea, mons. Francesco Mancinelli, ha fatto gli onori di casa e ha dato il benvenuto ai Pellegrini, arrivati anche da Lavagna e Chiavari, accompagnati dal loro Vescovo Giampio Luigi Devasini, dal parroco di Lavagna don Federico, a don Patrizio Maggioni parroco di Trino, a don Francesco Garis.
Ha reso onore allo splendido Crocefisso della tradizione ligure, che rappresenta davvero la religiosità di quella terra e qui presente è segno davvero che unisce tutti i Cristiani, perché siamo membra del suo corpo. Ha nuovamente salutato tutti i Pellegrini arrivati da Chiavari, Lavagna, Trino, Quarti e don Manuel, moderatore dell’Unità Pastorale, che accompagnava i parrocchiani di Sizzano, Diocesi di Novara.
Quindi, ha decretato mons. Mancinelli: “abbiamo davvero una riunione di Chiese, rappresentate dai fedeli laici, dal Vescovo, dai Presbiteri, che esprimono la bellezza dell’unità nella diversità”.
Ha salutato in modo particolare due coniugi suoi parrocchiani di Forneglio, Rosalba e Franco che festeggiano proprio in questo giorno i loro 54 anni di matrimonio.
Dopo la benedizione impartita con il Vangelo, il Vescovo nell’omelia ha ricordato: “Gesù è l’unico Pastore, il Papa, i Vescovi, i sacerdoti, sono sacramento,segni, immagini, lui è l’unico Pastore il buon bel Pastore ed è pastore universale, perché conosce le sue pecore e le chiama tutte per nome e le pecore conoscono Lui, accolgono la sua persona, i suoi esempi, i suoi insegnamenti, il suo amore, accolgono la sua parola, perché colgono in questa parola l’unica risposta a quell’attesa di pienezza di significato, l’attesa di gioia, che abita il cuore di ogni uomo. Gesù non ama i recinti e spinge le pecore fuori dal recinto…”.
La benedizione finale, il saluto a Maria e la foto di gruppo hanno chiuso la singolare celebrazione.
Un plauso ai due confratelli del Santissimo Sacramento che per tutta la Santa messa hanno sostenuto, a turno, il pesantissimo crocifisso, 80 kg. Questo Crocifisso è simbolo di morte e resurrezione di Gesù Cristo, le tre parti cantonali sono l’albero della vita.
Complimenti al gruppo trinese formato da molti giovani che mantengono questa bella tradizione di fede.
Da non perdere il video.
Dopodiché, pranzo al sacco per i trinesi.