Si è svolta ieri, martedì 1 febbraio, la seconda Conferenza dei servizi della Provincia di Biella che sta valutando il progetto dell’impianto di incenerimento dei rifiuti speciali, ovvero di scarti dei processi industriali, ma anche di quei rifiuti prodotti da noi cittadini che sono definiti urbani.
Una lunghissima giornata di lavori in un’aula virtuale straordinariamente gremita.
Eravamo in molti presenti, uditori e partecipanti, alla Conferenza di Valutazione d’Impatto Ambientale della Provincia di Biella: enti preposti, amministratori comunali e associazioni.
Le incoerenze e mancanze rilevate dai diversi soggetti presenti alla seduta della Conferenza sono molte.
I Comuni di Cavaglià e Santhià, che hanno diritto di parola, ne hanno presentate molte e tutte circostanziate.
Il Comune di Cavaglià è stato molto preciso e utile tecnicamente sia nell’intervento dell’Ufficio Tecnico che in quello del sindaco Mosé Brizi.
Angela Ariotti, sindaco di Santhià, ha invece indicato con chiarezza il futuro che anche noi auspichiamo. “Sono in corso delle attività di rinascita proprio di questo territorio – ha spiegato Angela Ariotti – per citarne solo alcune: vi è uno dei migliori campi da golf del nord Italia proprio nelle vicinanze dell’area interessata al progetto. Abbiamo, inoltre, attività agricole innovative come il frutteto biologico di 25.000 meli di recente piantumazione – e ha continuato a spiegare con il giusto fervore – stiamo anche promuovendo il turismo lento con l’associazione di Comuni Slowland. Questo tipo di turismo è per noi già una realtà perché, ormai da qualche anno, vi è un flusso continuo di camminatori sul Cammino d’Oropa e sulla Via Francigena. E’ una realtà, fatta di iniziative private e pubbliche, che sta facendo rinascere il nostro territorio e lo sta portando fuori dall’abbandono e dallo spopolamento. L’inceneritore non aiuterebbe in questo lavoro, anzi, sarebbe una vero e proprio impedimento”.
In seguito è stata data lettura dall’organo tecnico della relazione finale che segue l’inchiesta pubblica. Anche loro hanno evidenziato le molte problematiche e perplessità, chiedendo risposte e integrazioni specifiche al proponente.
I temi sollevati sono molti; ne facciamo un breve elenco.
Ci sono quelli che riguardano la matrice terra e acqua: le ricadute dei fumi sul terreno, l’area di ricarica delle falde, i pozzi, il trattamento dei reflui e probabili sversamenti, le zone sensibili, la valutazione dei rifiuti in ingresso, lo studio dello stato qualitativo precedente all’opera per quantitativi metalli pesanti, le sette sostanze pericolose a bassa degradabilità e persistenti sul terreno con rischio di ripercussioni sulle falde acquifere.
Per continuare l’elenco ve ne sono altre che riguardano l’atmosfera: le emissioni, l’impatto inquinanti, la ricaduta delle polveri in un raggio più ampio di quello previsto, gli odori e i rumori, l’impatto sui bambini, la mappatura dei siti (asili, case di riposo, etc).
Molto importante, ed è stata richiesta a più voci, sarà la valutazione dello stato di salute precedente l’opera della popolazione potenzialmente esposta.
Sono tutti rilievi importanti e che ci motivano sempre di più nella nostra posizione contraria a questo impianto di incenerimento dei rifiuti. Sarebbe un inceneritore in cui verrebbero portati rifiuti da almeno tutta la Regione (se non oltre), essendo la capacità dell’impianto proposto 10 volte il fabbisogno attuale della Provincia di Biella.
Dopo questa lunga giornata continuiamo serenamente la nostra battaglia perché la Valledora sia sempre più la valle dell’agricoltura biologica e del turismo sostenibile.
Movimento Valledora
Redazione di Vercelli