(marilisa frison) – In onore di San Giovanni Bosco, il parroco di Trino, don Patrizio Maggioni, ha realizzato uno spettacolare dipinto a olio del Santo protettore dei giovani, che ha benedetto durante la Santa messa delle 18 di lunedì 31 gennaio, in San Bartolomeo.
Nobile l’intenzione del sacerdote che, notata l’effige di don Bosco presente nell’edicola dello stabile dell’oratorio Sacro Cuore, un tempo salesiano, era consunta, ma sempre venerata e omaggiata di fiori e di candele da parte dei devoti. Ha dipinto personalmente un nuovo ritratto del Santo, su misura, in modo da coprire la vecchia effige senza eliminarla.
Ridando decoro e il giusto valore a colui che è morto, consumato per sfinimento, donando tutta la sua vita ai suoi giovani, come aveva promesso.
La celebrazione organizzata dagli ex allievi Salesiani, ha avuto inizio con una breve bibliografia del Santo fatta da Giancarlo Tione e subito dopo Mario Buffa, presidente Aido ed ex allievo ha ricordato, nella messa, i nomi dei Salesiani deceduti che hanno operato in città: Giovanni Succi, Provino Simoniato, Eligio Pertusati, Eugenio Pettenuzzo, Giovanni Bissacco, Dario Bianco, Antonio Maria Bruni e Mario Schiavelli.
Toccanti le parole di don Maggioni nel descrivere la vita non facile di Giovanni, proveniente da una famiglia povera e orfano di padre a soli due anni, nonostante ciò lui è divenuto papà di molti ragazzi.
Come ogni buon padre ha educato i ragazzi a tirare fuori tutto il meglio di sé.
A tale riguardo al termine della funzione religiosa ha fatto vedere ai presenti un breve filmato in cui don Bosco camminava sulla fune per attirare i ragazzi e curarne la vocazione, che non è la vocazione sacerdotale, ma la predisposizione di ogni singolo per ciò che è stato creato. Tirava fuori i doni di ognuno per fargli riconoscere e percorrere felicemente la propria strada: “Fate tutto per amore e nulla per forza”, questo è quello che don Bosco ha fatto con i suoi ragazzi.
Al termine è stato distribuito il pane benedetto offerto dagli ex allievi salesiani e sono stati estratti a sorte e premiati i ragazzi che avevano portato all’inizio della messa un questionario, rispondendo in modo esatto a domande fatte dal sacerdote sulla vita dell’Alfiere dei giovani.
Un grazie a don Pato, per il grande interesse per i nostri giovani, nonostante il periodo di chiusura che stiamo affrontando.