Venerdì 21 aprile alle ore 17.30 in collaborazione con Soprintendenza, Università del Piemonte Orientale e Università dell’Insubria si parlerà di “L’insula episcopalis di Vercelli tra medioevo ed età moderna: riflessioni su topografia, strutture materiali e dati bioarcheologici”, per una conferenza addirittura a quattro voci, che sarà tenuta da Eleonora Destefanis dell’Università del Piemonte Orientale, Roberta Licata e Marta Fusco dell’Università dell’Insubria e da Francesca Garanzini, Funzionario archeologo della Soprintendenza per la Città di Vercelli.
Argomento della conferenza sarà, questa volta, non la Vercelli romana, ma quella medievale, fino a quella tre – quattrocentesca, indagata al passaggio all’età moderna, per la quale si andranno a mettere in luce le evidenze archeologiche delle strutture e degli edifici ecclesiastici, alla scoperta della città dei vescovi successori di Eusebio, fino al passaggio dalla dominazione viscontea e quella sabauda.
Eleonora Destefanis è professore associato di Archeologia Cristiana e Medievale presso l’Università del Piemonte Orientale.
I suoi interessi di ricerca vertono sui complessi ecclesiastici e, in particolare, sui monasteri altomedievali e medievali.
Nel territorio vercellese, ha lavorato su vari monasteri del territorio, tra cui l’abbazia di Santa Maria di Lucedio, cui ha anche dedicato un volume monografico, e il priorato Santi Pietro e Paolo di Castelletto Cervo, ove ha diretto campagne di scavo pluriennali.
Attualmente, è impegnata in un progetto di ricerca presso il monastero di San Genuario di Lucedio, il più antico documentato in Piemonte.
Inoltre, opera sul sito di Santa Maria Maggiore, in collaborazione con l’Università dell’Insubria e la Soprintendenza, nello studio del complesso funerario presente nei sotterranei della chiesa.
Francesca Garanzini, dopo aver esercitato come archeologa libera professionista, dal 2010 entra in organico nella Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte: Funzionario Archeologo dal 2012, dal 2016 è Funzionario Responsabile Area Funzionale Patrimonio Archeologico della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli.
Affianca l’attività istituzionale con la pubblicazione dei risultati di numerose indagini sui “Quaderni di Archeologia del Piemonte” e negli atti di diversi convegni. Collabora spesso con università e istituzioni museali.
Marta Licata opera presso il Centro di Ricerca in Osteoarcheologia e Paleopatologia, Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita, Università degli Studi dell’Insubria per il quale è Responsabile scientifico del Progetto di Ricerca “I paesaggi della Valcuvia. Riqualificazione ambientale attraverso un percorso archeologico: valorizzazione, tutela e fruizione”.
Collabora al progetto Roberta Fusco, antropologa fisica e culturale, Assegnista di ricerca anche lei membro del Centro di Ricerca in Osteoarcheologia e Paleopatologia dell’ Università dell’Insubria.
L’ingresso alla conferenza è gratuito e libero fino ad esaurimento posti.
Per info 0161 649306 o macvercelli@gmail.com.
Sabato 22 aprile, poi, alle ore 15, imperdibile doppia visita guidata dal titolo “Dalle parole ai reperti: l’area di Santa Maria Maggiore vista con gli occhi dell’Archeologia”, evento a cura di Fabio Pistan con partenza dal MAC e successivo spostamento al Museo Leone.
Al costo di 7 euro sarà possibile seguire la vista in entrambi i musei.
Per questo evento è invece obbligatoria la prenotazione al n. 0161 649306 o scrivendo a macvercelli@gmail.com.
Redazione di Vercelli