Chi ci fa una ben magra figura sono i Consiglieri Comunali del Pd e di SiAmoVercelli, che si sono fidati dei leghisti rimasti nella Lega.
Come avevamo in qualche modo preconizzato,
ora il titolo di Sagacissimo è senz’altro il loro – leggi qui -.
Ma andiamo con ordine.
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Dunque sappiamo che oggi, 30 marzo, era iscritta all’Ordine del Giorno del Consiglio Comunale una mozione dei due gruppi di Opposizione, per dire a Lavarino: guarda che non rappresenti più nessuno e, quindi, pensaci bene, magari è il caso di dimetterti.
Nei giorni precedenti, tutto un balletto di contatti e bisbiglii.
E qui i rumors si sprecano.
Capo primo: i Consiglieri di Opposizione avrebbero fatto questa scelta perché, qualche settimana fa, si sarebbero parlati con lo stesso Gian Carlo Locarni.
Non potendo (perché si cagavano addosso) firmare, anche loro leghisti, una mozione di sfiducia nei confronti di Lavarino, avrebbero chiesto che le castagne dal fuoco gliele togliessero le minoranze.
Sicchè quelli della minoranza si erano illusi: non firmano con noi per presentare la mozione, ma poi in Aula la votano.
E tutti quelli che, in politica, sono capaci di fare un due più due, giù a dire qualcosa del genere:
ma no, ragazzi, fate attenzione, guardate che quelli della Lega, all’ultimo, si cagano addosso e vi fregano, non voteranno con voi.
Non firmano ora e poi nemmeno votano: quindi restate con il cerino in mano.
Del resto, è da quattro anni che calano le brache sempre e su tutto.
Sono succubi del Ghiottone, più che seguaci di Matteo Salvini.
Mugugnano, tirano il sasso e nascondono la mano: ma poi calano le brache.
E così è stato.
Si vede che hanno avuto effetto (capo secondo), tra gli altri, gli amichevoli consigli che (dicunt) sarebbero stati rivolti a Locarni:
se la Lega fa anche solo arrivare in discussione l’argomento, ti facciamo saltare il posto di Assessore.
Così, oggi, i sette Consiglieri Comunali leghisti si sono astenuti.
E con 13 voti della maggioranza, contro 12 dell’Opposizione (sette astenuti della Lega) il Consiglio ha deciso che di questa mozione non si dovesse neppure discutere.
Non affliggiamo i Lettori entrando nel merito delle intraducibili motivazioni di apparenze giuridiche che, secondo (ad esempio) il Sindaco o Giorgio Malinverni, avrebbero reso irricevibile l’istanza delle Opposizioni.
Troppo difficili da capire per noi, figuriamoci da raccontare.
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Del resto, per la Lega è tempo di convulsioni e tensioni ancora non risolte.
Il tentativo di fare eleggere per forza alla carica di Segretario Provinciale il gattinarese Daniele Baglione sta producendo ulteriori spaccature.
A livello cittadino si è vicini alla nemesi.
Oggi bisogna dire il karmàn, ma si è sempre detto in tanti modi:
chi la fa l’aspetti.
Quel che è dato è ridato.
Le disgrazie sono come le foglie, chi le manda le raccoglie.
Ma il concetto è la nemesi: fai una porcata e presto o tardi la paghi.
Cosa starebbe accadendo?
Che Dante sarebbe presto sostituito, alla Segreteria Cittadina, proprio da quel Maurizio Tascini che lui stesso contribuì a fare fuori da Assessore, pochi mesi orsono.
Per il ri-fondatore della lingua italiana, un premio di consolazione con una carica che potrebbe contare come il due di picche a briscola, la Vice Segreteria provinciale: vice segretario di Daniele Baglione.
Un bel salto.
I movimenti di oggi in Consiglio Comunale aiutano, per certi versi, a chiarire quelli che, un anno oggi, porteranno alla designazione del candidato Sindaco del Centrodestra.
La Lega (quelli rimasti) si calerà di nuovo le brache e riproporrà Andrea Corsaro.
Come finirà?
Chi vivrà, vedrà.