(marilisa frison) – La Comunità pastorale n. 12, che accorpa le Parrocchie di Trino, Tricerro, Palazzolo e Robella, mercoledì 8 marzo 2023, ha ricevuto la vista dell’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo.
Il Pastore della Chiesa eusebiana alle 21 ė stato accolto dal parroco don Patrizio Maggioni, da don Riccardo Leone e dal Consiglio della Comunità, a Trino, nel salone delle riunioni e delle feste da poco intitolato a don Gariglio.
L’Arcivescovo era accompagnato dal Vicario Generale don Stefano Bedello ed i trinesi hanno salutato molto volentieri e con affetto il loro concittadino illustre.
Si è creata subito una bella atmosfera armoniosa tra i presenti e l’Arcivescovo, ricorrendo la giornata dedicata alla donna, ha fatto gli auguri a tutte le signore presenti e ha parlato della fantastica pianta di mimose fiorita dell’Arcivescovado.
Dopo i saluti e la preghiera iniziale, uno ad uno i Consiglieri si sono presentati spiegando i compiti e i ministeri svolti nella comunità.
L’Arcivescovo da buon Pastore è venuto a verificare personalmente il cammino e l’integrazione delle realtà parrocchiali facenti capo a Trino, iniziato cinque anni fa.
Don Maggioni ha fatto un resoconto di quanto messo in atto:
“Il cammino sinodale è cercare di migliorare il legame tra di noi, ma non si può fare in tutta la parrocchia allo stesso modo, penso sia giusto iniziare a formare un gruppo di persone vicine, per poi propagare il cammino a tutti gli altri. Non è semplice andare insieme, ogni parrocchia è abituata a fare da sė, e rompere gli schemi e mettersi insieme richiede tempo, formazione, ogni parrocchia ha la sua storia e tante realtà diverse. A tutte le riunioni partecipano sempre le stesse persone, ci stiamo domandando come fare per coinvolgere più persone, non è una cosa facile.
Abbiamo parlato di pace in un incontro organizzato per tutta la comunità con don Renato Sacco e da lì è partita l’iniziativa di lasciare aperta la chiesa l’11 di ogni mese, dalle 21 alle 23, per un momento di riflessione personale. È stato dato anche un questionario a tutte le famiglie per sentire le loro opinioni – Inoltre ha proseguito il sacerdote – per diversi venerdì sera è stata organizzata un’Agape, dove si condivideva ciò che ciascuno portava, proprio per rafforzare quest’unione tra laici e sacerdoti. Tanto è stato fatto anche con l’aiuto degli animatori, coinvolgendo ragazzi e famiglie, ma dobbiamo ancora cercare di migliorare nei vari ambiti, in modo di coinvolgere e creare sinergia con la scuola, lo sport, le Associazioni di Volontariato, il Comune. È importante far crescere questa collaborazione con le forze laicali locali per creare delle comunità future, in grado di sostenersi e gestirsi reciprocamente, in previsione di un futuro con meno sacerdoti […]”.
L’Arcivescovo ha molto apprezzato il cammino fatto e ha ribadito che non ci deve essere un Consiglio Pastorale di ogni parrocchia, ma il Consiglio Pastorale deve essere un organismo che pensa insieme tra i laici e i preti per risolvere i problemi di fondo della Comunità e deve vivere questa “corresponsabilità”.
“Dobbiamo essere tutti responsabili, non solo i sacerdoti. Questo è importante per prendere una direzione unica, e ogni parrocchia deve avere una commissione che fa applicare le direttive. Le singole parrocchie si devono sentire coinvolte e non emarginate, si devono sentire tutte cuore pulsante, per vivere meglio”.
Ha molto insistito sul fatto di essere uniti e fare le cose insieme, camminare insieme.
Il Vicario Generale ha fatto presente che per qualsiasi problema si può fare capo alla Curia, che è a disposizione per dare qualsiasi tipo di supporto nelle varie problematiche che si possono riscontrare.
Don Marco, come l’Arcivescovo ama essere chiamato, al termine si è complimentato per l’impegno e la vivacità di questa Comunità Pastorale e ha ricordato:
“Il bene di Gesù non deve mai essere perso di vista, se facciamo cessare questo amore, se finiamo di percepire questo amore, finisce la nostra vita, finisce l’essere cristiani, finisce tutto e non abbiamo più la forza interiore. Grazie Signore per volerci bene”.
È seguito un piccolo momento conviviale.