Riceviamo e pubblichiamo
Parlando con diverse persone mie amiche ho notato una grande delusione per il comunicato dello scorso otto marzo dove il Comitato Promotore dell’Alpàa dà la colpa sostanzialmente ai cittadini del futuro incerto della manifestazione più importante per la Valsesia. Sicuramente non è semplice organizzare una così importante manifestazione e sicuramente le responsabilità sono molte.
Ma fare un elenco di cause in cinque punti di cui quattro sono colpa dei cittadini pare davvero uno scarica barile.
Al punto due si tirano in mezzo i commercianti rei di non aver contribuito abbastanza. Come se non fossero passati da due anni di pandemia e da tutte le restrizioni/chiusure forzate che ben ricordiamo a dilaniare le casse degli esercenti, che anzi con l’Alpàa vedevano una bella boccata di ossigeno.
Si dà colpa al punto tre di alcuni esponenti della vita amministrativa che avrebbero attaccato gli organizzatori, una cosa che non sarebbe di aiuto. Come se chiedere chiarezza sui conti sia una colpa. E come se il dibattito politico sia un problema per organizzare il tutto.
Si dà colpa alle associazioni al punto quattro tutte composte da volontari che si danno da fare gratuitamente per il territorio varallese. Colpa anche loro dunque.
Certo che se si fossero incentivate le Pro loco, ad esempio, che invece in questi anni hanno dovuto fare i conti con lo sbarramento del chiringuito situato dal comitato all’ingresso della loro area vicino alle scuole che drenava molti giovani partecipanti a favore di industriali, che non avevano indispensabile bisogno di quei guadagni, forse i volontari delle Pro loco avrebbero apprezzato. Invece no. Cornuti e anche mazziati. Prima li strozzi, così li dimezzi e poi gli dai la colpa.
Si dà la colpa nell’ultimo punto ai varallesi. Non tutti probabilmente apprezzano la manifestazione com’è naturale. Ma si tratta di una minoranza. Cui addossare le colpe sembra ingiusto. Profondamente ingiusto. Al punto da sentirmi offeso anche io che sono solo originario della Valsesia. Figuriamoci chi ci vive.
Le mancanze della precedente gestione sono evidenti. Sono mesi che si parla dell’incompatibilità del vecchio presidente Eraldo Botta (che aveva minacciato di dimettersi da presidente dell’Alpàa se Bondetti non avesse vinto le elezioni tra l’altro) e degli approfondimenti che si stanno verificando sui bilanci. E se su questi chi di dovere dirà la sua, pare una vera presa in giro il ribaltare la colpa su di tutti tranne che su se stessi. Perché è chiaro che questo comunicato parte di fatto dal municipio.
E quando mai si è vista un’amministrazione dare tutte le colpe ai cittadini indistintamente per un fallimento amministrativo?
Mai nessuno di loro, si vede, ha provato cosa vuol dire pagare le tasse quando si è in proprio, non avere orari, avere mille pensieri e mille preoccupazioni e farsi anche un gran mazzo proprio per l’Alpàa.
Sia per far fare bella figura anche alla città che per raccimolare un pochino di fondo cassa che permetta di arrivare a fine anno sani e salvi.
O non ha mai fatto nulla nelle associazioni che nel loro piccolo tengono in vita il territorio tra mille burocrazie e con pochi mezzi.
Un vero peccato insomma. Si sarebbe forse maggiormente apprezzata una bella soluzione alternativa.
Magari anche più essenziale.
Invece che dare le colpe senza però dare una soluzione se non la chiusura di tutto.
Molti varallesi sono stanchi di questo atteggiamento. Che poi siano gufi o cornacchie poco importa.
Massimo Bianco Blog
Redazione di Vercelli