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COLDIRETTI VERCELLI-BIELLA – Ue: no al riso estero al triciclazolo      

Rappresenterebbe un passo indietro sul principio di precauzione

Bassa Vercellese, Vercelli Città

No al riso asiatico trattato con il Triciclazolo, sostanza chimica vietata nell’Unione Europea per ragioni di sicurezza e per la salute. E’ quanto afferma Coldiretti che chiede al Governo, tramite una lettera firmata insieme a Filiera Italia, di bloccare, a livello Ue, qualsiasi autorizzazione a tollerare una certa quantità di questo sostanza per il prodotto che arriva da fuori i confini dell’Unione in particolare da Cambogia, Myanmar, Vietnam, India e Pakistan.

Un rischio concreto dopo il parere favorevole dell’Efsa (l’autorità europea per la sicurezza alimentare) all’introduzione di una “franchigia” di tolleranza per i residui di Triciclazolo nel riso importato, nonostante che dal 2016 l’utilizzo di questa sostanza sia stato vietato nella Ue.

La fissazione del nuovo limite, una istanza avanzata dalla multinazionale che produce tale principio, non è automatica, ma dipende da una procedura legislativa che della Commissione Europea, che potrà decidere se introdurre, dopo il voto favorevole degli Stati membri, il nuovo limite proposto.

In alternativa, la Commissione potrebbe decidere di ignorare la valutazione dell’Efsa sui livelli di Triciclazolo.

A partire dal 2016 l’uso di tale sostanza attiva è stato vietato in Ue e sono state vietate anche le importazioni di prodotti con residui superiori al livello di quantificazione analitica.

Permettere una certa quantità di tale principio chimico nel prodotto importato – evidenzia Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo – oltre a danneggiare le nostre imprese, rappresenterebbe un passo indietro sul principio di precauzione. L’ammissione di una quantità permessa nel riso importato è anche apertamente in contrasto con il principio di reciprocità che impone ai prodotti derivanti da Paesi terzi gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali previsti per i prodotti UE. Un principio che dovrebbe caratterizzare ogni atto normativo della Commissione, a partire dai trattati commerciali internazionali”.

Come anche la maggior parte dei cittadini italiani crede, secondo un sondaggio Coldiretti, è inutile imporre alle imprese italiane leggi sempre più severe se poi si consente ad imprese spregiudicate o a interi settori produttivi di altri paesi, senza legislazioni analoghe, di invadere il mercato italiano a prezzi stracciati  – il Direttore Luciano Salvadori -. Con lo stop alla clausola di salvaguardia sul riso gli arrivi dal Myanmar sono aumentati in quantità di oltre 30 volte nel 2022, una vera e propria invasione che pesa sui produttori italiani già gravemente colpiti dalla siccità e dal rincaro dei costi di produzione. Una situazione che colpisce la sopravvivenza delle nostre aziende, dove si concentra la maggior parte della produzione di riso con 8 milioni di quintali, circa 1900 per un totale di 117 mila ettari”.

 

Redazione di Vercelli

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