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Damiano Maris ed Andrea Conte con le valigie in mano? - Sembra questione di pochi giorni

TRIPPA PER I GATTI / 897 - Quella landing zone per Massimo Simion - I cambi di casacca prossimi venturi in Consiglio Comunale necessari per la tutela del posto - Il nuovo centro di gravità permanente della maggioranza in Comune - 

Il Commissario Enrico Montani avrebbe anche potuto fare peggio, ma sarebbe stato difficile per chiunque

Tante sono le analogie tra questo fine anno 2022 della Giunta del Niente e la fine dell’anno 2017 per la Giunta del Sindaco Maura Forte.

In entrambi i casi, siamo a 18 mesi dalla tornata elettorale (oggi 2024, allora 2019).

Allora come oggi tanto la maggioranza quanto l’opposizione sono  percorse da crisi interne che portano a cambi di casacca.

Niente di nuovo sotto il sole.

Ma andiamo con ordine.

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DICEMBRE 2017 E DICEMBRE 2022, ANALOGIE E DIFFERENZE

Il renzismo, che aveva reso invincibile, a tutti i livelli, il Pd nel 2014 (elezione della Giunta Forte), nel febbraio 2017 era giunto al capolinea, senza che ad esso vi fosse una vera alternativa, in area progressista.

Il Pd era il maggiore partito anche della maggioranza in Comune di Vercelli.

Maggioranza che andava sgretolandosi, trovando il momento più difficile della propria crisi proprio a dicembre 2017.

Mutatis mutandis, la Lega, il partito trainante della nuova ed alternativa maggioranza comunale, uscita dalle urne nel 2019, entra ora in una crisi profonda che sostanzialmente (ma non solo) paga il dazio del sostegno parlamentare al Governo Draghi.

Quanto alla leadership di Matteo Salvini, lo scorso 25 settembre è parso quasi come un 25 luglio 1943.

Senonchè i molti Ministeri “portati a casa” da Via Bellerio per ora paiono essere un collante sufficiente ad assicurare una almeno momentanea tenuta.

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LE DUE (ANZI, TRE) DIFFICOLTA’ DELLA LEGA

A Vercelli, soprattutto la Lega sconta anche la delusione per i mancati risultati.

Per il momento nessun problema strategico pare risolto.

Mentre questa maggioranza (Giunta Corsaro III) ha confermato alcune importanti decisioni di quella precedente:

soluzione del Coperchio al Centro Nuoto;

fabbrica dei pallet di Iren (piano industriale di Asm approvato dalla Giunta precedente) e ora si prepara anche ad avallare la

scelta sulla gestione privata degli acquedotti di tutta la Ato2, cioè oltre 170 Comuni, tra Vercelli, Valsesia, Casale, Valenza, Biella (patti parasociali firmati a maggio 2016 tra Maura Forte e Iren).

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La crisi vercellese della Lega somma, dunque, tre diversi, ma convergenti fattori di difficoltà.

Il primo è il “trascinamento” al basso, determinato dalla fase di declino nazionale.

Il secondo  è la difficoltà di motivare al proprio elettorato la mediocrità del governo Corsaro III e la sostanziale continuità con le scelte della Giunta precedente.

Il terzo  è il redde rationem che consegue al siluramento del leader incontrastato del partito per i sei anni successivi alla prematura scomparsa di Gianluca Buonanno, Paolo Tiramani.

Perchè  i vertici nazionali e regionali della Lega hanno deciso di mettere ai margini l’ex Sindaco di Borgosesia?

Questo non lo ha ancora spiegato davvero nessuno.

La storia di una punizione per il suo (tentato) passaggio a Fratelli d’Italia lascia il tempo che trova.

E, d’altro canto, non va dimenticato che, a tutt’oggi, Paolo Tiramani sia sempre un socio militante della Lega e con un certo seguito: circostanza non banale se si pensa come, in politica, la ruota giri.

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E’ altrettanto noto che la Lega abbia mandato qui un Commissario politico nella persona dell’ex Senatore Enrico Montani.

Il suo compito è difficile e, almeno per ora, pare che lo stia facendo nel modo meno comprensibile, per non dire peggiore, tra i vari possibili.

Però bisogna riconoscere che sia difficile.

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Il gruppo della Lega in Comune a Vercelli è stato, di fatto, guidato per tre anni da Alberto Cortopassi.

Qualcuno, tra i Consiglieri ha accettato questo stato di cose per una certa vocazione alla sottomissione.

Qualcun altro perché ha avuto la sua bella convenienza.

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Tra questi, ad esempio, Gian Carlo Locarni e Romano Lavarino, amici amici di Maurizio Tascini, ma sono stati i primi d’accordo a farlo fuori.

Amici, amici e poi ti rubano la bici.

Del resto, cadendo una testa (togliendo Tascini dall’Assessorato alle varie ed eventuali, ma lo stipendio è uguale agli altri) sono andati a posto due fondoschiena su altrettante sedie: Locarni gli è subentrato in Giunta e, a sua volta, Lavarino è succeduto a Locarni alla Presidenza del Consiglio Comunale.

Che ora frutta uno stipendio mensile analogo a quello di un Assessore che prende il 60 per cento del 6.600 euro lordi al mese di competenza del Sindaco.

Ma non divaghiamo.

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Qualcun altro (fra i leghisti) infine, perché era sostanzialmente d’accordo, sapendo che il Ghiottone fosse realmente delegato da Tiramani, a prescindere dalle appartenenze di partito.

Quelli che ne sanno di cose interne al microcosmo leghista dicono che la corrente più fedele al Ghiottone, in Comune di Vercelli, sia (e sia stata) rappresentata dal sagace Vice Sindaco Massimo Simion, da Margherita Candeli

(e si è visto – leggi qui)

e da Damiano Maris.

Consigliere Comunale subentrato a non ci ricordiamo chi, e di cui non si parla mai se non per preconizzarne cambi di casacca.

Che, per la verità, l’ interessato ha sempre negato – leggi qui – .

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UNA LANDING ZONE PER MASSIMO SIMION

Come è noto, gli Assessori non fanno parte dei Gruppi Consiliari: non sono Consiglieri Comunali.

Però hanno bisogno di una certa “legittimazione” politica, cioè di essere sostenuti da qualche componente dell’Assemblea.

Un bisogno che non è tale a livello giuridico formale, ma politico.

Sei Assessore se: 1) ti nomina fiduciariamente il Sindaco  (è il caso di Luigi Michelini o Ketty Politi), oppure 2) ti sostiene un certo numero di Consiglieri.

E qui cascherebbe l’asino per il Sagacissimo, che alcuni dicono sia anch’egli al termine del proprio percorso leghista e da tempo nel mirino di Dante (affettuoso nick name attribuito al facondo e forbito Locarni) che vorrebbe per sé la carica di Vice Sindaco.

Sicchè occorre(rebbe) trovare, in Aula consiliare, una landing zone per Massimo Simion.

Qualcosa come un “centro di gravità permanente” per conservare il posto.

In questo senso potrebbe trovare la ragion d’essere la costituzione di un nuovo gruppo, autonomo e di maggioranza.

Composto proprio (se fosse) dallo stesso Maris.

Ma uno è poco.

Il secondo?

Da tempo si parla di un passaggio da un capo all’altro dell’aula.

Dall’opposizione passerebbe in maggioranza Andrea Conte, eletto nel gruppo di Voltiamo Pagina con Roberto Scheda e Paolo Campominosi.

In questo caso, due Consiglieri potrebbero bastare per giustificare ed assicurare, se non anche i galloni di Vice Sindaco, almeno un Assessorato, all’artefice di tutte le migliori performance del Centrodestra nella sua Santhià.

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Proprio Simion, nella sua veste di Vice Sindaco, ha presieduto la Giunta Comunale del 12 dicembre scorso.

Nel corso della quale si è voluto collegare telefonicamente al Sindaco Andrea Corsaro, ora ristabilito e che si prepara a tornare al suo posto di combattimento nello Studio Azzurro di Palazzo Civico.

A qualcuno è sembrato che la telefonata non fosse di soli convenevoli, ma intendesse soprattutto tenere informato il Primo Cittadino sulle principali deliberazioni, acquisendone altresì il parere.

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Che succederà, dunque, nei prossimi giorni?

Probabilmente questo (dicunt): Maris e Conte potrebbero dare vita ad un autonomo gruppo di maggioranza.

Il momento delle decisioni potrebbe essere vicino anche per Massimo Simion.

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E le analogie tra 2017 e 2022?

Per ora fanno i conti con alcune differenze.

E’ vero che le Giunte comunali di Vercelli, che nel 2017 erano a trazione Pd ed ora sono ora a trazione Lega (quanto a numeri in Consiglio, dopo le elezioni del 2019), scontavano e scontano il trascinamento negativo, a livello locale, della performance elettorale nazionale dei rispettivi partiti.

Ma – qui la differenza principale – a livello locale ora c’è una forza di governo che è in ascesa, appunto Fratelli d’Italia.

Non è poco, ma forse non è tutto.

Gli scenari per il 2024 sembrano tutti aperti.

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