Se non un fiume, un torrente di adrenalina, quello che scorre tra la Via San Cristoforo e Piazza Municipio a Vercelli.
Vi sorgono, rispettivamente, l’ex Collegio dei Barnabiti e l’ex Convento dei Domenicani.
Storiche dimore ove ora albergano, sempre rispettivamente, l’Amministrazione provinciale e quella comunale.
Forse stancatasi di essere presa a pesciate in faccia dai seguaci del Ghiottone il quale vaga come un’anima in pena per gli ambulacri palatini, con il suo vedovile, inconsolabile dolore per la perdita, almeno temporanea, dell’ex Valsesiano, la Lega ha deciso di dimostrare che c’è ancora.
O c’è di nuovo.
Forse intende riprendere a fare politica, dopo la parentesi al cloroformio nel corso della quale è stata praticamente, su delega valsesiana, agli ordini di Alberto Cortopassi.
E per fare vedere che c’è, sceglie, in modo solo apparentemente paradossale, di non esserci.
Politica della sedia vuota, come insegnò Charles de Gaulle, nel lontano 1965.
Dunque, che è successo?
Andiamo con ordine.
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Delle vicissitudini interne alla Lega diremo in altra sede.
In parte paiono interessanti.
In altra parte stucchevoli anche perché – a modesta opinione di chi scrive – se tutto questo casino fosse stato fatto per sostituire alla Segreteria Provinciale Paolo Tiramani con Daniele Baglione, sarebbe difficile spiegare il motivo di tanto agitarsi.
Ma oggi non è questo il punto.
Il punto è, piuttosto, che gli “alleati” del Carroccio sia in Comune, sia in Provincia, hanno cercato di fare come se nulla fosse accaduto.
E questo, ovviamente, a lungo andare, deve avere alquanto infastidito tanto gli esponenti locali, quanto quelli regionali.
Sicchè, da qualche giorno hanno messo a fuoco questa soluzione: facciamo vedere i nostri numeri, proprio perché ve li togliamo.
Un messaggio tutto rivolto ai compagni (modi di dire) di Giunta e Consiglio, sia in Via San Cristoforo, sia in Piazza Municipio.
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Oggi, dunque, 30 novembre, Consiglio Provinciale alle ore 11.
Due soli argomenti all’Ordine del Giorno.
Una variazione di Bilancio senza particolare storia.
E poi – secondo punto – la ratifica della nomina del nuovo Segretario Generale, nella persona del noto Giurisperito, Fausto Pavia, che occupa lo stesso ruolo in Comune (ricordiamo, tra le tante, la sua acuta intuizione sul numero legale in seconda convocazione: ma è una delle tante).
Ebbene, i Consiglieri della Lega in Provincia non si sono presentati.
Nessuno dei cinque: né i due di osservanza ancora tiramaniana, né gli altri due, né quello in mezzo al guado.
Si poteva così contare su quattro Consiglieri di maggioranza (Davide Gilardino, Pier Mauro Andorno, Carla Patrosso, Massimo Camandona), più due di minoranza (Opposizione è ancora un’altra cosa), cioè Sergio Svizzero e Mattia Beccaro, Pd: questi ultimi, dunque, decisivi per raggiungere il numero legale, di sei Consiglieri su 11.
Bene.
I due Consiglieri Pd hanno scelto la strada dell’opposizione costruttiva: hanno chiesto e, naturalmente, ottenuto, l’inversione dell’Ordine del Giorno, sicchè hanno votato la presa d’atto della nomina del Segretario (motivazione ufficiale: così l’Ufficio è in grado di agire) ma se ne sono andati quando è giunta l’ora di votare la variazione di Bilancio.
Mancando il numero legale, la variazione non c’è.
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Oggi pomeriggio, dalle 14 in avanti, stesso programma per il Consiglio Comunale.
Qui la cosa più probabile è che il Gruppo della Lega garantirà la presenza, ma solo per votare le variazioni di bilancio
Poi usciranno.
Il punto è: usciranno tutti?
Che farà, ad esempio, Romano Lavarino?
Boh.
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Ma, soprattutto, che farà il Pd?
Per esempio: se la presenza dei seguaci di Enrico Letta fosse determinante per raggiungere il numero legale, se ne andrebbero?
Pare di sì.
Pare, però, che potrebbero calare almeno parzialmente le brache e votare per la conferma (speculare) della convenzione per la Segreteria condivisa tra Provincia e Comune, proprio in capo al già nominato giurisperito.
Anche se, in questo caso, a differenza della Provincia, non è necessario per la continuità del servizio in Comune in quanto Pavia è già Segretario di Palazzo Civico.
Come finirà?
Chi vivrà vedrà.
E, sicuramente, se ne parlerà ancora a lungo.
Così, del resto, doveva finire l’imbarazzante vicenda della Giunta Corsaro Ter: la Giunta del Niente.