«Un lavoro solare, divertente, giocoso, ma che si chiama Inferno. E che non vede la sua genesi legata alle celebrazioni per il 700esimo anniversario della morte di Dante». Roberto Castello, coreografo e danzatore, personalità di primo piano, per impegno e creatività, nel panorama della danza contemporanea italiana ed europea, presenta così la sua nuova creazione per la compagnia ALDES, da lui fondata e diretta.
Lo spettacolo, in tournée in Piemonte, toccando Vercelli, Ovada (Al) e Asti per la rassegna We Speak Dance ideata da Piemonte dal Vivo, è una coproduzione internazionale tra Romaeuropa Festival, Centre Dramatique National di Montpellier, il Centre Choréographique National de Nantes e Fondazione TPE – Palcoscenico Danza.
L’inferno come luogo dell’immaginario ha offerto, come pochi altri, un’infinita varietà di spunti di ispirazione a poeti, narratori, illustratori, pittori, scultori, musicisti, registi.
Regno dell’espiazione, nel quale i malvagi vengono puniti e il bene trionfa sul male ma anche luogo del sovvertimento e del caos, nella cui rappresentazione tutto può coesistere.
L’Inferno di Castello, almeno nell’aspetto, assomiglia molto, invece, al Paradiso.
È ciò che spinge tutti a fare ogni sforzo per apparire, in ogni momento e a ogni costo, più bravi, più giusti, più belli, più forti, più attraenti, o anche più responsabili, più umili, più intelligenti.
È una condanna infernale ciò che spinge a competere, per ottenere sempre nuove gratificazioni morali, sociali, economiche, affettive.
È da qui che nasce l’idea di Inferno, una tragedia in forma di ‘commedia ballata’ seducente, piacevole, coinvolgente, brillante sull’invadenza dell’ego.
«Più un balletto che danza contemporanea – spiega il coreografo, tre volte Premio Ubu, che ha collaborato con artisti come Peter Greenaway e Eugène Durif – o forse, parafrasando Achille Bonito Oliva, un trans-balletto, un’opera che utilizza stilemi differenti proprio per il loro valore simbolico e prova a costruire un percorso onirico che affronta diversi aspetti dell’hybris, collocandoli senza giudizio morale in un luogo che è contemporaneamente paradiso e inferno».
L’inferno è la condanna a dover essere sempre in qualcosa migliori degli altri.
Vuoi per la capacità di suscitare empatia o per il cinismo e il sarcasmo, per la fierezza e l’orgoglio di appartenere a qualcosa di esclusivo, per la conversazione brillante, per la capacità di difendere il territorio, per l’appartenenza a un’élite, per la purezza dello spirito e l’altezza della nostra estasi, per la gioiosa sensualità, per l’energia e la destrezza, per il sex appeal, per la capacità di stupire e divertire.
«Tanto vale quindi giocare, il che sotto il profilo creativo significa combinare elementi incongrui che generino divertimento – prosegue Castello -. Per questo Inferno non è soltanto uno spettacolo di danza ma una commedia, con interpreti che recitano ballando e in cui musiche, costumi e fondali animati da immagini in 3D hanno un ruolo assolutamente paritetico. Non è un’opera concettuale, astratta, ma uno spettacolo teatrale che usa i linguaggi di prosa, danza, musica e arti della visione per creare un metaforico universo immaginario che risponde a regole proprie».
We Speak Dance è la rassegna di danza ideata da Piemonte dal Vivo nelle piazze del circuito, in sinergia con la programmazione delle stagioni 2022/2023: da novembre 2022 a maggio 2023, 25 appuntamenti con il meglio della danza italiana e internazionale, per una rassegna diffusa in tutte le province del Piemonte.
Una scelta specifica con grandi nomi della scena nazionale e internazionale, per valorizzare il linguaggio universale della danza e per portare nei teatri di provincia il meglio dell’arte coreutica. www.piemontedalvivo.it/we-speak-dance
Gli spettacoli entrano a far parte dell’offerta in abbonamento nelle stagioni consolidate del circuito, con una proposta difficilmente visibile in altri teatri.
L’ambizione, inoltre, è incuriosire ai linguaggi del contemporaneo un altro pubblico, con artisti e coreografi di alto profilo, accessibili nel teatro vicino a casa.
Tutti gli spettacoli sono, infatti, disponibili anche con la Carta Giovani Nazionale.
INFERNO
coreografia, regia, progetto video Roberto Castello
assistente Alessandra Moretti
danza Martina Auddino, Erica Bravini, Jacopo Buccino, Riccardo De Simone, Alessandra Moretti, Giselda Ranieri, Ilenia Romano
musica Marco Zanotti
in collaborazione con Andrea Taravelli
fender rhodes Paolo Pee Wee Durante
luci Leonardo Badalassi
costumi Desirée Costanzo
consulenza 3D Enrico Nencini
mixaggio audio Stefano Giannotti
mastering audio Jambona Lab
un ringraziamento a Mohammad Botto e Genito Molava per il prezioso contributo
una coproduzione ALDES, CCN de Nantes nel quadro di ‘accueil-studio’, sostenuto da Ministère de la Culture / DRAC des pays de la Loire, Romaeuropa Festival, Théâtre des 13 vents CDN, Centre Dramatique National Montpellier, Palcoscenico Danza – Fondazione TPE
e con il sostegno della rassegna Resistere E Creare di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Artefici.ResidenzeCreativeFvg / ArtistiAssociati
con il sostegno di MIC / Direzione Generale Spettacolo,
Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo
Date e teatri
29 novembre 2022 ore 21 – Teatro Civico, Vercelli
1 dicembre 2022 ore 21 – Teatro Dino Crocco, Ovada (Al)
3 dicembre 2022 ore 21 – Teatro Alfieri, Asti
Roberto Castello (1960) Danzatore, coreografo e insegnante, è tra gli iniziatori della danza contemporanea in Italia.
Nei primi anni ‘80 danza a Venezia nel “Teatro e danza La Fenice di Carolyn Carlson”, dove realizza le sue prime coreografie.
Nel 1984, è tra i fondatori di Sosta Palmizi, tra le prime e più importanti formazioni italiane di danza contemporanea.
Nel 1993 fonda ALDES, l’associazione che dirige, producendo spettacoli e curando il progetto SPAM! – rete per le arti contemporanee, che ospita residenze artistiche, progetti didattici e programmazioni multidisciplinari di danza, musica e teatro in provincia di Lucca.
Esperto di tecniche digitali e di animazione 3D, insegna per 10 anni coreografia digitale presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ed è l’ideatore di “93% – materiali per una politica non verbale”, una piattaforma di riflessione, confronto, e scambio di materiali sul linguaggio non verbale.
Nel 2021 Altreconomia pubblica “Trattato di economia – Riflessioni semiserie sulla dimensione economica dell’esistenza”, scritto a quattro mani con Andrea Cosentino.
Si è sempre battuto per il riconoscimento della danza contemporanea e per un sistema dello spettacolo equo, efficiente e sostenibile. Riceve il Premio UBU nel 1985, 2003 e 2018 e nel corso degli anni collabora, tra gli altri, con Peter Greenaway, Eugène Durif, Fabio Fazio e Roberto Saviano, Studio Azzurro.
Redazione di Vercelli