(Stefano Di Tano) – L’inizio scoppiettante del Novara allo Stadio Piola di Vercelli aveva immediatamente dato l’impressione che a guidare il percorso del derby delle risaie sarebbe stata inesorabilmente la squadra azzurra.
Ogni tocco di pallone, infatti, era gestito in esclusiva da un trio che faceva capo a chi sarebbe stato certamente il mattatore della giornata, Sua Altezza, sua esperienza calcistica, il signor Pablo Gonzales, una vecchia conoscenza nel calcio professionistico all’ombra della cattedrale di San Gaudenzio: sempre al centro dell’azione, ma anche nel posto giusto per ricevere la migliore occasione per segnare.
Quasi un monologo azzurro, per circa 10 minuti, ma anche una continua e nervosa rincorsa vercellese a cogliere il momento opportuno per strappare il pallone dalle grinfie di quel gruppo di maglie novaresi assiepate davanti all’area di rigore di Alex Valentini, n. 1 nella squadra di Massimo Paci.
Ma ecco che, come un vero fulmine a ciel sereno, si apre la luce
per la Pro Vercelli che nel giro di 30 secondi passa dallo stato di oppressione alla rivoluzione, grazie ad un tiro magistrale di Della Morte da fuori area verso il portiere Pissardo che vede il pallone alle sue spalle soltanto dopo che la palla si è insaccata velocemente alla sua destra.
Dire “euforia” è troppo poco perché condurre 1 – 0 contro il Novara a metà del primo tempo è più di un sogno, è un evento di fantasia.
Eppure è la verità.
Restano però 80 minuti da giocare, ed il Novara sa che riprendendo il filo della matassa già ben iniziata, si può ricucire lo strappo.
Cosa che purtroppo succede poco più avanti, mentre corre il 37° minuto, ed è proprio l’onnipresente Gonzales a ricevere l’imbeccata di Rocca; la palla è precisa, e preciso il tiro in porta.
Valentini non può farci niente, e il pareggio mette a posto i conti facendo dimenticare le altre numerose varianti con le quali si erano messi in mostra Bortolussi, Benaloune, Ciancio (No) e Mustacchio, Vergara e Comi per la Pro.
Le emozioni non mancano, anche se su entrambi i fronti si vedono buoni tentativi di affondo con prevalenza novarese, sostenuta da una notevole serie di falli e di varie punizioni con tre ammoniti.
Ma l’amaro peggiore è quello che si procura la Pro Vercelli, nel secondo tempo, quando in una delle discese verso la porta di Valentini, è Bortolussi che crossa dalla linea di fondo andando a colpire l’incredibile braccio teso di Cristini in area di rigore .
E’ Galuppini che si incarica del tiro fatale infierendo sul nostro portiere che aveva parato il penalty senza fermare la palla, offrendo così una doppia possibilità al giocatore novarese di segnare.
A questo punto Paci non sa più che fare per rimettere a posto uno schema già inesistente e si affida all’entrata di vari sostituti nella ricerca di valide alternative che però non si verificano e servono solo a registrare e compiere ancora una ultima buona azione di Mustacchio, pericolosissima, ma annullata dal portiere Pissardo che nega con un tocco magico il pareggio ai bianchi.
La classifica piange, ed anche il gioco della Pro è lacrimevole nelle fasi di impostazione e conclusione.
C’è tanto da lavorare, forse con meno teoria e molta più pratica nei collegamenti e nell’intesa tra i giocatori che ancora non si conoscono ed a volte tendono ad improvvisare con giocate singole senza speranza e senza fortuna.
Redazione di Vercelli