La due ruote che ha reso possibile agli italiani una nuova mobilità.
La Vespa.
Una meraviglia dell’ingegno italiano, dalla progettazione al design.
E’ ancora oggi esposta da varie Istituzioni che si occupano di Arte moderna.
Chi ne ha avuta una, cerca di non separarsene mai.
Ma andiamo con ordine.
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Oggi, in questo fine settimana dove si tiene il “Fora tüt” con supplemento di fantasia, c’è posto anche per il raduno del Vespa Club di Vercelli.
Dalle 8,30 del mattino convergono in Piazza Cavour vespisti provenienti da tante città e provincie, lontane e vicine: da Siracusa, come da Mirabello, da Como, piuttosto che da Asti.
Tutti benvenuti, senza dimenticare i molti del Moto Club Vercelli, organizzatori impeccabili della giornata.
Sono contenti di essere qui, con i loro scooter perfettamente restaurati, oppure sempre, per decenni, ben tenuti. Un altro dei meriti di questa due ruote è la sua capacità di affascinare e unire diverse generazioni: anche qui in Piazza Cavour ci sono vespisti che hanno capelli bianchi e un po’ di pancetta, così come ci sono adolescenti con addominali che (immaginiamo) farebbero invidia ai bronzi di Riace. Tutti contenti di viaggiare in Vespa.
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Tra i tanti modelli, c’è una vera e propria “regina”, di primissima generazione, ormai pressochè introvabile.
La Vespa 98 cc, con motore ricavato da quello di avviamento degli aeroplani.
Una “faro basso”, cioè il fanale anteriore è posto sul parafango.
Ma si distingue da tutte quelle successive perché la trasmissione del cambio manuale è assicurata dalle caratteristiche “bacchette”, non ancora dai cavi.
E’ tra gli esemplari prodotti tra il 1947 ed il 1948-49.
Per intenderci, prima ancora della Vespa protagonista del film “Vacanze Romane”.
Oltre a questa che oggi è la protagonista indiscussa, ce n’è un’altra, ben riposta e restaurata in un garage della provincia di Vercelli.
Il fortunato proprietario, però, oggi l’ha lasciata a casa. Perché è ancor più fortunato nonno di uno splendido nipotino ed in questa soleggiata mattina di settembre si dedica non tanto alla due ruote, ma a sospingere un passeggino a quattro ruote, con propulsione muscolare (appunto, del nonno).
Però il nostro amico è una miniera di informazioni.
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Sono centinaia e nel nostro filmato si possono quasi “contare”.
Li salutiamo alla partenza: sono diretti a Camino dove è molto probabile che nessuno soffrirà di inappetenza, arrivando ad un celebre locale che li aspetta.