Vicenda inquietante, ben oltre la “normale” rissa tra adolescenti, che ha fatto scalpore, nemmeno due mesi fa: una rapina alla discoteca “Il Globo”, di Borgo Vercelli, ai danni di alcuni ragazzi avventori, degenerata poi fino al punto che, nel parcheggio all’esterno della sala, un giovane minorenne residente in provincia di Novara è stato attinto da alcune cotellate, una delle quali così violenta da procurare una lesione al polmone: prognosi di 30 giorni.
Un altro ha evitato per poco di restare ferito da un collo di bottiglia brandito come arma impropria.
Oggi la Polizia ha convocato gli Organi di Informazione per comunicare l’esito delle indagini, che hanno portato a misure cautelari nei confronti di tre minorenni, tutti destinatari del provvedimento restrittivo della libertà personale della permanenza in casa.
Un breve riepilogo dei fatti, come riassunti dal Commissario Capo della Squadra Mobile, Gianluca Tuccillo, insieme ai suoi Agenti.
Nella sera del 14 novembre i tre ragazzi poi indagati
“in concorso tra loro, all’interno del locale, avevano posto in essere una rapina e due tentativi di furto con strappo ai danni di altri minorenni facenti parte di un’altra compagnia, allo scopo di sottrarre loro le catenine d’oro che indossavano”.
Vale la pena di precisare che, sia i componenti della “banda” di aggressori, sia le vittime, risultano tutti residenti in provincia di Novara.
A scatenare la violenza il tentativo di uno dei ragazzi vittima della sottrazione del monile d’oro di riprendersi il maltolto: al di là del valore venale – si sarebbe poi appurato – il giovane ha spiegato che si trattasse di un oggetto di valore affettivo, donatogli dal padre.
Per tutta risposta, il ragazzo veniva
“colpito con pugni e schiaffi. A questo punto il Personale della sicurezza del locale interveniva ed espelleva sia i rei, sia le vittime”.
La messa in atto di violenze è il principale elemento idoneo a riqualificare l’ipotesi di reato come “rapina” e non più “furto”.
Ma:
”All’ esterno del locale nasceva una nuova discussione tra i due contrapposti gruppi di giovani che sfociava nel ferimento di uno di quelli facenti parte della compagnia poco prima rapinata che veniva colpito con un coltello in più parti del corpo provocandogli lesioni al polmone guaribili in 30 giorni”.
Non è tutto:
“Un altro degli aggressori, dopo avere rotto una bottiglia di vetro, si scagliava su un altro giovane dell’altra comitiva, colpendolo al torace, ma non riuscendo a ferirlo; tagliandogli, però, di netto, il giubbotto che indossava”.
Insomma, un susseguirsi di violenze tanto più impressionanti se si pensa siano state messe a segno da minorenni, alcuni dei quali sono sembrati “trasfertisti” mossi dallo scopo di depredare gli avventori del locale.
Come è noto, nei giorni immediatamente seguenti i fatti, il Questore ha disposto la chiusura della discoteca dal giorno 18 novembre e per sette giorni.
Cosa avrebbe dovuto fare, di diverso da ciò che ha fatto, la gestione del Globo?
Nella conferenza stampa gli Investigatori sono stati chiari: “Chiamare la Polizia”, le Forze dell’Ordine.
Cosa che, invece, sembra non sia stata fatta.
Nota anche la versione consegnata ai Media dal rappresentante della gestione, Guido Ambrogione: nel locale sarebbe stato già presente un “poliziotto”.
Pare di capire, perciò, che la gestione del Globo non abbia chiamato le Forze dell’Ordine in quanto convinta che la situazione fosse già nota alle stesse: sarebbe stato compito del “poliziotto” asseritamente presente allertare, eventualmente, altri Colleghi.
Oggi la Questura è stata esplicita anche su questo punto: non risulta che il 14 novembre scorso, nella discoteca di Borgo Vercelli, fossero presenti rappresentanti delle Forze dell’Ordine, comunque qualificati.
Ma – Tuccillo vuole sgomberare il campo da ogni dubbio – se qualcuno potesse indicarci la presenza di un appartenente a qualsiasi Forza di Polizia, sicuramente procederemmo agli accertamenti necessari e doverosi.
Accertamenti certo non superflui anche alla luce del secondo particolare importante emerso oggi in Via San Cristoforo.
Si è detto che i “buttafuori” del Globo avessero – appunto – “buttato fuori” le due compagnie (aggressori ed aggrediti) all’esterno del locale.
Questo ad avvalorare, quindi, la tesi che solleverebbe la società di Ambrogione da responsabilità dirette ed indirette, anche semplicemente di tipo omissivo (le quali sarebbero all’origine del provvedimento di chiusura comminato dal Questore).
Anche in questo caso, si tratta di una questione bisognosa di approfondimenti tecnici: il parcheggio che circonda lo storico fabbricato, di chi è?
Chi ne è responsabile?
La risposta non è semplice e deve essere materia dei Giuristi.
Quel che appare dalle immagini è che (a differenza, ad esempio, del parcheggio del vicino Multisala oppure dei grandi Supermercati: caso Bennet – ripetitore Iliad) è recintato e l’ingresso inibito con tanto di sbarra.
Sicchè si potrebbe pensare riservato ai Clienti della discoteca: l’uso di una parte degli stalli è addirittura a pagamento.
Come si vede, tanti sono gli aspetti che portano a pensare come la questione sembri destinata a restare all’ordine del giorno ancora a lungo.
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Dal punto di vista degli esiti giudiziari, la vicenda che riguarda i tre aggressori imbocca la strada del Tribunale.
Il Gip ha concesso la misura cautelare, eseguita lo scorso 22 dicembre e la materia è di competenza del Tribunale dei Minori: i tre sono un ragazzo italiano di 16 anni con precedenti per lesioni personali e due marocchini di 17, uno dei quali con precedenti per rissa e reati in materia di stupefacenti.
Come detto, sono tutti residenti in provincia di Novara: difficile credere che si siano recati al Globo per ballare.