Conosciamo più da vicino Marta Bosso, talentuosa grafica ed artista originale che si esprime attraverso la pittura digitale.
Le sue opere ci catapultano un mondo immaginario, tanto spettacolare quanto suggestivo e sognante.
Marta Bosso sarà presente all’evento culturale “Shadow reflections/Riflessi d’ombra “ in programma, a Vercelli, nel periodo autunnale.
Marta Bosso quando nasce la sua passione per l’arte?
Fin da quando ero bambina ricordo di essere sempre stata attratta dall’arte, in ogni sua forma, grazie anche alle suggestioni trasmesse dai miei genitori.
Ammetto però che inizialmente non ero assolutamente in grado di disegnare, chi mi conosce bene sa quanto fossero “particolari” i miei primi disegni.
Ma ho sempre pensato che Arte non sia solo saper fare un bel disegno o una bella scultura, considero Arte ogni forma di espressione che mi trasmette realmente qualcosa; che sia essa un libro, una rappresentazione teatrale o un film.
Per questo mi sono sempre impegnata e ho sempre dato il meglio per migliorarmi.
Ci parli della sua ricerca artistica
Sono una persona curiosa di natura, quindi prima di creare effettivamente un quadro inizio la mia ricerca sui libri e attraverso la musica, infatti sulla mia pagina facebook lego il quadro alla canzone che lo ha ispirato.
Questo mi aiuta a visualizzare meglio quello che poi andrò a mettere su schermo o su carta.
Ogni mio personaggio nasce da uno studio approfondito sull’epoca in cui andrò a collocarlo, sui costumi, sulla sua caratterizzazione fisica e morale; di modo da poter trasmettere quella che secondo me è la sua essenza.
Credo sia un processo che ho sviluppato in seguito ai miei studi accademici in scenografia, mi aiuta a visualizzare meglio il “prodotto finito”.
Altre volte non seguo nessun processo ma mi lascio trasportare dalle emozioni che sto vivendo.
Cosa prova quando crea?
Dipende dal periodo che sto vivendo quando creo.
Ma credo che le emozioni che provo mentre disegno siano abbastanza percepibili nei miei quadri, attraverso gli occhi dei soggetti o nei loro gesti.
C’è una sua opera a cui lei è particolarmente legato?
Sicuramente la Mórrígan.
In primis perché appartiene ad uno dei miei rami mitologici preferiti in assoluto; e poi perché è stata la mia prima opera digitale a venire esposta in una mostra e mi ha permesso di conoscere delle persone fantastiche.
Una sua mostra che ricorda volentieri
Per ora ancora non ho fatto mostre personali, ma sicuramente la collettiva che si è tenuta a Gubbio nel 2019.
È stato emozionante vedere un mio quadro in trasferta, addirittura in un’altra regione.
C’è un artista a cui si ispira o che le piace in modo particolare?
Ce ne sono parecchi, ma sicuramente i miei preferiti sono Gabriele Dell’Otto e Benjamin Lacombe, fumettista e illustratore italiano il primo e illustratore francese il secondo. Come artista digitale invece direi Wlop.
A cosa sta lavorando adesso?
Ad una serie di quadri sui personaggi mitologici. Spazio dalla mitologia classica greca, a quella Norrena, Irlandese e di varie parti del Mondo.
Dove possiamo visionare i suoi lavori?
Alcuni sulla mia pagina personale di Facebook, altri dal vivo a Gattinara.
Un suo messaggio di saluto per la città di Vercelli.
Un saluto a questa meravigliosa città che mi sta facendo riscoprire il suo lato artistico e culturale; anche attraverso le varie iniziative rivolte soprattutto alle nuove generazioni.
Redazione di Vercelli