Il livello del Po è a -3,4 metri rispetto allo zero idrometrico, oltre mezzo metro più basso che a Ferragosto di un anno fa, con la siccità che colpisce i raccolti, dal riso al girasole, dal mais alla soia, ma anche le coltivazioni di grano e di altri cereali e foraggi per l’alimentazione degli animali, in un momento in cui è necessario garantire la piena produzione con la guerra in Ucraina.
E’ quanto emerge dall’ultimo monitoraggio della Coldiretti sulla preoccupante situazione del fiume al Ponte della Becca (Pavia) evidenziata anche dai satelliti Esa, con la portata che è scesa sino all’80% in meno.
Lo stato del più grande fiume italiano è rappresentativa della drammatica difficoltà in cui versa l’intero Paese dove si inizia a pensare al razionamento dell’acqua anche nelle ore diurne.
Il Lago Maggiore è in sofferenza con un grado di riempimento del 22,7%. E’ emergenza siccità in Piemonte con la Regione che ha richiesto al Mipaaf il riconoscimento dello stato di calamità naturale per l’agricoltura ed al Governo lo stato di emergenza, come Coldiretti aveva sollecitato in occasione del tavolo dello scorso 14 giugno, per il monitoraggio del rischio di perdita del raccolto a causa della siccità.
Già in diversi Comuni sono state emanate ordinanze per l’uso consapevole dell’acqua e si è disposto il razionamento notturno in varie zone del Piemonte.
“Il maltempo dei giorni scorsi non ha cambiato la situazione, anzi ha aggravato la stima dei danni – spiegano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Francesca Toscani -. A Trino il maltempo ha provocato danni alle colture, in particolare la tromba d’aria ha distrutto le coltivazioni di mais e ha allagato le risaie con il rischio che il raccolto del riso vada perso. L’allerta ora è per oggi, 28 giugno, per tutto il nord con addirittura alluvioni lampo: ulteriore evidenza di come i cambiamenti climatici siano sempre più repentini con una evidente tendenza alla tropicalizzazione, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo. A fronte di questa situazione e degli oltre 900 milioni di euro già stimati in Piemonte a causa della siccità, l’esigenza è quella di accelerare sulla realizzazione di un piano per i bacini di accumulo, poiché solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le riserve idriche necessarie”.
Redazione di Vercelli