La recente sentenza della Corte di Giustizia Europea riguardante la decadenza dell’affidamento “in house” della gestione di servizi pubblici come acqua, rifiuti, trasporti conferma che l’affidamento diretto – senza gara – non prosegue né si trasferisce a nuovi gestori qualora vengano a mancare le 3 condizioni fondamentali che lo avevano consentito:
– controllo dell’amministrazione aggiudicatrice analogo a quello esercitato sui propri servizi,
– 80% delle attività effettuate dal nuovo gestore per le amministrazioni aggiudicatrici controllanti
– nessuna partecipazione diretta di capitali privati, ad eccezione di forme che non comportano controllo o potere di veto (…) e che non esercitano un’influenza determinante sul nuovo gestore.
Riteniamo che il ruolo di IREN come socio di maggioranza ASM, abbia modificato radicalmente le condizioni a suo tempo esistenti per l’aggiudicazione “in house” del servizio idrico e che sia pertanto decaduto sia l’affidamento diretto ad ASM del servizio idrico di Vercelli, sia gli affidamenti a diversi gestori dell’ATO2, compresa ASM, degli acquedotti della Comuni Riuniti Srl.
La sentenza della Corte di Giustizia Europea stabilisce infatti che “una modifica del contratto è considerata sostanziale allorché introduce condizioni che, se fossero state incluse nella procedura iniziale, avrebbero consentito l’ammissione di candidati diversi da quelli inizialmente selezionati o l’accettazione di un’offerta diversa da quella inizialmente accettata o avrebbero attirato ulteriori partecipanti alla procedura di aggiudicazione, nonché dall’obiettivo di apertura degli appalti pubblici alla concorrenza nella misura più ampia possibile….” , che “l’ente affidatario non possa più essere in pratica assimilato ai servizi interni dell’amministrazione aggiudicatrice” e che “…l’esecuzione dell’affidamento pubblico (…) non possa più essere proseguita senza una gara d’appalto…”.
Nelle condizioni date, la gara d’appalto e la conseguente privatizzazione dell’acqua di Vercelli è evitabile SOLO SE il settore Acqua sarà scorporato da ASM e conferito al Gestore Unico.
La Conferenza dei Sindaci di ATO2
– proceda finalmente alla costituzione del Gestore Unico previsto dalla legge e mai attuato;
– eserciti con ATO2 una vera azione di governo del Servizio Idrico Integrato, di proprietà e gestione pubblica e partecipativa
– approvi un nuovo Piano d’Ambito, strumento essenziale di indirizzo e programmazione, per rispondere alle conseguenze del cambiamento climatico, far fronte alla siccità, ridurre lo spreco idrico e tutelare la risorsa acqua per le generazioni future.
L’acqua è un bene comune, non una merce.
Redazione di Vercelli