L’addio al Green Pass salva i raccolti agricoli.
In Italia, infatti, sono garantiti dalla presenza nelle campagne di lavoratori stranieri che rischiavano di essere bloccati da appesantimenti burocratici e costi dovuti a regole sanitarie diverse o all’uso nei propri paesi di vaccini come Sinovak o Sputnik non riconosciuti.
E’ quanto afferma Coldiretti in riferimento al superamento dell’emergenza con l’entrata in vigore dal 1° maggio delle nuove regole sanitarie per il Covid proprio nel momento in cui è più forte la domanda di lavoro in agricoltura dove è in piena ripresa l’attività con le semine e, in seguito, con l’avvio della raccolta delle principali produzioni di frutta.
In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati in agricoltura, fornendo più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti.
“L’arrivo dei lavoratori stranieri nelle nostre campagne, nonostante la crescita di interesse tra gli italiani, il loro contributo è fondamentale per il successo dell’agroalimentare Made in Piemonte nel mondo, dall’orticoltura alla frutticoltura fino alla viticoltura – evidenziano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Francesca Toscani –. Tutto questo ancor più alla luce degli attuali scenari in cui è necessario garantire l’approvvigionamento alimentare alla popolazione in un momento particolarmente delicato con speculazioni, rincari, mancanza di alcuni prodotti e blocchi alle esportazioni causati dal conflitto in Ucraina e dalle guerre commerciali che ne sono scaturite. Per questo occorre al più presto velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole”.
Redazione di Vercelli