MONFEST 2022 è il titolo del nuovo Festival di Casale Monferrato che avrà luogo negli spazi più prestigiosi della città e verrà inaugurato il 25 marzo 2022. In questa kermesse inedita non poteva mancare l’apporto e la collaborazione di Soroptimist di Casale Monferrato, un’associazione che, tra i suoi valori fondanti, ha la Cultura in primo piano.
Premio Soroptimist
Il Club Soroptimist di Casale Monferrato ha sostenuto la prima edizione di un Premio Fotografico intitolato Storie di Donne, riservato alle donne fotografe alle quali è stata chiesta una storia al femminile sviluppata in una sequenza di una ventina di immagini.
Il Primo premio del valore di 5 mila euro sarà assegnato al progetto migliore, selezionato dalla giuria. È prevista anche una menzione Speciale per un progetto dedicato a una donna o un’impresa femminile di Casale Monferrato e dintorni.
La giuria della prima edizione del Premio Soroptimist
1) Paola Bugatti Presidente del club Soroptimist di Casale Monferrato
2) Serena Monina Medico – Collezionista d’arte moderna e contemporanea – Presidente Accademia Filarmonica di Casale Monferrato
3) Alessia Paladini Fondatrice e titolare di AP Gallery a Milano
4) Benedetta Donato Curatrice e critica fotografica
5) Silvia taietti Art Director del Gruppo Sprea Editori
6) Federica Berzioli Coordinatrice editoriale de Il Fotografo
7) Daria Carmi Curatrice di arte visiva
8) Giovanna Calvenzi Photo editor e Presidente MuFoCo (Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea)
9) Renata Ferri Giornalista e Caporedattore Photo Editor di iO Donna, il femminile del Corriere della Sera.
10) Marisa Zanatta Photo Editor e Giornalista.
11 Mariateresa Cerretelli Giornalista – Photo Editor -Curatrice e Direttrice del MONFEST, Biennale della fotografia di Casale M.to
La giuria, riunitasi on line il 1 dicembre 2021 ha selezionato i 37 lavori pervenuti.
Il 16 dicembre nella Sala Consiliare del Comune di Casale Monferrato è stata proclamata vincitrice del concorso “Storie di donne” Silvia Camporesi.
La motivazione del premio è stata redatta da Renata Ferri – Giornalista caporedattrice photo editor di iO Donna e giurata del Premio Soroptimist
La giuria della prima edizione del Premio Soroptimist si è riunita on line il 1 dicembre 2021 e ha deciso di assegnare il riconoscimento al progetto “Domestica” di Silvia Camporesi.
Il lavoro, nato durante la pandemia, è un delicato diario per immagini della vita quotidiana in cui l’autrice raccoglie dettagli privati, oggetti di uso comune, per comporre un lieve affresco della propria esperienza del tempo dell’isolamento. Ed è da questa condizione esistenziale di disagio e paura che Camporesi muove la sua intima indagine affidando alla fotografia il compito taumaturgico di rendere la quotidianità materia da scandagliare per creare un’elaborazione fantastica. Quello che ci consegna è una favola per immagini, un album di istanti, un laboratorio familiare per un racconto a più voci – complici le sue figlie – in cui la realtà, la vita stessa, è frantumaglia.
Silvia Camporesi, artista amata e affermata, conosce e domina il mezzo fotografico e dunque, anche in questa occasione, lo plasma per restituirci un’esperienza personale. Attraverso lo sguardo attento e sentimentale, l’autrice compone una sequenza d’ immagini capace di diventare narrativa profonda.
La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale al lavoro di Daniela Berruti, autrice dalle molte esperienze nei vari ambiti della fotografia, per il suo progetto di ricerca realizzato attraverso autoritratti e doppie esposizioni in cui alterna il colore al bianco e nero, declinando intimità e paesaggio.
La giuria ha inoltre deciso di segnalare, attraverso una proiezione video, i lavori delle sei autrici che sono state selezionate per la votazione finale. I differenti progetti hanno mostrato quanto sia vitale e originale la ricerca della fotografia femminile. Ci sembrava dunque importante condividere con il pubblico in occasione della prima edizione del MONFEST il lavoro svolto e divulgare l’opera delle partecipanti.
Silvia Camporesi (Forlì, 1973). Laureata in filosofia, attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggonospunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale.
Negli ultimi anni la sua ricerca è dedicata al paesaggio italiano.
Dal 2004 tiene personali in Italia – Dance dance dance al MAR di Ravenna nel 2007, Planasia al Festival di Fotografia Europea di Reggio Emilia nel 2014, Genius Loci al MAC di Lissone nel 2017- e all’estero – À perte de vue alla Chambre Blanche in Quebec nel 2011; Atlas Italiae esposto all’Abbaye de Neumünster in Lussemburgo nel 2015, all’Art Musing di Mumbai nel 2017 e al Desfours Palace di Praga nel 2018.
Fra le collettive ha partecipato a: Italian camera, Isola di San Servolo, Venezia nel 2005; Con gli occhi, con la testa, col cuore al MART di Rovereto nel 2012, Italia inside out a Palazzo della Ragione, Milano nel 2015, Extraordinary visions al MAXXI a Roma nel 2016 e al Kolkata centre di Calcutta nel 2019; the quest of Happiness al Serlachius Museum di Mantta in Finlandia.
Nel 2007 ha vinto il Premio Celeste per la fotografia; è fra i finalisti del Talent Prize nel 2008 e del Premio Terna nel 2010; ha vinto il premio Francesco Fabbri per la fotografia nel 2013, il premio Rotary di Artefiera 2015, il Premio BNL 2016 e il Premio Cantica21 nel 2020. Ha pubblicato otto libri, affianca l’attività artistica all’insegnamento. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, tra le quali: MAXXI, Roma; MART, Rovereto; MAC Lissone, Gruppo BNL, Milano, Collezione Farnesina.
DOMESTICA, 2020. Camporesi definisce Domestica “un flusso di coscienza”, nato nellesettimane del lockdown ma non frutto di quel neorealismo che abbiamo ritrovato in altri racconti e altre storie. Domestica è un diario intimo, un racconto per immagini, un album familiare in cui affetti ed istanti si rincorrono, si parlano, si mostrano e giocano con lo spazio, la luce, il tempo, entro il riquadro concettuale e fisico della casa. In Domestica, infatti, Silvia Camporesi lascia entrare il suo quotidiano, trasformato dalla quarantena, vissuto con due bambine che hanno preso parte alla pubblicazione con il proprio segno, anzi, di-segno, traccia di una condivisione. Ogni giorno è un’invenzione, ogni giorno può essere “da festeggiare” o quello in cui la Camporesi afferma “Ho le mani legate, ho il cuore pesante”.
Marzo e Aprile 2020 trascorrono, con un ciclo tutto loro, e intanto la macchina fotografica registra, crea, illude. E si apre “un vortice ontologico sull’essenza del fotografare”. Sì, perché qualcosa deve pur restare di questa sorta di sospensione dalla vita che conoscevamo prima.
(Azzurra Immediato, Photolux Magazine)
Redazione di Vercelli