Una partecipazione significativa, nonostante il maltempo oggi, a Vercelli, in Piazza Municipio, per la celebrazione del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori.
In tanti hanno risposto all’invito dei Sindacati unitari Cgil, Cisl, Uil, che hanno affidato al Segretario generale della Cisl Piemonte, Luca Caretti, il compito di tenere la prolusione ufficiale.
L’intervento di Caretti, che ha spaziato per i vari “territori” oggi protagonisti dei vari aspetti di una crisi di sistema che non accenna ad affievolirsi, è ripreso integralmente nel nostro video e proposto anche in versione scritta, al termine di queste righe.
Con lui il Segretario della Cisl del Piemonte Orientale, Elena Ugazio.
Sono intervenuti anche, per la Uil territoriale, Mauro Orsan ed alcuni lavoratori in rappresentanza delle realtà sindacali aziendali della provincia.
Anche quest’anno ha accompagnato la manifestazione l’esibizione musicale della Banda Luigi Arditi di Crescentino, unanimemente apprezzata.
Ha introdotto la mattinata il Segretario Generale della Camera del Lavoro, Cgil di Vercelli e Valsesia, Valter Bossoni, che ha posto in particolare l’accento (il tema è stato ampiamente sviluppato anche dagli altri intervenuti, tra questi il Sindaco Andrea Corsaro, a nome del Comune Capoluogo) sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Si impongono più impegno ed azioni concrete per fare rispettare una legislazione, quella italiana, sulla prevenzione e sicurezza, di contrasto ai rischi sui luoghi di lavoro che – è vero – è la più avanzata d’Europa, ma è altresì tuttora troppo spesso disapplicata o ignorata.
In tema di partecipazione, diritti gestione della Cosa Pubblica, Bossoni non ha mancato di richiamare uno dei temi centrali oggi all’attenzione delle forze politiche, soprattutto in provincia di Vercelli: la necessità che la gestione degli acquedotti resti sempre e senza eccezioni nella disponibilità di Enti pubblici (i gestori come ad esempio, Amc, Cordar Valsesia, Cordar Biella, Sii) e sia scongiurata la loro privatizzazione.
***
Come è noto, si tratta di un rischio tutt’altro che remoto, ma, al contrario, incombente e che fino ad oggi ha visto gli attori principali del sistema, da Ato2 fino al Comune di Vercelli, in una zona d’ombra che può far pensare ad una docilità rispetto alle mire dei grandi players privati come ad esempio Iren, A2A, Hera, Acea.
Si tratta, peraltro, di un tema che dovrà essere affrontato con chiarezza nella ormai iniziata campagna elettorale amministrativa.
***
Vercelli, 1 Maggio 2024 – Festa dei Lavoratori –
Intervento del Segretario Generale della Cisl Piemonte, Luca Caretti, in rappresentanza delle
Organizzazioni Sindacali Cgil – Cisl – Uil.
Un saluto a tutti i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati e le pensionati, i giovani, gli anziani, i migranti presenti in questa e in tutte le piazze del 1 Maggio.
Una festa del 1 maggio che purtroppo cade ancora in un contesto generale di grande criticità.
Una situazione internazionale, che in aggiunta al conflitto Russo/ucraino ha visto l’innescarsi di un altro conflitto in medio Oriente tra Israele e Hamas.
Situazioni drammatiche, dove sono evidenti le responsabilità che hanno generato il conflitto, chi è l’aggredito e chi l’aggressore, dove è giusto aiutare chi è stato violato,ma dove oggi, a fronte di decine di migliaia di morti e del rischio di un allargamento ulteriore dei conflitti, è prioritario il riavvio di un dialogo che permetta di tornare a parlare di pace.
Va rimessa al centro la diplomazia tornando a valorizzare parole come “mediazione” “compromesso”, vera ricetta che ha permesso di fare passi avanti “assieme” e non “contro” qualcuno o qualcosa.
L’arte della mediazione e del compromesso che sono ben presenti nella storia e nell’azione contrattuale svolta da sempre dal sindacato.
Quest’anno sarà determinante per comprendere il futuro che ci aspetterà, le elezioni americane ed europee segneranno profondamente scelte e priorità dei prossimi tempi.
Mai come oggi nello scenario globale sono stati messi in discussione i valori e i sistemi democratici alla base delle nostre società.
Un indebolimento del processo democratico in America e in Europa può significare un ulteriore rafforzamento dei modelli autoritari o delle cosiddette “democrature”, aprendo a un nuovo schema di riferimento mondiale dove alla base non sta la libertà ma viceversa la “discriminazione e la condanna” verso religioni, rapporti di genere, informazione e comunicazione non omologata al regime!
E’ stato terribile assistere a quanto accaduto a Capitol Hill, quei fatti sono la conferma che la democrazia non è conquistata una volta per sempre ma va rinverdita giorno per giorno con le scelte che ognuno di noi ha il dovere di fare, partecipando e non solo assegnando deleghe in bianco a chi pensiamo ci rappresenti.
Le elezioni europee saranno un importante passaggio, che non possono e non devono segnare un indebolimento del processo verso gli stati uniti d’Europa.
Un’ Europa che si deve irrobustire, facendo crescere ulteriormente la collaborazione tra i paesi comunitari, rinforzando il mercato comune, la difesa comune, un welfare comune.
Rilanciando il tema delle transizioni (sia digitale che energetica/green).
Viceversa sarebbe un grande problema, non solo per gli equilibri mondiali ma anche per il venire meno dell’unico modello che tra le priorità ha messo la creazione di uno “stato sociale” in grado di aiutare i propri cittadini nei momenti di difficoltà e nei percorsi di crescita individuale, dal lavoro, alla sanità, alle pensioni e alla scuola!
Non possiamo e non dobbiamo dimenticare il grande aiuto ricevuto durante il covid per riavviare i sistemi dei Paesi europei fermi per 2 anni! (..piano shure, pnrr, il vaccino,gli ammortizzatori sociali per i lavoratori che non ne avevano diritto)
Non è così ovunque, non è così in Cina, non è cosi in India o in Brasile e non è così neanche in America!
Questa nostra caratteristica sociale, va difesa e proposta come modello al resto del mondo, ma per fare questo bisogna rilanciare e rinforzare un modello europeo dei popoli con al centro la persona!
I suoi diritti ma anche i suoi doveri (mai dimenticare!!!)
È questo è anche l’unico modo per riuscire a realizzare le transizioni (verde e digitale), cambiamenti indispensabili per preservare il pianeta pensando alle future generazioni.
Per non fallire le transizioni devono avere 2 caratteristiche, una equa redistribuzione dei costi (prevedendo che chi più ha più deve contribuire nel mettere risorse per accompagnare il cambiamento) e che le nuove frontiere del digitale e dell’intelligenza artificiale generino benefici per tutto il sistema e non solo per chi gode di posizioni di privilegio! In alternativa il conflitto sociale e il collasso del pianeta rischiano di essere inevitabili!
Temi cruciali che pesano significativamente anche sulla situazione del nostro paese.
Uno scenario complesso, dove a causa della costante diminuzione delle nascite e di un ventennio di attacchi scellerati contro gli immigrati, oggi siamo nella condizione di una cronica mancanza di mano d’opera professionalizzata che rischia di rallentare un sistema già in difficoltà (a causa del complesso scenario internazionale prima citato.)
Un positivo andamento occupazionale sia numerico che qualitativo con l’aumento dei contratti a tempo indet. ,da salutare positivamente, è più il risultato della mancanza di lavoratori e del fatto che le aziende stabilizzano subito per evitare di perdere sempre più rare professionalità, che di un aumento della crescita e della ricchezza generale.
In attesa di invertire l’inverno demografico con scelte a favore di famiglie e genitorialità serve da subito potenziare la dotazione formativa per i nostri lavoratori e favorire un giusto processo di integrazione di lavoratori stranieri o il sistema rischia di collassare.
Oggi passati i tempi della Favola della “decrescita felice”, siamo tutti coscienti che la ricetta è la crescita;
sostenibile ambientalmente, con una redistribuzione della produttività ottenuta anche con l’intelligenza artificiale, ma il cui obiettivo sia lo sviluppo collettivo!
O si prende questa strada o il rischio sarà il tracollo del sistema produttivo e l ‘entrata in crisi dello stato sociale per come è stato fino ad oggi!
Pensioni, sanità,casa,scuola, già pesantemente in affanno, senza la generazione di nuova ricchezza dal sistema produttivo rischiano di essere ulteriormente ridimensionate!(..altro che la promessa di eliminare la Fornero!!!)
In tal senso preoccupa la situazione dei conti pubblici, una preoccupazione confermata dal DEF presentato dal governo in previsione della prossima manovra di bilancio, mancante completamente di indicazioni sulle future scelte economiche in un quadro finanziariamente complicato, con impossibilita di fare ulteriore deficit e il debito pubblico a 2872 miliardi (al febbraio 2024)
Il governo sappia che non accetteremo che per fare cassa si vada a tagliare ulteriormente lo stato sociale!
Dovevamo parlare di riforma delle pensioni ma intanto i lavoratori continuano a morire nei cantieri a 70 anni!!!!!
La sanità pubblica è al collasso, perfino le regioni hanno denunciato che in mancanza di ulteriori risorse governative il sistema rischia di saltare!
Le liste d’attesa si allungano, ci sono persone che rinunciano a curarsi mentre il privato prende sempre più spazio!
Nel lontano 1978 quando Tina Anselmi promosse l’idea del servizio sanitario nazionale, la scommessa era più ardua di oggi, il paese era più arretrato di oggi, le risorse a disposizione erano infinitamente minori, la differenza era che lei aveva una visione chiara che la sanità era un tema centrale per le persone!
Una visione che oggi manca a gran parte della politica, una visione che giorno per giorno sta perdendo la consapevolezza che i diritti sociali sono una priorità assoluta per la gente comune e un elemento essenziale per contraddistinguere un paese civile!
Per questo, oggi, ribadiamo con forza che nessuno pensi di tagliare sanità, scuola, welfare in generale!
Che nessuno pensi di tagliare il “cuneo contributivo” o cancellare l’assorbimento delle prime 2 aliquote irpef!
Servono invece più risorse per difendere la sanità pubblica, la scuola, per finanziare la legge sulla non-autosufficienza ,per migliorare il sistema formativo,per rinnovare i contratti pubblici e per portare i salari italiani al livello dei salari medi europei(molto più alti dei salari italiani!).
Dire questo non è fare demagogia! Tutti sanno dove andare a prendere le risorse per sostenere un’idea di paese giusto! A partire dal recupero dell’evasione fiscale che ancora l’anno passato ha raggiunto il livello indecente di 100mld l’anno, (..basta condoni per premiare i furbi e soprattutto che l’evasione recuperata serva per abbattere le tasse a chi le paga!), o, aumentando la tassazione alle multinazionali che in anni difficili hanno guadagnato in modo sproporzionato nei settori dell’energia, del credito, il farmaceutico o l@ commerce ,solo per citarne alcuni.! Oppure ancora,chiedendo una tassa di solidarietà per i grandi patrimoni finanziari e immobiliari! Dovrebbe essere normale in un paese normale pensare che in anni difficili la solidarietà va ricercate in primis tra chi è ricco, non tra i poveri o tagliando lo stato sociale!
Non è demagogia ricordare che Valletta guadagnava 12 volte di più di un operaio Fiat, oggi Tavares guadagna 518 volte di più di un operaio Stellantis, ancor di più se l’operaio è in cassa integrazione come in Piemonte!
Le risorse per sanare il bilancio dello stato vanno trovate in questi capitoli! Attenti a chi dice che i risparmi vanno fatti rivedendo la spesa pubblica, perchè li sono contenute gran parte delle poste che servono per finanziare lo stato sociale! Che noi difenderemo!
L’italia ha vissuto altri momenti difficili da dove ne siamo usciti “assieme”, dal covid(recente), all’accordo di SanValentino (1984) all’accordo sulla politica dei redditi del luglio 1993,
se non vogliamo fermare il paese torniamo a praticare quel modello che negli anni passati ci ha permesso ASSIEME di guardare avanti , restando agganciati al progetto europeo.
Anche oggi, la strada per evitare un conflitto sociale che può fermare il paese danneggiando tutti, ma in particolare chi è più in difficoltà, è un patto tra governo, imprese e sindacato dove condividere in modo equo, crescita o risanamento, nell’interesse generale del paese!
E oggi qua dal Palco di Vercelli non è possibile non ricordare quanto accaduto a Brandizzo e quanto purtroppo quasi quotidianamente accade nei posti di lavoro!
Dopo Brandizzo, Firenze, la Romagna una scia di sangue che quotidianamente coinvolge lavoratori sul posto di lavoro! una situazione intollerabile che genera lutti e drammi familiari!
Le scelte fatte dal governo, sulla scia dell’emergenza, della pressione sindacale, dalla spinta del presidente della repubblica sono primi passi in avanti che vanno valorizzati perche soprattutto frutto dell’azione del sindacato!
La patente a punti, l’assunzione di 766 nuovi ispettori, il potenziamento del nucleo dei carabinieri, la pubblicazione di una lista di imprese virtuose,da premiare,dove potere mandare con tranquillità i nostri ragazzi a svolgere alternanza scuola –lavoro sono, assieme ad altro, passi nella direzione giusta!
Ma va fatto di più, l’attenzione non può mai essere abbassata se è vero che ancora può capitare, come nei giorni passati, che un importante marchio del made in Italy tessile (Armani), avesse nella sua filiera produttiva aziende che non rispettavano regole basilari, non solo contrattuali ma di civiltà! è difficile immaginare che quei lavoratori mal pagati e stipati in condizioni insostenibili avessero garantito la sicurezza adeguata! E se questo può succedere in una realtà agganciata a un Brand mondiale pensate cosa può ancora accadere in realtà meno sotto i riflettori!
Bisogna vigilare per fare si che l’inserimento di nuovi ispettori, concretamente ed in tempi brevi venga realizzato nei territori per potenziare una urgente opera di prevenzione, vera strategia per evitare drammi sul quale piangere in ritardo!
Va potenziata la bilateralità, datori di lavoro seri e sindacato devono essere alleati nella ricerca di soluzioni per salvaguardare la vita dei lavoratori migliorando i sistemi produttivi! Chi è contrario a questa logica è un delinquente e in quanto tale va perseguito!
A fianco del potenziamento del personale ispettivo, va migliorato il coinvolgimento dei “delegati alla sicurezza” sia nei posti di lavoro che territoriali. Una rete capillare di lavoratori dedicata alla sicurezza fino ad oggi sotto utilizzata.
Sono loro che operano a fianco dei lavoratori le prime antenne che possono segnalare problemi e suggerire soluzioni. Va trovato il modo di coinvolgerli più capillarmente garantendogli una copertura per metterli al riparo da ricadute negative.
Anche in questo caso la vera novità può essere la definizione di un “modello partecipativo” che attraverso il coinvolgimento delle parti lavori per il miglioramento della sicurezza rendendo più efficaci i modelli organizzativi.
Niente di nuovo, di più o di diverso di quanto abbiamo fatto durante il covid con i protocolli sicurezza, permettendo ad aziende di non chiudere, di non fermare il paese,g arantendo la tutela dei lavoratori!
Registriamo positivamente il percorso che sotto la regia della prefettura è partito in quattro scuole della provincia di Vercelli in cui parleremo a più voci, sindacato, enti ispettivi, parti datoriali di salute e sicurezza. Anche con azioni come queste si prova a facilitare quel cambiamento culturale essenziale per invertire la scia di sangue.
Anche per la nostra Regione, è arrivato il momento di dare gambe e concretizzare il contenuto degli importanti accordi unitari fatti su sanità, salute sicurezza ma anche di sciogliere alcuni nodi che pesano in modo importante sul futuro del Piemonte.
Va al più presto dato corso all’accordo sottoscritto per il contenimento delle liste d’attesa, prevedendo in occasione della revisione del CUP regionale una nuova organizzazione capace di tracciare tutte le richieste, soprattutto quelle non evase, che molto spesso si traducono in visite non fatte o trasferimenti al privato. È essenziale traguardare ad un maggiore coinvolgimento del privato convenzionato, aumentando l’offerta su tutte le prestazioni non solo su quelle appetibili, va reso più strutturale il coinvolgimento dei medici di medicina generale o il rischio è il tracollo della medicina territoriale.
Bisogna completare quanto definito nell’accordo regionale, completando l’assunzione delle 2000 figure professionali indispensabili per non peggiorare ulteriormente la situazione della sanità pubblica piemontese. (primo passo … ne mancano 6/7000)
In merito a salute e sicurezza bisogna lavorare per trasferire quanto definito, nel piano triennale regionale 24/26, agli Spresal territoriali, potenziando personale, aggiungendo nuove professionalità, rendendo più efficace l’opera di prevenzione in un mondo del lavoro in profondo cambiamento. Oggi la palla è sopratutto nelle mani delle asl e dei loro direttori che li devono fare arrivare le risorse…..
Stesso impegno deve essere messo sul tema dello sviluppo, servono risposte certe su aziende che hanno segnato e segnano la situazione sociale e occupazionale della nostra regione. Abbiamo il diritto di saper il futuro di Stellantis, di ilva per le ricadute sia dirette, che sull’indotto e sull’economia generale.
Attendiamo con impazienza il termine dei tavoli ministeriali per capire il nostro futuro ed avere finalmente un piano industriale con obiettivi e investimenti, dove fare una valutazione oggettiva più attendibile delle tante dichiarazioni fatte da Tavares poi sempre smentite (….500 elettrica in polonia…)
Anche ILVA non può essere abbandonata, la produzione di acciaio è il vero filo rosso che collega gran parte dei settori di prospettiva per la nostra regione, sia che si parli di infrastrutture, di auto o aerospaziale.
Sarebbe rischioso abbandonare questa filiera segneremmo pesantemente le prospettive per il futuro della regione!
Chiediamo alla regione di spendersi con più impegno sullo sviluppo di una adeguata rete infrastrutturale per collegare in modo più efficace il Piemonte all’Europa, all’est europeo, al mare e all’africa.
L’essere attraversati da 2 corridoi europei (to-kiev , ge-rotterdam) è una grande opportunità,per renderci attrattivi efficientando tutte le filiere presenti, dall’industria ,al turismo alla logistica e creando un sistema più competitivo per attrarre aziende di qualità,
creare occupazione , ricchezza per i salari , lo stato sociale e collegare le aree periferiche della nostra regione.
Le sfide e le opportunità che abbiamo davanti sono molte e le potremo affrontare solo se insieme, con una partecipazione responsabile, rimetteremo al centro la persona come soggetto e non oggetto di ogni agenda sindacale, politica, istituzionale, perché solo insieme costruiremo un futuro migliore.
Buon 1 maggio !