Resterà un 25 Aprile da ricordare, quello celebrato a Vercelli in questo 2023 così capace di evocare i temi della pace e della guerra.
Di richiamare a ciascuno i rischi che l’omologazione dell’oblio porta con sé, la sicura deriva autoritaria cui conduce l’ “indifferenza” di gramsciana memoria e che, sempre oggi, ma a Borgosesia, ha rappresentato l’efficacissimo incipit della prolusione affidata a Elisabetta Dellavalle, nella parallela circostanza ove si è riunita la Valsesia per celebrare il 78.mo Anniversario della Liberazione.
Ma quello di Vercelli resterà un 25 Aprile da ricordare soprattutto per due motivi: una partecipazione popolare che, a memoria di chi scrive, da anni non si vedeva più e la prolusione offerta dal palco di Parco Camana dall’Oratore ufficiale della giornata, il giornalista Gad Lerner.
Per rinvenire un momento di pari livello, anche se di altro “genere letterario”, bisogna tornare al 2019, quando ci parlò il Prof. Alessandro Barbero.
Ma, Gad Lerner ha – per dir così – “attualizzato” con aderenza ad alcune suggestioni dell’ora la lezione scritta con il sangue di tanti martiri, di tanti ragazzi, che hanno offerto la vita perché noi potessimo vivere liberi.
E, allora, non si può che porre al centro di queste note quelle parole chiare sulla “bugia” rappresentata dall’idea che, aumentando, come anche il nostro Paese sta facendo, le spese militari, si lavori per la pace.
Una grande bugia che è, senza afasie e con anelito pedagogico profetico, sempre come tale smascherata anche dalla semplice e disincantata grandezza di Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea.
Sicchè, cogliendo la nota suggerita dall’Oratore di oggi: “io sono ebreo e mi unisco all’assemblea, quando si celebra la Messa in queste occasioni quando, dopo la preghiera del Padre Nostro, ci si scambia il segno di pace”, non si può fare a meno di notare come sia, in fondo, semplice, al di là delle differenze confessionali, capire meglio il significato di quella invocazione e orazione di “pace in terra agli uomini di buona volontà o, come il Canone oggi dice: amati dal Signore”.
Amati dall’unico Padre di tutti.
Ancora un’allusione all’attualità, questa volta capace di procurare, nei giorni scorsi, qualche agitazione e scarica adrenalinica (peraltro, di ben modesta flussometria), nel ben più circoscritto perimetro di una politica locale che è fatta così, e amen, inutile prendersela più di tanto.
Vi è stato chi ha voluto vedere in questa presenza del noto giornalista, Oratore di oggi, un elemento “divisivo”, forse politicamente troppo connotato.
Ma a Gad Lerner sono bastati un paio di colpi d’ala magistrali per volare alto e disperdere nello spazio sia le polemiche, sia i polemisti.
Anche questa sapida parte del discorso è integrale nel video.
Più volte sottolineato dagli applausi a scena aperta tributati dal pubblico, l’intervento di Lerner è stato salutato da una vera e propria ovazione e l’oratore è subito stato circondato da tanta gente che gli ha voluto stringere la mano, oltre che, naturalmente, assicurarsi l’immancabile selfie.
Video che ripropone altresì, sempre integrale, l’omelia dettata da Mons. Luigi Cavallone, Vicario episcopale per i rapporti con le Istituzioni, nel corso della S.Messa celebrata anch’essa in Parco Camana.
L’Arcivescovo di Vercelli, Mons. Marco Arnolfo, da qualche giorno si trova, infatti, in Kenia, alla nostra missione di Isiolo, recentemente elevata al rango di Diocesi.
Il Sindaco, il Presidente della Provincia ed il Prefetto di Vercelli, Lucio Parente, si sono, invece, fatti sostituire perché impegnati a Cuneo, città che ha ricevuto la visita del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per la celebrazione nazionale della Festa della Liberazione.
Al posto del Rappresentante del Governo per la provincia di Vercelli, ha svolto l’intervento introduttivo il Vice Prefetto Vicario, Cristina Lanini.
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Anche quest’anno ha onorato la manifestazione, con la propria presenza uno dei due Partigiani ancora viventi, Renato Giara (nome di battaglia: Sorcio), che lo stesso Gad Lerner ha salutato con affettuosa deferenza.
Non presente, invece, ma solo perché oggi impedito, l’altro testimone del tempo che è sempre con noi, Luigino Malinverni, che aveva preso il nome di battaglia di “Franco”.
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Come sempre, anche nel pomeriggio di oggi ai Cappuccini, si sono ricordati i Martiri della Frazione che hanno offerto la vita in olocausto nella lotta partigiana: l’orazione ufficiale è stata affidata ad Enrico Pagano, Direttore dell’Istituto per la Storia della Resistenza di Vercelli, Biella e Borgosesia.
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Come abbiamo detto, in un servizio a parte, il video e la gallery di Borgosesia.