Mese: Aprile 2024
E’ stata celebrata a Greggio, la Messa in ricordo della resa tedesca del 27 aprile del 1945 trattata dal parroco don Pietro Ferrarotti.
I greggesi pregarono la Madonna del Rosario affinchè i tedeschi si arrendessero senza procurare disastri in paese.
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Redazione di Vercelli
At 9, 26-31
Dagli Atti degli Apostoli.
In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.
Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.
Salmo 21
RIT: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre!
RIT: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli.
RIT: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere.
RIT: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
Ma io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!».
RIT: A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.
1 Gv 3, 18-24
Dalla prima lettera di San Giovanni Apostolo
Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Gv 15, 1-8
Dal Vangelo secondo San Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
Saulo “andava e veniva in Gerusalemme, predicando …La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa…” (prima lettura)
San Giovanni nella sua lettera ci dice: “Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità…Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri” (seconda lettura).
Poche frasi bastano a riassumere la vita delle prime comunità cristiane: la comunità missionaria, che vive l’amore vicendevole e verso il prossimo e che riconosce di credere nel nome di Gesù.
“Andava e veniva” come quei discepoli che sono tornati da Emmaus, anche Saulo “corre” con anelito missionario e porta la “pace”.
La pace che gli apostoli hanno conosciuto in quel cenacolo e che ora portano come discepoli al mondo, la pace di cui ha bisogno il mondo, la pace che “viene dal Signore”, non come quella che dà il mondo.
Quella pace fatta di carità e amore, nel nome del Signore.
Amare, agire, pensare, vivere… come Cristo…
Il “modello” è “ unico”.
Saulo “corre” perché ha il “giusto modello”: “non son più io che vivo , ma Cristo vive in me” (Gal 2,20)
“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto” (Vangelo).
“In me”, non serve altro: il modello è Cristo.
In un paese di agricoltura e pastorizia, come la Palestina al tempo di Gesù, quale migliore immagine se non quella agreste della coltivazione di quella pianta che porta “frutto”, che regala quella “bevanda inebriante”.
La vigna è segno di ricchezza, si tratta di uno degli impianti produttivi più redditizi del Medio Oriente, e l’ immagine è perfetta…
Non più Israele ma Gesù ci dice: “Io sono…”.
Immagine dell’ Antico Testamento che diventa “nuova”.
Vite che ha bisogno di un agricoltore “sapiente”, che sa “il fatto suo” in materia di potatura e coltivazione, che ha cura per la sua vite, il Figlio ed i suoi “tralci”.
Quei “tralci” che se non potati, non danno frutto, che producono foglie, che “fanno piangere la vite” (ogni agricoltore e viticultore esperto sa, che quando la vite viene potata “piange”; il “pianto” di quel “ritorno alla vita”).
Il “pianto” della rinascita.
Linfa che “cicatrizza” la ferita e la fa “germogliare”: vita nuova.
Potature continue nella vita della vite, come nell’ esistenza dell’ uomo.
“Io sono la vite vera”: Gesù conferma il suo essere Figlio di Dio, e se lui è la vite e gli uomini i tralci, se restano uniti alla vite portano frutto buono, perché la vite è “buona”.
Quante volte si apprezza il “vino buono”, ma anche la sua produzione, frutto del lavoro sapiente, della potatura, della raccolta a tempo debito, della pigiatura, dell’ invecchiamento nelle botti giuste…
Il buon vino… dai buoni frutti …
Il “modello” taglia unica ma universale, quella che “va bene a tutti”, non perché si “adatta” ma perché è “per tutti”: modello che in libertà, fede, speranza e carità rende “vera” la vita di ogni uomo.
“Io sono la vite”: Gesù traccia il cammino della comunità cristiana.
Il contadino ha cura della sua vigna, ne traccia i contorni, mette tutto l’ amore possibile, controlla parassiti e malattie, pota e toglie i rami secchi, la circonda di siepi e torri …
Il contadino che zappa, che smuove la terra, che la concima, che la irrora, che la “osserva” e la “protegge”…
Il contadino che non “demanda”, che si “ occupa” personalmente della vigna …
Il Dio che cura, che ha a cuore … un Dio ha così a cuore la sua vigna perché produca succhi gustosi, grappoli ubertosi.
I tralci… devo essere uniti alla vite…
I tralci… dallo stesso ceppo… della stessa sostanza, con lo scorrere della linfa vitale…
I tralci …potature per “staccare il vecchio” e far “fioriere il nuovo”…
I tralci… la comunione tra piè di vite e foglie…
I tralci… in ogni piccolo pampino, in ogni piccolo acino, in ogni piccola foglia… esistenze “ricche” perché piene di quell’ Amore che vivifica, che fa produrre, che è in grado di far fruttificare ogni esistenza…
“ Rimanete in me”…
La vita cristiana è rimanere uniti a Cristo.
L’ evangelista Giovanni usa in modo sapiente il termine “rimanere”, il verbo greco che sottolinea il perdurare del rapporto tra Padre e Figlio e del cristiano con Gesù.
Rimanere in Cristo e’ vita piena e duratura, e’ rapporto di “ comunione”.
“Rimanere” in Cristo per nutrici della sua Parola e del suo corpo per “produrre frutto”.
“Rimanere”: se siamo “tagliati” possiamo essere anche meravigliosi, come quei fiori recisi, che però dopo qualche giorno, sfioriscono…
“Rimanere” per “dimorare” per far “stare” Gesù con noi… come quella richiesta a Zaccheo: “devo fermarmi a casa tua” per dimorare con te.
“Rimanete in me” per “portare frutto” e portare frutto è arricchirsi di quella vita di Cristo che si riempie di “pienezza” di felicità , non dei bisogni di questo mondo, ma del “desiderio” di Dio.
Simone Mencarelli è campione italiano di spada maschile Under 23.
L’atleta delle Fiamme Oro, che si allena alla Ginnastica Victoria di Torino col padre Maurizio, si è imposto nella prima giornata di gare a Rende, in una competizione da 155 atleti in totale.
Primo dopo la fase a gironi, Mencarelli ha esordito nella fase a eliminazione diretta col tabellone dei 64, superando 15-12 Pietro Tassinari.
Nei sedicesimi è arrivata la vittoria per 15-6 su Danilo Di Lillo e agli ottavi quella con lo stesso identico punteggio contro Federico Giatti.
Ai quarti, grazie al 15-11 su Riccardo Masarin, è arrivato il successo che gli ha garantito un posto sul podio, ma Mencarelli non si è fermato, superando in semifinale 15-14 Tommaso Raffaele per poi imporsi anche in finale per 15-7 su Filippo Armaleo.
“È la mia prima stagione tra gli Assoluti, non è stata semplice, e questo titolo italiano vale tantissimo. L’ho vinto credendoci sempre, come si è visto soprattutto con la rimonta in semifinale – ha detto Simone Mencarelli a fine gara –. La dedica va al mio papà e maestro, Maurizio, e alla mia fidanzata Lucrezia, sempre al mio fianco anche nei momenti difficili. L’obiettivo è continuare a lavorare, pensando gara dopo gara, per crescere nelle prestazioni e nei risultati”.
Tutti i risultati completi a questo link: https://www.4fence.it/FIS/Risultati/2024-04-28-26_Rende_(CS)_-_Camp._Italiani_Under_23_individuali/index.php?a=SP&s=M&c=&f=
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Redazione di Vercelli
“Il Prefetto di Vercelli, Lucio Parente, ha incontrato ieri una delegazione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (composta dal Segretario nazionale per il Piemonte, Vicente Santilli, e dal Vicesegretario Regionale SAPPE, Mario Corvino) per una analisi delle problematiche e criticità della Casa circondariale e del personale di Polizia Penitenziaria che in essa lavora. Presenti all’incontro anche il Provveditore regionale penitenziario ed il Comandante di Reparto del carcere cittadino”. A dare la notizia è una nota dell’Ufficio stampa del SAPPE.
Alla data dello scorso 31 marzo, la Casa circondariale aveva, a fronte dei circa 230 posti letto regolamentari, 315 detenuti presenti, dei quali 141 gli stranieri. 28 le donne ristrette.
“Le tematiche affrontate sono state tante – spiegano i sindacalisti –sovraffollamento della struttura, carenza degli organici di Polizia Penitenziaria che si aggrava inesorabilmente, turni massacranti ed eventi critici. Nei prossimi giorni, sarà cura del Provveditore Regionale produrre all’attenzione del Prefetto Parente una relazione ben dettagliata sulle problematiche in cui versa il carcere vercellese con proposte da valutare (come, ad esempio, la possibilità di ricorrere a concorsi su base regionale o di avvalersi, per l’assunzione di nuovi Agenti, dello scorrimento delle graduatorie degli idonei non vincitori dei precedenti concorsi)”.
Il SAPPE assicura che il Prefetto ha garantito, per quanto di propria competenza, di approfondire gli interventi rappresentati.
“Ho molto apprezzato la sensibilità istituzionale del Prefetto di Vercelli, Lucio Parente, per favorire una soluzione agli endemici problemi penitenziari che il Sindacato SAPPE denuncia da tempo – commenta Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria -. Credo che la città di Vercelli e il suo territorio non possano trascurare le criticità e le problematiche penitenziarie, ma anzi essere coinvolti nella loro soluzione per dare un senso all’articolo 27 della Costituzione che mira al trattamento rieducativo della pena”.
“Ma serve anche, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare anche la diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci – prosegue il sindacalista -, per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.
“Penso a regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta”, conclude il leader del SAPPE.
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Redazione di Vercelli
La notte del 21 aprile, la Squadra Volante della Questura di Vercelli ha arrestato un soggetto di origine peruviana per resistenza a pubblico ufficiale, deferendolo altresì a piede libero all’Autorità giudiziaria per lesioni personali aggravate, rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale e di sottoporsi al test etilometrico.
Poco dopo la mezzanotte di domenica appena trascorsa, è giunta presso la Sala Operativa della Questura la segnalazione di un sinistro stradale tra due veicoli in Corso Marcello Prestinari.
Le volanti intervenute sul posto hanno ricostruito la dinamica dell’incidente e hanno constatato fin da subito lo stato di agitazione e alterazione psico-fisica in cui versava uno dei due conducenti.
Il giovane, un ventiquattrenne residente a Villarboit, ha mantenuto un contegno aggressivo e non collaborativo per tutta la durata dell’intervento, nel tentativo di eludere il controllo, proferendo ingiurie e gravi minacce in direzione degli operatori, rifiutandosi di farsi identificare e di sottoporsi al test alcolemico, resosi necessario per il suo manifesto stato di ubriachezza.
Al fine di procedere alla sua compiuta identificazione e ai necessari approfondimenti, il soggetto è stato trasportato presso gli Uffici della Questura.
Durante le fasi di messa in sicurezza e di collocamento nell’autovettura di servizio, lo stesso ha cercato divincolarsi, sbracciando energicamente e tirando alcuni calci verso gli operatori, colpendone uno, procurandogli così una lieve lesione personale.
Presso i locali dell’U.P.G.S.P., persisteva nella sua condotta antisociale, proferendo ripetute minacce e cercando di colpire gli agenti, nonché di compiere impulsivi gesti autolesionisti.
Per tali condotte, il soggetto è stato tratto in stato di arresto e associato, su disposizione del P.M. di turno, agli arresti domiciliari in un luogo idoneo, in attesa dell’udienza di convalida, all’esito della quale gli è stata applicata la misura cautelare personale dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Di conseguenza, nei giorni successivi, la Divisione Anticrimine della Questura di Vercelli ha adottato nei suoi confronti la misura di prevenzione personale del foglio di via obbligatorio, con divieto di ritorno nel Comune di Vercelli per due anni, in considerazione dell’accaduto e della pericolosità sociale, già gravato da altri precedenti di Polizia.
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Redazione di Vercelli
Cedimento dell’asfalto (peraltro, di lieve entità) lungo la massicciata stradale di Via Foscolo a Vercelli, in serata di ieri, 26 aprile.
Arriva tempestivamente la ormai abituale transenna, che resiste fino a questa mattina.
Poi, la transenna pare che ci ripensi e si sposti a lato strada.
Ma forse qualcuno la convince a tornare.
Come si farà con il traffico di lunedì mattina?
Il Vado deve difendere la zona play off.
I rossoblù hanno sin qui collezionato 61 punti, frutto di 16 vittorie, 13 pareggi e 7 sconfitte.
I 27 gol subiti valgono la palma di seconda miglior difesa del girone. La squadra è reduce da due vittorie.
Il modulo di gioco adottato è il 3-5-2.
La porta è difesa da Gabriele Fresia, classe 2005, scuola Sampdoria. Il pacchetto arretrato è composto da: Lorenzo Codutti (2003, cresciuto nell’Udinese, 1 gol in campionato), Paolo Cannistrà (2000, ex Fossano, 1 rete) e Vladimir Mikhaylovskiy (1989, ex Sanremese, 1 gol).
A centrocampo le fasce sono affidate a Pietro Pera (2004, scuola Frosinone) e a Simone Ferrieri (2004, cresciuto nel Frosinone, 2 reti).
In mediana spazio a: Luigi Dodaro (1997, ex Locri), Edoardo Capra (1988, ex Imperia, 2 gol) e Paolo Valagussa (1993, ex Sanremese, 4 reti).
La coppia offensiva è costituita da: Olger Merkaj (1997, ex Derthona, 8 gol) e Loreto Lo Bosco (1989, ex Sanremese, 12 reti).
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Redazione di Vercelli
Domenica 28 aprile 2024, alle ore 11,30 presso la targa commemorativa situata al Parco Eternot si terrà la deposizione di una corona di alloro in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale Vittime dell’Amianto.
Lunedì 29 aprile dalle ore 9,30 al Mercato Pavia “Vita a impatto zero” con la performance presentata dagli studenti della “Scuola XXV aprile” al Concorso Cavalli 2023 e i laboratori tematici che accompagneranno la canzone “Immagina” presentata dagli Studenti della V Scienze Umane dell’Istituto “Lanza”.
Martedì 30 aprile 2024 dalle ore 9,30 nella Sala Consiliare di Palazzo San Giorgio, si terrà la cerimonia di consegna del “Premio Vivaio Eternot”.
Oltre alle consuete celebrazioni, quest’anno, si terrà un ulteriore momento di commemorazione nella giornata di sabato 27 aprile alle ore 17,00 con la deposizione di un cuscino di fiori presso il Parco Eternot, in memoria delle vittime da amianto, a cura della delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, in seguito all’evento “Sindaci liberi dall’amianto” previsto alle ore 15,00 a Palazzo San Giorgio con i rappresentanti delle istituzioni locali.
Nel periodo dal 22 al 30 aprile sarà fruibile all’indirizzo https://www.comune.casale-monferrato.al.it/GMVA2024 il Podcast di Gabriele Massaro, vincitore del concorso “Storia contemporanea”.
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Redazione di Vercelli
Domenica 28 aprile 2024, alle ore 11,00 presso il Museo Civico sarà proposta una nuova visita guidata su un nucleo di sculture di Bistolfi recentemente acquisite sul mercato antiquario grazie al lascito testamentario del sig. Bruno Bigotti di Odalengo Grande.
Le opere oggetto della visita guidata sono andate ad arricchire la collezione della Gipsoteca bistolfiana consolidandone il ruolo primario di tutela, studio e valorizzazione nel panorama della scultura tra Otto e Novecento.
Il pubblico verrà accolto da Martina Boano che avrà il compito di illustrare le peculiarità delle quattro nuove opere:
la Primavera Italica, una riduzione in marmo statuario dell’omonima statua in bronzo collocata sul Monumento ai Caduti di Casale Monferrato, inaugurato il 26.5.1928.
La statua è firmata “L Bistolfi” sulla base a destra e va ad affiancare il bozzetto in gesso già di proprietà del Museo;
la Testa in bronzo del Filosofo, tratta da “La Croce”, monumento funebre al senatore Tito Orsini, morto nel 1899, e collocato al cimitero di Genova Staglieno.
La scultura, montata su una base in travertino, è siglata col monogramma “LB” sul lato sinistro, il taglio sembra seguire molto da vicino il modello in gesso già in esposizione in Gipsoteca.
Il monumento sepolcrale fu commissionato allo scultore casalese dalla figlia, la contessa Dattili della Torre-Orsini ed inaugurato, nel Cimitero Monumentale di Staglieno, il 19 gennaio del 1907.
La scultura ebbe una certa risonanza quando il modello in gesso fu esposto alla Biennale di Venezia del 1905 ottenendo unanime consenso di critica;
la Testa in bronzo de L’Alpe, particolare del Monumento a Segantini di Saint Moritz.
L’opera venne donata da Leonardo Bistolfi a Guido Marangoni, all’epoca intellettuale e Direttore della biennale di Monza, del Castello di Milano e dei Musei di Milano;
il Bozzetto in bronzo per il Monumento a Garibaldi a Savona, conosciuto anche con il titolo de “Il fantasma di Garibaldi”, opera iniziata nel 1908 ma inaugurata 20 anni dopo, l’11 novembre 1928.
L’opera è andata ad affiancare i due bozzetti in gesso , già esposti in Gipsoteca.
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Redazione di Vercelli
La sezione Anpi di Casale Monferrato con il patrocinio della Città di Casale Monferrato esporrà al secondo piano del Castello del Monferrato la mostra degli elaborati degli studenti che hanno partecipato, durante lo scorso anno scolastico, ai progetti di formazione proposti dall’Anpi.
I temi toccati nei vari percorsi sono stati la Costituzione, la Resistenza nel Monferrato e il ricordo del Partigiano Lazzaro Lazzarini, nome di battaglia “Neno”.
Le classi hanno proseguito il lavoro di approfondimento con i loro insegnanti e hanno prodotto dei testi che sono poi stati donati alla sezione locale dell’associazione.
Questa collaborazione tra Anpi e insegnanti ha come fine quello di promuovere occasioni di confronto e di scoperta, per gli alunni, dei temi legati alla nascita della nostra Repubblica e dei valori intrisi nella Costituzione italiana.
Per questa ragione diventa significativo ripercorrere le tappe storiche che hanno portato alla sconfitta del nazi-fascismo e alla nascita della democrazia, visitando materialmente i luoghi dove queste pagine di storia sono state scritte, con il contributo dei sindaci e delle altre sezioni Anpi che operano sui territori dove la furia fascista e nazista ha cagionato dolore, morte e distruzione.
L’obiettivo finale è quello, partendo dalla storia, di accompagnare gli studenti e le studentesse lungo quel percorso di comprensione dei valori democratici scritti nella nostra carta costituzionale affinché possa essere domani difesa e applicata anche dalle giovani generazioni, abbracciando quel principio di uguaglianza che è il mezzo che consente di vivere in una società inclusiva e di pace.
La mostra aperta da venerdì 26 aprile rimarra visitabile sino a domenica 28 aprile dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00.
Con l’occasione si ringraziano gli insegnanti, i sindaci, la sezione Anpi di Camagna e tutti coloro che hanno collaborato con l’Anpi di Casale durante la realizzazione di questo progetto formativo.
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Redazione di Vercelli