Mese: Gennaio 2024
Borgosesia 0
RG Ticino 1
Marcatore: 27’ st Bugno.
Borgosesia (4-3-1-2): Uva; El Achkaoui, Gilli, Derbali, Soldi (36’ st Monteleone); De Angelis (42’ st Tobia), Tunesi (36’ st Bertoni), Lauciello; Giacona (45’ st Giacopelli); Henin, Manara.
A disp.: Vittoni, Maselli, Iannacone, Disisto, Del Barba.
All.: Moretti.
RG Ticino (4-3-3): Harrasser; Siciliano, Sportelli, Quitadamo, Lucentini (20’ Jimenez); Aronica, Zaccariello, Capano (15’ st Sansone); Bugno (39’ st Salducco), Parravicini (26’ Colombo), Cominetti.
A disp.: Ferrante, Maltoni, Gonzalez, Svystelnyk, Longhi.
All.: Longhi (Carobbio squalificato).
Arbitro: Ciaravolo di Torre del Greco.
Guardalinee: Bignucolo di Pordenone e Lembo di Valdarno.
Note: cielo coperto. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 150 circa. Espulso: 27’ pt Manara per intervento scomposto. Ammoniti: Giacona, Cominetti, De Angelis, Harrasser. Angoli: 0-6. Recupero: 2’ pt-4’ st.
La giornata si apre al Comunale con il Borgosesia a ospitare l’RG Ticino.
I granata si presentano in campo con la maglia celebrativa per l’edizione 2024 del Carnevale borgosesiano.
Si inizia con Manara che ribadisce in rete il diagonale di Giacona.
Il gol però viene annullato per fuorigioco.
E’ il 9’ quando Lauciello da fuori mette a lato di poco.
Minuto 18’, Henin serve Manara, la punta mette in mezzo dove Lauciello non ci arriva per un soffio.
Dieci minuti dopo, per un intervento scomposto su Lucentini, Manara viene severamente espulso.
Allo scadere, Lauciello sta per recuperare palla in area quando viene irruentemente contrastato; il direttore di gara lascia proseguire.
La ripresa si apre con il colpo di testa di Bugno che da ottima posizione manda fuori.
Dopo è Sportelli a concludere centralmente.
Al 27’ Bugno da posizione defilata lascia partire un tiro cross che termina in rete per il vantaggio ospite.
Allo scadere, Uva dice di no a Cominetti.
Di fatto la gara si chiude qui e a gioire sono i novaresi.
Redazione di Vercelli
Da oggi a Borgosesia “comanda” il Peru Magunella, affiancato da Gin Infiamàa.
La città, domenica 21 gennaio, si è trasformata in Magunopoli.
Prende così il via, il Carnevale borgosesiano 2024.
La sentita manifestazione, ha scaldato i motori alle 5 con l’accensione dei fuochi per la preparazione della tradizionale busecca.
Sua maestà il Peru è partito da Cravo, il cui Comitato festeggia i 40 anni.
Da lì ha sfilato il corteo che ha permesso alle maschere di raggiungere il centro di Borgosesia.
Il tutto accompagnato dalle note della banda cittadina.
In piazza, Peru (al secolo Carlo Minoli) ha incontrato la sua consorte Gin (Virginia Trivelli).
Qui il sindaco Fabrizio Bonaccio ha provveduto alla consegna delle chiavi alle due maschere, divenute “regnanti” della città.
Regno che durerà sino al 14 febbraio, quando andrà in scena il Mercu Scurot.
Durante la festa una delegazione del Borgosesia Calcio ha consegnato a Peru e Gin la maglia celebrativa con cui poi la squadra è scesa in campo nella sfida contro l’RG Ticino.
Non è mancato l’assaggio delle maschere alla 50esima Gran busecca.
Una distribuzione che ha contato oltre 6mila porzioni.
E’ seguito il Gran pranzo della busecca, organizzato nei locali del Centro Pro Loco.
Tanti gli eventi che seguiranno nei prossimi giorni.
Saranno tre le sfilate dei carri allegorici e delle mascherate a piedi: domenica 28 gennaio, domenica 4 febbraio e domenica 11 febbraio.
Redazione di Vercelli
Sabato 27 gennaio 2024 si terrà a Varallo, nella sala conferenze della Biblioteca Civica Farinone-Centa, alle ore 11, la conferenza di Massimo Bonola, «Quando nevischieranno in polvere le ossa di tuo padre».
La poesia di Paul Celan nella sua realtà storica, iniziativa organizzata, nell’occasione del Giorno della Memoria, dall’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia (Istorbive), in collaborazione con la Biblioteca Civica Farinone-Centa di Varallo.
La conferenza si basa sull’omonimo saggio scritto da Massimo Bonola per il numero di dicembre 2023 de “l’impegno”, rivista dell’Istorbive, in cui viene affrontato un tema oggetto di una rimozione collettiva che solo di recente la storiografia ha approfondito, ossia i massacri che coinvolsero la gran parte dei numerosissimi ebrei dell’Europa orientale durante la seconda guerra mondiale, deportati in campi di lavoro sul territorio e vittime di fucilazioni di massa.
Bonola approfondisce l’argomento attraverso l’analisi “storica” di alcune liriche del grande poeta rumeno di origine ebraica Paul Celan, le quali, facendo emergere progressivamente una dettagliata topografia dei luoghi in cui trovarono la morte i genitori del poeta, entrambi tra le vittime dello sterminio, costruiscono una vera e propria mappa della memoria.
L’autore del saggio dialogherà con Bruno Rinaldi, Enrico Pagano e Piera Mazzone, che leggerà alcuni testi lirici di Celan.
Redazione di Vercelli
Lunedì 29 gennaio 2024, a Vercelli, nella sede della Comunità Ebraica di via Foa 70 (Sala Foa), alle ore 10, sarà presentato il volume di Alberto Lovatto, “Un mormorio lontano. Donne e uomini nei Lager nazisti dalle province di Biella e Vercelli”, edito dall’Istorbive.
La presentazione è aperta al pubblico su prenotazione scrivendo alla mail segreteria.comunitaebraicavc@gmail.com.
Il volume di Lovatto ha uno scopo chiaro e preciso: limitare i danni del trascorrere del tempo che rende la storia dei deportati un mormorio lontano non più udibile e comprensibile.
Il dramma delle deportazioni che hanno colpito le province di Biella e Vercelli non deve essere dimenticato ma ripreso, sottolineato, interiorizzato, soprattutto dalle nuove generazioni.
È anche a loro che si rivolge l’incontro del 29 gennaio, a breve distanza dal Giorno della Memoria: alla presentazione saranno infatti presenti gli studenti del Liceo Lagrangia, accompagnati dalla professoressa Elisabetta Dellavalle, da sempre impegnata non solo nel suo ruolo di formatore ma anche nel recupero della memoria cittadina.
Parteciperanno inoltre il Presidente dell’ISTORBIVE Giorgio Gaietta e il direttore Enrico Pagano.
A introdurre l’incontro la Presidente della Comunità Ebraica di Vercelli – Biella, Novara e V.C.O che dà in questo modo seguito al progetto Ogni Giorno è Memoria.
Questo ha visto la Comunità Ebraica impegnata tra 2022 e 2023 in una lunga rassegna di eventi di divulgazione e approfondimento che hanno coinvolto studenti, ricercatori e pubblico e che hanno fatto da corredo ad un grande obiettivo raggiunto: la posa di 7 pietre d’inciampo dislocate nel centro cittadino a memoria di alcuni degli ebrei deportati da Vercelli e diretti ad Auschwitz.
La città e la provincia stessa saranno protagoniste il 29 gennaio, attraverso la disamina dei documenti, delle memorie private, a partire dalla foto di copertina del volume che ricorda Enrichetta Jona in uno scatto nei pressi di Borgosesia, poco prima del tentativo di fuga della famiglia attraverso le montagne mai avvenuto perché furono arrestati prima.
Il ritratto era in possesso dei discendenti di coloro che nascosero tutta la famiglia Jona.
L’autore del volume, Alberto Lovatto è interessato in particolare alla storia orale e alla storia e memoria del mondo popolare, si è occupato di storia della seconda guerra mondiale e di deportazione, di memoria del movimento operaio, di storia e memoria delle bande musicali locali, di musica e canzoni della Resistenza.
Tra i suoi ultimi lavori in ambito etnomusicale, con Franco Castelli ed Emilio Jona ha pubblicato: “Senti le rane che cantano. Canti e vissuti della monda” e “Le ciminiere non fanno più fumo”, entrambi per Donzelli, Roma; “I canti popolari del Piemonte di Costantino Nigra” e “Al rombo del cannon. Grande Guerra e canto popolare” per Neri Pozza, Vicenza.
Si è occupato di organologia etnica e ha recentemente pubblicato con Alessandro Zolt “La ribeba in Valsesia nella storia europea dello scacciapensieri” per LIM, Lucca.
Descrizione del volume “Un mormorio lontano. Donne e uomini nei Lager nazisti dalle province di Biella e Vercelli” di Alberto Lovatto
“Un mormorio lontano” racchiude […] in uno spazio, quello di due province piemontesi, e in un tempo, quello che intercorre tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, la memoria e la storia di ebrei, di partigiani, di semplici oppositori politici, di renitenti alla leva, ostaggi o lavoratori coatti per cui quei Lager furono costruiti con le più varie, ma concordanti, finalità repressive, cioè come luoghi di reclusione legati a un lavoro coatto, come luoghi di detenzione per possibili o immaginati oppositori da sfruttare, tra la fame e la violenza, sino alla consunzione, e infine come orride fabbriche destinate allo sterminio di massa di presunte razze inferiori. L’interesse di Lovatto a queste tematiche e all’uso dell’oralità è di lunga data, risale al 1982 ed è proseguito nel tempo, perché anno dopo anno su di esse ha dato alle stampe numerosi studi particolari, che oggi trovano la giusta conclusione in questo testo, che raccoglie ogni suo precedente lavoro e lo amplia con nuove testimonianze, ricerche d’archivio, consultazione di testi e riscontri su banche dati (dalla prefazione di Emilio Jona).
Redazione di Vercelli
Il 2024 si apre per la Galleria Civica Jacopo Durandi, gestita come sempre dall’Associazione Culturale La Voce ODV, con l’esposizione delle opere dell’artista Cinzia Rosa.
Biellese di origine, classe 1975, da sempre appassionata di disegno fumettistico, si diploma presso il Liceo Artistico L. Delleani di Biella.
Durante l’adolescenza collabora con il settimanale biellese La provincia realizzando vignette umoristiche.
Dal 1999 partecipa poi a numerose mostre di pittura collettive e personali, ottenendo al contempo anche diversi riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali, senza tralasciare però il lavoro su commissione.
La tecnica prevalentemente usata da Rosa è quella dell’olio su tela.
Nel 2020 il dipinto In viaggio è stato pubblicato nel libro Un anno da fiaba di Pierina Gallina edito da Abaco Viaggi Editori.
La sua ultima “personale” risale al mese di novembre 2022 presso il Vicolungo style outlet, in provincia di Novara.
Nel 2023 ha invece esposto presso Villa Mares di Candelo dove ha anche avuto modo di dipingere un piccolo murales in una delle sue stanze.
La mostra sarà visitabile presso la Galleria Civica Jacopo Durandi (via De Amicis, 5 a Santhià) da martedì 23 gennaio e fino al 28 febbraio.
Il vernissage, causa esigenze organizzative, avrà luogo eccezionalmente lunedì 29 gennaio, alle ore 17.
Gli orari di apertura sono i consueti: dal martedì al venerdì (con esclusione di martedì 13 febbraio e i festivi) dalle 15:00 alle 17:30.
Gli organizzatori desiderano ringraziare come sempre l’Amministrazione Comunale per il patrocinio gratuito concesso e i volontari che rendono possibile la realizzazione di tutte le iniziative proposte.
Per informazioni: info@lavocealice.com
Redazione di Vercelli
Bra-Fezzanese
Arbitro: Giuseppe Sassano di Padova
Guardalinee: Riccardo Targa di Padova e Marco Fontana di Schio
Derthona-Pinerolo
Arbitro: Gabriele Iurino di Venosa
Guardalinee: Usman Ghani Arshad di Bergamo e Nicolas Prestini di Pavia
Alcione Milano-Città di Varese
Arbitro: Enrico Eremitaggio di Ancona
Guardalinee: Fabrizio Cozza di Paola e Giuseppe Fanara di Cosenza
Asti-Chieri
Arbitro: Lorenzo Garbo di Monza
Guardalinee: Nicolò Pizzonia di Alba – Bra e Paul Andrei Popescu di Alba – Bra
Vogherese-Alba
Arbitro: Alessandro Femia di Locri
Guardalinee: Raffaele Trapasso di Vibo Valentia e Nicolò Matteo Presta di Cosenza
Borgosesia-Rg Ticino
Arbitro: Emanuele Ciaravolo di Torre Del Greco
Guardalinee: Davide Bignucolo di Pordenone e Roberto Lembo di Valdarno
Chisola-Pont Donnaz
Arbitro: Luigi Pica di Roma 1
Guardalinee: Andrea Giulio Adragna di Milano e Alessandro Liuzza di Milano
Gozzano-Sanremese
Arbitro: Mario Leone di Avezzano
Guardalinee: Simone Giuseppe Chimento di Saronno e Daniele Antonicelli di Milano
Lavagnese-Ligorna
Arbitro: Giacomo Pasquetto di Crema
Guardalinee: Simone Colella di Imperia e Florjana Doci di Savona
Vado-Albenga
Arbitro: Matteo Dini di Città di Castello
Guardalinee: Emanuel Luigi Amorello di Pesaro e Alberto D’Ovidio di Pesaro
Redazione di Vercelli
Campionato Divisione Regionale 1 (Girone B)
14^ Giornata (5^ Giornata Ritorno)
Novara Basket A.S.D.: 58
Barberi Valsesia Basket: 60
Parziali: 25-12; 40-38; 46-46.
Novara Basket A.S.D.: Cancelliere 5, Mudasiru 2, Chirio 4, Romano 15, Mena 8, Toure, Crespi 7, Signorelli 1, De Marino 6, Ruggerone, Sepe, Martini 10.
Coach: Silvio Ferrarese
Ass. coach: Carmenati Gabriele
Barberi Valsesia Basket: Gemelli 20, Ballarini, Ferrara, Messina 15, Varola, Galli, Ghiani 6, Abdallah 6, Canova 9, Robino 1, Scansetti 3.
Coach: Giovanni Gagliardini
Prep. fisico: Luca Messina
Arbitri: Sigg. Bussetti Enrico di Alluvioni Piovera (Al) e Lonardo Francesco di Tortona (Al).
L’impegno, la fatica, il sudore, l’umiltà, la dedizione e il gruppo: questo è il mix vincente dei ragazzi di coach Giovanni Gagliardini!
Con un’intensa prova di personalità, sostanza, cuore, ma soprattutto di squadra, gli Eagles venerdì sera hanno conquistato una meritata vittoria e due preziosissimi punti con la compagine di casa Novara Basket A.S.D. con il punteggio finale di 58-60.
I ragazzi valsesiani sono scesi sul parquet del Pala ”Don Bosco” grintosi, determinati e concentrati, in controllo con lucidità ed intensità per tutta la durata del match.
Una bella iniezione di fiducia per la compagine valsesiana: una Barberi Valsesia Basket bella e vincente, una grande prestazione di squadra, dove tutti si sono adoperati dando un buon contributo sia in termini difensivi che in qualità offensive, ma non si può non sottolineare la grande prestazione del nostro scatenato capitano Elia Gemelli, top scorer dei valsesiani con 20 punti: bravo Elia!
Gli Eagles hanno conquistato così la seconda vittoria consecutiva, riuscendo con grinta, determinazione e tanto, tantissimo cuore ad avere la meglio sui novaresi con un’energica volata finale e una caparbia prova di carattere di tutta la squadra! Bravi ragazzi!
Il commento post partita di coach Giovanni Gagliardini, soddisfatto della prova dei suoi ragazzi: “Abbiamo disputato una partita difensivamente parlando di gran livello. Abbiamo subìto un avvio difficile, 25 punti presi nel primo quarto, loro poi hanno chiuso la gara a 58 punti, vuol dire che hanno segnato 33 punti nei restanti tre quarti. Questo sicuramente è un dato fondamentale sull’andamento della partita. Abbiamo difeso quaranta minuti a uomo, abbiamo pressato anche a tutto campo e questo ci ha dato sicuramente molta energia e ha complicato molto i loro attacchi. Penso che abbiamo fatto un secondo quarto veramente di livello, anche in attacco ci siamo sciolti, li abbiamo ripresi e all’intervallo eravamo al punto. Nel terzo quarto è arrivata un po’ di zona loro, sinceramente abbiamo sprecato qualche tiro aperto che poteva consentirci già di allungare nel punteggio, ma purtroppo non sono entrati. E’ arrivato poi un ultimo quarto veramente equilibratissimo in cui alcuni episodi alla fine hanno fatto la differenza a nostro favore, però devo dire proprio che i ragazzi se lo sono meritato e sono due punti importanti per la classifica ma soprattutto per il morale e per la consapevolezza di quello che stiamo facendo. Infine una dedica: questa vittoria va sicuramente dedicata a Jack (Giacomo Vietti n.d.r.) e a Pier (l’assistant coach Piergiorgio Cerri n.d.r.)” .
Partenza sprint per i padroni di casa che iniziano da subito a martellare gli Eagles a suon di triple mandandoli in tilt.
I viaggianti tentano in ogni modo di reagire agli assalti al proprio canestro e all’intensità messa in campo dai novaresi.
Novara crea così un importante gap che gli permette di chiudere il primo parziale avanti di tredici lunghezze: 25-12. Nel secondo quarto reazione veemente da parte della compagine valsesiana che alza l’intensità difensiva e va a segno con continuità (15-26 il secondo parziale), mentre Novara, sorpresa dall’energia messa in campo dagli Eagles, stenta ad andare a canestro.
Si va all’intervallo con il punteggio di 40-38 per i padroni di casa.
Al rientro dalla pausa lunga, in questo periodo si segna pochissimo (6-8 il parziale): Novara si mette a zona e le due compagini alzano gli scudi in difesa. Valsesia Basket riesce con caparbietà ad agguantare la parità andando a chiudere il terzo parziale 46-46.
Ultima frazione di gioco molto equilibrata dove le due formazioni si sfidano a viso aperto, ma gli Eagles sono determinati a portare a casa il risultato e lottano con grande energia fino alla fine e non perdono mai la lucidità e la concentrazione necessarie per andare a conquistarsi una bella e meritata vittoria, con il punteggio finale di 58-60. Bravi ragazzi, uniti si vince!
Poco, pochissimo tempo per riposare: lunedì gli Eagles dovranno tornare in palestra per preparare il match di mercoledì 24 gennaio 2024, con palla a due alzata dai Sigg. Mamone Leo di Novara e Zuccadelli Daniele di Strona (Bi) alle ore 21:00 al PalaDonBosco – Via S. Domenico Savio,1 – Borgomanero (No) dove, nel recupero della terza giornata di ritorno del Campionato di Divisione Regionale 1 (Girone B) ad attenderli ci sarà la compagine di casa ASD BASKET SPARTANS.
Forza ragazzi, metteteci la grinta, la determinazione, l’orgoglio ma, soprattutto, il vostro solito grande cuore!
Come sempre, per sempre………..
Fonte: Letizia Bertini – Khristina Fanchini – Area Comunicazione
Redazione di Vercelli
Gio 3, 1-5. 10
Dal Libro di Giona
Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: “Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico”. Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore.
Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: “Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta”.
I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli.
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Sal.24
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
1 Cor 7, 29-31
Dalla prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi
Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
Mc 1, 14-20
Dal Vangelo secondo San Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il Vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
“Alzati e và a Ninive” (Gio 1,2).
Una “missione” nuova e sorprendente, diremmo noi, “straordinaria”, per un ebreo come Giona: predicare la conversione per la salvezza, nel mondo “non credente” (prima lettura).
Ninive: capitale dell’Assiria, (parte dell’odierna Mosul). Ninive, in posizione strategica, molto attraente per le sue ricchezze e agiatezze, ma anche città violenta, con una storia segnata da crudeltà, specialmente nei confronti degli ebrei.
“Guai alla città di sangue”!
Questo fu il decreto di Dio contro la città di Ninive, un tempo regina della terra.
Ninive era come un covo di leoni: ferocia e rapacità vi regnavano sovrane, con la guerra, la città, si era arricchita, divenendo la più grande e più temuta città sulla faccia della terra. (Naum 3,1).
E Giona non vuole andare a Ninive.
Giona in ebraico “colomba” (Yohnàh,”colombo”), contrariamente all’immagine della colomba che simboleggia l’intervento divino, qui non è portatore di qualche “novità”, anzi non condivide la “visione” di Dio e la sua “missione”: Giona fugge a Tarsis, lontano dal Signore. (Gio1).
La colomba, destino un po’ “beffardo” era l’animale sacro alla dea Ishtar, il cui santuario era situato proprio a Ninive, la capitale dell’Assiria, alla quale il profeta era stato inviato in “missione” dal Signore.
Colomba che non vuole “volare”.
“Alzati e và a Ninive” ( Gio 3,1).
Giona parte, si alza… non senza qualche “dubbio” e “difficoltà”.
Giona “fugge”… “lontano dal Signore”.
Ma dove vuoi fuggire, Giona?!
Perché vuoi sottrarti?
Giona è “renitente”, è “testardo”, tenta la direzione opposta di quella indicata da Dio…
Nave, imbarco in direzione opposta, mare, pesce…
Ancora un invito e Giona si alza e va a Ninive.
Eppure la risposta è “esemplare”: fede, conversione, cambiamento.
Chissà quali pensieri hanno attraversato la mente di Giona, ma come?!
Con quale disappunto ha constatato che la sua predicazione aveva un certo “effetto”.
Giona è portatore di un vangelo: un messaggio semplice ma rivoluzionario, in grado di cambiare, di produrre cambiamento: Il Dio della misericordia vuole che l’uomo si converta e viva.
Giona “colomba di Dio”.
Gioia il profeta, debole e fragile, eppure “portatore” di Dio.
E Ninive crede, proprio perché a parlare è Giona e Giona parla di Dio.
E Giona parla di un Dio che ha misericordia, che chiede conversione.
Giona che “converte”, ma Giona che “deve essere convertito”… lui che non vuole partire, lui che si “sdegna” per la misericordia di Dio verso la città, lui che deve “sperimentare” la misericordia per comprenderla, Dio che con “pazienza”, si china su Giona perché “comprenda” i Suoi disegni e converta il cuore.
Dio di misericordia, Dio che ha misericordia, Dio che porta misericordia.
Perché il cuore “convertito” è il cuore che “parla di Dio”.
Giona parla di un Dio del quale Paolo (seconda lettura) dirà: Il tempo è arrivato, sovvertite i vostri “valori”,per voi è arrivato un nuovo “sistema di Valore”, Il Regno di Dio.
Convertitevi e cambiate la trama della vostra storia: date alla vostra esistenza la sostanza dell’eternità.
Decisione radicale, sovvertimento.
Conversione: proposta di Dio, libertà umana.
Conversione: adesione a Cristo che salva e libera.
Conversione: Dio si è reso “vicino al mondo”, Dio “passa”, “passa e chiama”…
Dio è incontro alla gente, Dio è “Vangelo”.
Dio non porta “notizia”, Dio “è notizia”.
Gesù “proclamava il Vangelo di Dio”.
Vangelo è Dio, è “notizia”.
Gesù è Vangelo. Cammina.
Cammina tra la gente.
Dio con noi.
“Il tempo è compiuto…” come per quella donna sono giunti “i giorni del parto”, così il Regno di Dio “arriva”, meglio, “si è avvicinato”.
Il Regno di Dio è qui.
Il Regno di Dio cammina e chiama.
E su quel lago, chiama: alzati!
Gesù che cammina e guarda: “vide”.
Vede la quotidianità dell’uomo, il suo lavoro, il suo “gettare le reti”…
Gesù vede e chiama.
“Convertitevi e credete”.
“Convertitevi” andate oltre la vostra logica, oltre la vostra razionalità, oltre i vostri ragionamenti.
Convertitevi con “intelligenza” e “cuore”.
Convertitevi: uscite dalla vostra piccola prospettiva per entrare nella grande prospettiva di Dio.
Convertitevi: entrate nel “Vangelo”.
“Venite… vi farò…”
Non abbandonerete le reti, semplicemente non pescherete più sardine o i Tilapia galilea che così abbondanti si fermano nella vostra rete, i barbi o il claride del deserto, pescherete l’umano, “tirerete le reti” abbondanti di uomini perché conoscano la Vita e la salvezza.
Pescherete uomini, per far conoscere la vita in pienezza.
Non “dimenticate” il vostro lavoro, la vostra quotidianità, “perfezionatela”; non un ribaltamento radicale, ma un “cambio di prospettiva”, una conversione… mantenendo la vostra caratteristica…
“Lasciate le reti…”
Quelle “reti”, per “altre reti”: le reti degli sguardi, delle relazioni, delle parole, della speranza…
Dopo lo “sguardo”, la Parola, non basta più il “guardare”, occorre “sentire”, “ascoltare”.
Il Vangelo: notizia che va ascoltata e creduta.
L’urgenza e la folgorazione della Parola.
Non serve aspettare, non è avventatezza.
Questo è il coraggio del credere: “Abbiamo incontrato il Signore”.
E quando si “incontra” non si può più aspettare, attendere, tergiversare, essere renitenti…
Il Signore ci chiede l’urgenza del coraggio e della sequela.
Nella Genesi, la creazione avviene con la Parola: Dio disse… e così avvenne…
Parola che crea.
Nella chiamata Dio “vede” e “dice”: sguardo ed invito.
Nell’atto creativo il mondo si muove con una Parola, nel Vangelo la Parola è preceduta dallo sguardo: guarda e chiama, vede e invita.
Sono “visto” e liberamente rispondo: sguardo d’Amore che trafigge l’uomo, cuore trafitto di chi si abbandona, allo Sguardo.
“Vieni e seguimi”: Gesù il camminatore invita a seguirlo.
Seguimi in un cammino senza fine.
Con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Aperuit illis”, Papa Francesco il 30 settembre 2019, ha stabilito che “la III Domenica del Tempo ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio”. La Parola di Dio, che risuona in quel “convertitevi e credete al Vangelo” del brano del Vangelo di Marco (Mc 1,14-20).
Il Vangelo è gioia, è notizia, è Parola; Parola non confinata in un libro, ma che resta sempre viva e si fa segno concreto e tangibile.
“Rimanere” nella Parola di Dio non è solo leggere, incontrare, è “essere accompagnati” e “dimorare” con la Parola, come quei discepoli diretti ad Emmaus che “stanno”, che si “fanno accompagnare”, ai quali “ardeva il cuore” alle Parole, è molto più di un incontro frettoloso o occasionale e “accidentale”.
La Parola è l’incontro che rende Vita alla vita, è concretezza che “Nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con loro” (Dei Verbum, 2).
Il “Vieni e vedi”, in Gesù il Dio invisibile si è fatto “vedere” e “sentire”, è dunque l’ “Essere con Lui”, il destino a cui come cristiani siamo chiamati, come uomini che “ rimangono” nella sua Parola.
Possiamo dire “Rimanere con Lui, Verbo Incarnato” è “sintesi” del vangelo, è “vivere in Cristo”, e nel suo Amore senza tramonto.
Le parole di Papa Francesco di oggi, su aree interne e piccoli Comuni, sono decisive per una nuova Politica per i territori.
Arrivano a pochi giorni dai preziosi interventi del Presidente Sergio Mattarella e del Cardinale Zuppi, sulle stesse urgenze di impegno contro spopolamento e abbandono.
Le parole del Papa, secondo Uncem, sono una luce, che richiede una Politica attenta e operosa, Enti locali vivi, comunità che realmente camminano insieme, Istituzioni sussidiarie e in relazione.
Nella piena corresponsabilità dell’azione, nella distinzione dei ruoli, nell’unità dei valori e delle stesse comunità.
“Papa Francesco ci insegna a camminare insieme – afferma il Presidente Uncem Marco Bussone – a non perdere reciproca fiducia e stima anche tra Sindaci, a crescere nella logica del NOI che prende il posto dell’IO. Dobbiamo crederci anche come Istituzioni. Più forti nell’unità che trasforma l’unione, la perfeziona e la migliora, la rende forte perché cresce con i rapporti e con le relazioni, riducendo disuguaglianze, favorendo dialogo, incontro, riorganizzazione dei servizi ai cittadini, corresponsabilità e stile sinodale che non vale solo per la Chiesa, come già ho detto più volte. Il cammino insieme tocca tutte le istituzioni che devono trasformarsi, riguarda anche l’impegno nel fare nuove leggi più adeguate a rispondere alle esigenze delle comunità delle aree interne e montane del Paese e dell’Europa, delle quali ha parlato oggi Papa Francesco, che di cuore ringraziamo per il suo essere luce in mezzo a dubbi, sospensioni, difficoltà, solitudini. Da superare insieme, nell’insieme”.
Le Parole di Papa Francesco pronunciate oggi, sabato 20 gennaio 2024:
“I piccoli Comuni, soprattutto quelli che fanno parte delle cosiddette aree interne, e che sono la maggior parte, sono spesso trascurati e si trovano in condizione di marginalità. I cittadini che li abitano, una porzione significativa della popolazione, scontano divari importanti in termini di opportunità, e questo resta una fonte di disuguaglianza. Alla radice di questi divari c’è il fatto che risulta troppo dispendioso offrire a questi territori la stessa dotazione di risorse delle altre aree del Paese. Vediamo qui un esempio concreto di cultura dello scarto: «tutto ciò che non serve al profitto viene scartato». Si innesca così un giro vizioso: la mancanza di opportunità spinge spesso la parte più intraprendente della popolazione ad andarsene e questo rende i territori marginali sempre meno interessanti, sempre più abbandonati a sé stessi. A restare sono soprattutto gli anziani e coloro che più faticano a trovare alternative. Di conseguenza, cresce in questi territori il bisogno di Stato sociale, mentre diminuiscono le risorse per darvi risposta. C’è un altro aspetto di questa dinamica. È nelle aree interne, marginali, che si trova la maggior parte del patrimonio naturale (foreste, aree protette, e così via): sono dunque di importanza strategica in termini ambientali. Ma lo spopolamento progressivo rende più difficile la cura del territorio, che da sempre gli abitanti di queste zone hanno portato avanti. I territori abbandonati diventano più fragili, e il loro dissesto diventa causa di calamità e di emergenze, specie oggi con gli eventi estremi sempre più frequenti: ad esempio piogge torrenziali, inondazioni, frane; siccità e incendi; tempeste di vento e così via. Guardando questi territori, abbiamo conferma del fatto che ascoltare il grido della terra significa ascoltare il grido dei poveri e degli scartati, e viceversa: nella fragilità delle persone e dell’ambiente riconosciamo che tutto è connesso – tutto è connesso! -, che la ricerca di soluzioni richiede di leggere insieme fenomeni che spesso sono pensati come separati. Tutto è connesso. Queste cose voi le conoscete molto bene. Il vostro impegno e il vostro lavoro cerca di contribuire a tutelare la dignità delle persone e a curare la casa comune, anche con risorse scarse e tra mille difficoltà. Di questo impegno c’è un bisogno crescente, invito a non abbassare la guardia e a non lasciarvi scoraggiare. C’è in gioco qualcosa di più grande che la qualità della vita e la cura dei territori da cui provenite, che pure meritano ogni sforzo. Da sempre, e anche oggi, sono le aree marginali quelle che possono convertirsi in laboratori di innovazione sociale, a partire da una prospettiva – quella dei margini – che consente di vedere i dinamismi della società in modo diverso, scoprendo opportunità dove altri vedono solo vincoli, o risorse in ciò che altri considerano scarti. Le pratiche sociali innovative, che riscoprono forme di mutualità e reciprocità e che riconfigurano il rapporto con l’ambiente nella chiave della cura – dalle nuove forme di agricoltura alle esperienze di welfare di comunità – chiedono di essere riconosciute e sostenute, per alimentare un paradigma alternativo a vantaggio di tutti. Pensando al vostro ambito di impegno, vorrei suggerirvi un filone tra i molti a cui prestare attenzione: quello della ricerca di nuovi rapporti tra pubblico e privato, in particolare il privato sociale, per superare impostazioni vecchie e sfruttare appieno le possibilità che oggi la legislazione prevede. La scarsità delle risorse nelle aree marginali rende più disponibili a collaborare per ciò che appare come un bene comune; nasce così l’opportunità di aprire dei cantieri di partecipazione, favorendo un rinnovamento della democrazia nel suo significato sostanziale. Un altro filone promettente è quello delle nuove tecnologie, in particolare il ricorso alle diverse forme di intelligenza artificiale. Stiamo scoprendo quanto possano rivelarsi potenti come strumenti di morte. Possiamo immaginare quanto benefica questa potenza potrebbe risultare se utilizzata non per la distruzione, ma nella logica della cura: cura delle persone, cura delle comunità, cura dei territori e cura della casa comune. E parlando della cura, mi preoccupano le poche nascite. C’è una “cultura dello spopolamento” che viene dalle poche nascite di bambini. È vero, tutti possono avere un cagnolino, ma occorre fare bambini. L’Italia, la Spagna… hanno bisogno di bambini. Pensate che uno di questi Paesi mediterranei ha l’età media di 46 anni! Noi dobbiamo prendere sul serio il problema delle nascite, prenderlo sul serio perché si gioca lì il futuro della patria, si gioca lì il futuro. Fare figli è un dovere per sopravvivere, per andare avanti. Pensate a questo: non è una pubblicità di un’agenzia per le nascite, ma voglio sottolineare il dramma delle poche nascite, che va pensato molto seriamente”.
Redazione di Vercelli
Pro Vercelli 1
Triestina 2
Marcatori: 14’ pt D’Urso, 23’ pt Haoudi, 47’ st El Azrak.
Pro Vercelli (4-3-3): Sassi; Iezzi, Citi, Camigliano, Sarzi Puttini (34’ st Frey); Iotti, Emmanuello, Haoudi; Mustacchio (29’ st Pannitteri), Nepi (15’ st Comi), Maggio.
A disp.: Ghisleri, Valentini, Carosso, Casazza, Contaldo, Gheza, Rutigliano, , Forte, Pesce, Petrella, Vaccarezza.
All.: Dossena.
Triestina (4-3-1-2): Agostino; Germano (15’ st Ciofani), Struna, Moretti, Petrasso (41’ st Anzolin); Vallocchia, Celeghin (26’ st Fofana), Correia; D’Urso (26’ st El Azrak); Vertainen (26’ st Finotto), Lescano.
A disp.: Diakite, Malomo, Gunduz, , Minesso, Kacinari, Ballarini, Pierobon.
All.: Tesser.
Espulso: 50’ st Comi per doppia ammonizione 20’ st + 50’ st.
Ammonito: Correia, Comi, Dossena, Iezzi. Recupero: 1’ pt – 5’ st.
Dopo non aver subito nessun ko interno all’andata, i leoni cadono al Silvio Piola per la seconda volta di file.
Contro la Triestina è una partita giocata a viso aperto e non mancano le occasioni da ambo i lati.
A scattare sono gli ospiti con D’Urso ma arriva la reazione vercellese con il pareggio di Haoudi.
Quando tutto sembra destinato al pareggio, in pieno recupero El Azrak segna il gol che gela lo stadio.
La Pro Vercelli dopo 3 minuti si fa vedere in avanti.
Sarzi Puttini mette in mezzo per Nepi che di testa manda fuori.
Sei giri di lancette e il liberissimo Lescano, chiama Sassi alla parata superlativa.
A ridosso del quarto d’ora, la Triestina passa in vantaggio.
D’Urso davanti al portiere avversario è freddo e insacca.
Rispondono i leoni con le conclusioni di Emmanuello (centrale) e Haoudi (palla a lato).
Minuto 23, arriva il pareggio.
Mustacchio crossa sul secondo palo, Haoudi inzucca in rete.
Sull’altro fronte, Sassi si supera in rapida successione su Lescano e Celeghin.
L’estremo difensore di casa dice di no anche al pallonetto di Vertainen.
Si torna in campo dopo l’intervallo e sugli sviluppi di un corner, Maggio a giro non inquadra di poco lo specchio della porta.
Al 3’ Nepi spinge in rete il cross di Maggio ma il direttore di gara annulla per una posizione di fuorigioco.
Gli ospiti ci provano con Vertainen, la mira non è quella giusta.
Dopo è Haoudi a chiamare Agostino alla respinte.
E’ il 37’ quando Vallocchio da buona posizione calcia fuori.
Al 45’ Comi al volo non riesca a centrare il bersaglio.
In pieno recupero arriva la beffa.
El Azrak lascia partire un tiro da fuori che complice una deviazione batte Sassi.
Dopo c’è tempo solo per la seconda ammonizione e la conseguente espulsione di Comi.
Redazione di Vercelli