Mese: Agosto 2023
Dal Libro dell’Apocalisse, Capp. 11, 19; 12, 1 – 6. 10
Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».
Salmo 44
Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.
Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.
Dalla Prima Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, Cap. 15, 20 – 26
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Dal Vangelo secondo San Luca, Cap. 1, 39 – 56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE
Non possiamo non accostare la figura di S. Anna a quella di Maria.
La tradizione la colloca come genitrice di Maria (pur non avendone notizie nei Vangeli canonici), sua educatrice , colei che sicuramente le ha fatto conoscere il mirabile inno, conosciuto come “Magnificat dell’Antico Testamento”, nel quale si riverberano le parole di un’altra Anna (1 Sam 2)
Non c’è santo come il Signore,
non c’è rocca come il nostro Dio.
3 Non moltiplicate i discorsi superbi,
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore è il Dio che sa tutto
e le sue opere sono rette.
4 L’arco dei forti s’è spezzato,
ma i deboli sono rivestiti di vigore.
5 I sazi sono andati a giornata per un pane,
mentre gli affamati han cessato di faticare.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.
6 Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
7 Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta…
La madre di Gesù modellerà la sua “preghiera di lode” proprio su questo canto antico.
In questa liturgia dedicata alla festa dell’Assunzione della Vergine al cielo, leggiamo il brano di Luca 1,45-55, unico evangelista che riporta queste parole.
“L’anima mia magnifica il Signore…”
Tutti noi dovremmo alzarci al mattino con questo canto di lode sulla bocca.
L’anima che “magnifica”, non solo loda, prega, tesse le lodi, esplode di gioia, canta le sue meraviglie…
Maria ha “cantato” con la vita, a seguito dell’annuncio, con sollecitudine, si è messa in cammino… una gioia a fatica “trattenuta”, un’esplosione di Amore per l’Autore della Vita.
Una letizia ed una esultanza per Lui che ha innalzato, che ha guadato, che ha rovesciato, innalzato, ricolmato, soccorso…Lui che ha usato misericordia, Lui che ha fatto grandi cose…
Grandi cose ha fatto e fa per noi.
Dio ha accompagnato Maria, Dio accompagna noi, Dio accompagna il mondo, l’universo da sempre e per sempre.
E mentre abbraccia una madre come lei, Maria abbraccia il mondo, abbraccia noi.
Amore donato. Amore incarnato.
Maria testimone di fede e di preghiera, di sapienza, Maria che guida i nostri passi e si conduce al Figlio, Cristo “luce delle genti”(Lumen gentium).
Maria che è “elevata al cielo, è Madre e Regina di tutto il creato”. Maria “comprende il senso di tutte le cose… e ci aiuta a guardare questo mondo con occhi più sapienti” (Laudato sii 241).
Con Maria riscopriamo il senso del sinodo, il tesoro delle Chiese locali, ricchezza della Chiesa universale. Esperienza del “popolo di Dio” , di una Chiesa che in comunione prega, celebra, cammina, perchè “Il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio” (Papa Francesco, 17 ottobre 2015).
Chiesa che si “specchia” in Maria per scoprire l’ “essere Chiesa”, insieme.
Maria accompagni i nostri cammini di comunità con la sua materna protezione.
Tutti noi dovremmo alzarci ogni mattina con questo inno di lode sulle labbra.
Da tempo si era ritirata alla Casa di Riposo di Prarolo,
dopo la morte del marito, l’Avv. Guido Mainardi – leggi qui – nel lontano 2012.
La Prof. Paola Cerruti Mainardi, uno dei nomi più illustri della Medicina, non solo vercellese, ci ha lasciati lo scorso 10 agosto, ormai novantenne.
Non è semplice riassumere il suo prestigioso curriculum nel mondo della Sanità, Vercellese e non; studiosa di fama internazionale, in città era stata Primario di Pediatria (in precedenza, di Malattie Infettive) e chi scrive ha avuto il privilegio di incontrarla spesso anche quale rappresentante della Direzione Sanitaria, nel Comitato di Gestione dell’allora Usl 45.
Anche in quella veste, una professionista di levatura superiore: aveva imparato, con onestà e correttezza esemplari, a misurarsi con le urgenze anche amministrative.
Delle quali discuteva con il garbo di una vera Signora e la fermezza di un’ altrettanto autentica espressione di cosa significhi essere un Dirigente.
Oggi, in un Duomo che, nonostante il “ponte” di Ferragosto, ha visto la presenza di tanta gente, l’ultimo saluto.
Del quale riproponiamo, nel nostro video, le parole della Signora Maura Masini, Assessore al Comune di San Casciano Val di Pesa.
Presente con tanto di fascia tricolore, peraltro l’unica fascia tricolore che si sia vista oggi in Cattedrale: Piazza Municipio di Vercelli, non pervenuta.
L’Asl, invece, era rappresentata dal Direttore sanitario del S.Andrea, Dott. Scipione Gatti e poi da tante persone ormai a riposo, ma non immemori e, tra queste, è bello citare Marco Barberis, già Presidente dell’allora Usl 45. E poi il mondo, affettuoso e dolente delle Collaboratrici e Collaboratori della persona scomparsa.
Maura Masini, si diceva, è assessore del Comune di San Casciano in Val di Pesa, e fondatrice dell’Associazione A.B.C, che tutela i bambini affetti della
sindrome “Cri du Chat” (Grido del Gatto) – leggi qui –
ha voluto dare l’ultimo saluto alla professoressa Paola Cerruti, esperta numero uno in Italia e probabilmente nel mondo di questa rara malattia genetica e “cittadina onoraria” di San Casciano, proprio per il fondamentale apporto “scientifico, ma anche e soprattutto umano” dato all’Associazione, fin dal momento in cui venne fondata nell’ottobre del 1995.
***
Il rito esequiale, oggi in Cattedrale, è stato celebrato da Mons. Eusebio Regis, Parroco di San Bernardo: anche il Sacerdote non ha mancato, nella sua sapiente omelia, di richiamare il dono della vita che la Prof. Cerruti aveva devoluto ad alleviare la sofferenza di tanti piccoli innocenti.
Borgosesia 0
Città di Cossato 0
Borgosesia (4-2-3-1): Ancillotti, Monteleone, Derbali, Rekkab, Iannacone; Colombo, Lauciello; Duguet, Giacona, Gonella; Tobia.
Subentrati: Vittoni, Maselli, El Achkaoui, Faretta, D’Ambrosio, Bertoni, Battaglia, Disisto, Henin, Del Barba, Giacopelli.
All.: Moretti.
Città di Cossato (4-3-3): Samarxi; Mancin, Celussi, Pasinato, Cestagalli; Ogliari, Urban, Caamano; Bernardo, Bonura; Binelli.
Subentrati: Milan, Vestali, Caravello, Miolo, Bojanic, Bedetti, Adamo, Vistali, Cavallini, Ragno, Miola, Looumy, Beskorovany.
All.: Braghin.
Note: giornata soleggiata. Terreno in erba sintetica. Spettatori: 100 circa. Ammonito: Miola. Angoli: 6-1. Recupero: 3’ pt-0’ st
Terzo impegno per le aquile valsesiane che affrontano in allenamento congiunto il Città di Cossato.
Buona partenza del Borgosesia.
I granata ci provano subito con Tobia, la sua incornata è intercettata da Samarxi.
Al 6’ gol annullato ai padroni di casa; Tobia va in rete ma la posizione iniziale di Gonella era di fuorigioco.
Gli ospiti si fanno vedere con Bonura, la sua conclusione è alta.
Dall’altra parte, Tobia controlla bene in area ma non inquadra lo specchio della porta.
Al 22’ il colpo di testa di Duguet è respinto sulla linea da Celussi.
Poco dopo Tobia e Caamano sono costretti a lasciare il terreno di gioco per uno scontro testa contro testa.
Minuto 27, Rekkab si oppone alla conclusione a colpo sicuro di Ogliari.
Due minuti dopo, Iannacone impegna Samarxi.
Bonura cerca gloria su punizione, palla fuori.
Prima del riposo, Gonella calcia debolmente.
Si torna in campo e Monteleone in diagonale mette di poco a lato.
Al quarto d’ora granata vicino al gol.
Il portiere ospite vola sulla punizione di Lauciello.
Al 20’ Henin viene murato da un difensore.
Poco prima della mezz’ora Disisto, impegna con un colpo di testa la retroguardia avversaria, il portiere si supera e gli nega la gioia del gol.
L’allenamento congiunto termina così in parità senza reti.
Dopo si rinnova la sfida con Disisto protagonista con un tiro potente ma centrale.
Finisce qui senza reti
Redazione di Vercelli
Cari Lettori,
anche quest’anno, a Ferragosto, ci prendiamo una breve pausa.
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A presto.
(marilisa frison) – La Confraternita trinese di San Lorenzo ha festeggiato il Santo nell’omonima chiesa, giovedì 10 Agosto, in occasione della ricorrenza liturgica.
Il Priore, Gianni Gennaro, ha invitato a concelebrare con don Riccardo Leone, il Vicario Generale della Diocesi di Vercelli, Mons. Stefano Bedello che, alle 18 in punto, ha fatto il suo ingresso al seguito dei confratelli con don Riccardo e Giancarlo Tione, nell’antica chiesa che ospita la Madonna del Carmelo e le spoglie della Beata Arcangela Girlani.
Il carisma di don Bedello, che per la prima volta ha celebrato nella sua città d’origine nelle vesti di Vicario Generale, ha subito conferito alla circostanza i caratteri della festa, pur senza nulla togliere alla solennità della Santa Messa.
Mons. Bedello ha ricordato che a Trino c’è di tutto; è una “cuccagna”, ci sono i prodotti migliori, l’abbondanza, così come è sovrabbondante e sincero anche di affetto dimostratogli. Mostrando di ricambiare tanta affettuosa accoglienza, Mons. Bedello ha ricordato, senza tralasciare aneddoti e memorie delle cose che si usavano fare a Trino, non esitando, sia pure “iuxta modum” anche il dialetto locale.
Trino nei secoli ha dato tanti frutti di santità, più di tante altre città e paesi: il Vicario Generale ha citato tutti i Beati trinesi, senza tralasciare la devozione per il patrono San Bartolomeo, di cui tra pochi giorni ci sarà la ricorrenza con grandi festeggiamenti.
Trino profuma di santità, ha ricordato che il nostro calendario liturgico della Regione Piemonte è intriso di santità trinese.
“Oggi la santità è attuale perché è il riscatto di un’umanità che non guarda solo a se stessa, quando noi ci apprestiamo a dare una mano a chi è nel bisogno scriviamo una pagina di santità tutti i giorni”.
Poi Monsignore continua spiegando perché nel giorno di San Lorenzo è tradizione benedire l’uva e distribuirla ai fedeli dopo la Santa Messa: affinché godano del piacere dei succosi chicchi facendo rientro nelle proprie famiglie con i propri cari e quel gusto dolce ricorderà la parola di Dio, la sua sapienza, la sua saggezza, i suoi insegnamenti.
Gli acini d’uva iniziano a maturare a colorarsi proprio nel giorno di San Lorenzo, ecco perché il simbolo del frutto della vite è legato al Santo.
Non sono mancate sapienti riflessioni sul Vangelo e sulla figura di San Lorenzo, il quale ci ricorda che la vera ricchezza sta dentro di noi e dobbiamo fare della ricchezza della fede la nostra fonte, specialmente nei momenti più bui della nostra esistenza.
Dobbiamo ricordare le persone della nostra comunità che vorrebbero essere presenti e rendere lode a Dio, ma non possono perché costrette a letto nel dolore, oppure perché per la crisi hanno perso il lavoro o la casa.
Dopo la supplica al Santo e la benedizione dell’uva ha porto i ringraziamenti di rito ed ha dovuto dare la cattiva notizia: non potrà più essere membro e Confratello per via del ruolo diocesano che gli è stato affidato da qualche mese; questo soprattutto per evitare conflitti d’interesse, perché anche nella Chiesa non di può essere controllati e controllori nello stesso tempo. Si sentirà, però, sempre membro onorario, come vincolo di affetto e di amore verso la Confraternita che lo ha visto partecipe fin da giovane.
Mons. Bedello ha altresì ricordato il cuore grande di Trino e dei trinesi che ha sperimentato, ed essendo stato battezzato in San Bartolomeo da don Guido, rimarrà sempre di questa parrocchia e vede don Riccardo come un padre ed ha chiesto un grande applauso per lui e per il suo grande operato.
Una cosa bella detta dal Vicario è che lui sarà a Vercelli, ma c’è la cittadinanza del cuore e quella nessuno la cancella e in tutti i luoghi in cui lui andrà ricorderà sempre i trinesi nella preghiere.
E’ è stata inaugurata presso la Società di Mutuo Soccorso di Riva Valdobbia in alta Valsesia la mostra “Il colore della luce” della pittrice Luisa Carpo, conosciuta ed affermata artista vercellese che presenta dipinti, acquerelli e porcellane di soggetti floreali di grande impatto visivo e paesaggi sognanti di taglio metafisico caratterizzati dalla grande capacità dell’artista di seguire una cifra stilistica assolutamente personale e coerente con l’utilizzo di diverse tecniche espressive portando avanti un lavoro di ricerca e di sperimentazione orientato all’essenzialità e alla purezza del segno e del colore.
Luisa Carpo: Riflessioni artistiche
Luisa Carpo riesce a catturare la bellezza, l’atmosfera e la luce; racconta e indaga suggestioni e atmosfere impregnate di un sentimento puro che a volte sfocia nel misticismo.
Pittura dell’emozione fermata sulla tela come nella pagina di un diario personale, intimo, eppure aperto, in cui riconoscere le nostre e le sue passioni e l’impronta di una forte sensibilità emotiva che fa della materia cromatica attraverso cui libera la sua ispirazione, un sentiero lungo cui sciogliere le corde della sua anima.
Nei dipinti di Luisa Carpo, siano essi su tela, su porcellana o delicati acquerelli, è facile notare come si respiri grazia ed accuratezza tecnica, natura e umanità, voci simboliste con inflessioni metafisiche, a volte oniriche, ma sempre decantate con grazia e poesia, nell`abbraccio di un tratto segnico attento e sicuro e di un colore raffinato, ricco e vibrante di palpiti vitali.
Nelle opere più recenti l’artista riesce a cogliere con fine sensibilità paesaggi intesi come luogo ideale della mente e del cuore, che diventano scenari per composizioni idealizzate, dove convivono magicamente realtà e fantasia.
Le immagini, trasposte sulla tela con viva espressività, rivelano l`amorosa partecipazione emozionale con cui l`artista percepisce i soggetti, che ricompone sulla tela con gusto scenografico in una sapiente orchestrazione di forme, prospettive, colori, luci ed ombre.
La Mostra “Il colore della luce” – dipinti – acquerelli – porcellane di Luisa Carpo ordinata presso la Società di Mutuo Soccorso, Via degli Alpini – Riva Valdobbia, Alagna Valsesia (VC), continuerà fino al 20 agosto 2023 con ingresso libero
orari: da lunedì a venerdì: 17,00 – 19,30
sabato e domenica: 11,00 – 12,00 e 17,00 – 19,30
martedì 15 agosto: 11,00 – 12,00 e 17,00 – 19,30
Redazione di Vercelli
Lunedì 14 agosto alle ore 18 Santa Messa prefestiva dell’Assunta in Chiesa Abbaziale.
Martedì 15 Solennità dell’Assunzione di Maria in cielo. Santa Messa alle ore 10.30.
Mercoledì 16 si ricorda San Rocco nella Santa Messa alle ore 21 al Chioso. Non sarà celebrata la S.Messa delle 8.30.
Nel mese di Agosto l’adorazione Eucaristica è sospesa. Riprenderà giovedì 7 settembre.
Nel mese di agosto l’ufficio Parrocchiale è aperto il sabato solo su appuntamento.
Domenica 3 settembre alle 15.30 Don Antonio Oldani farà l’ingresso Solenne nella Chiesa Parrocchiale di Divignano valido anche per le parrocchie di Agrate e Conturbia.
Per chi volesse partecipare e non sa la strada, oppure per chi ha bisogno di un passaggio, ritrovo alle 14.30 in Piazza Libertà con le auto per partire insieme.
Redazione di Vercelli
Dal Primo Libro dei Re, Cap. 19, 9. 11 – 13
In quei giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: “Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore”.
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
Salmo 84
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.
Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, Cap. 9, 1 – 5
Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.
Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
Dal Vangelo secondo San Matteo, Cap. 14, 22 – 33
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: “È un fantasma!” e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”.
Pietro allora gli rispose: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”.
***
UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLE SUORE CARMELITANE DEL MONASTERO MATER CARMELI DI BIELLA
Una disavventura a lieto fine
(1Re 19,9.11-13; Sal 84; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33)
Sul far del mattino dopo aver costretto i discepoli ad allontanarsi e aver congedato la folla, Gesù sale sul monte e vi rimane da solo in preghiera fino alla quarta vigilia della notte, quando arriva per i suoi l’ora di un’altra sorprendente teofania.
Gesù dunque, come Elia, si ferma sul monte e rimane alla presenza di Dio, immerso nella profondità della preghiera mentre i discepoli sono quasi sommersi dall’altezza delle onde. Le acque che diventano minacciose e il vento contrario che frena il cammino, mettono allo scoperto i dubbi e le paure dei discepoli che forse avranno pensato: “Perché il maestro ci ha fatto partire? Non poteva risparmiarci questa faticosa disavventura?”. Può essere difficile trovare un senso in ciò che ci intimorisce e ci agita, come le onde del lago e in ciò che ci spinge indietro e rende duro il cammino, come il vento contrario. In più si aggiunge lo spavento che i discepoli provano quando sul finire della notte vedono qualcuno che camminando sulle acque viene verso di loro, sconvolti gridano dalla paura credendo di trovarsi davanti a un fantasma. In effetti, nessun uomo in carne e ossa si è mai visto camminare sulle acque!
Dopo aver moltiplicato il pane e i pesci, Gesù si rivela signore anche sulle leggi della fisica. Mosè aveva diviso le acque del Mar Rosso ed era passato con il popolo sull’asciutto, ora Gesù fa qualcosa di mai visto né sentito camminandoci sopra! Mentre il Signore tenta di rassicurare i suoi, Pietro, audace e diretto lo mette alla prova: “Se sei davvero Tu comandami di venire verso di te sulle acque”. Gesù accondiscende e lo chiama: “Vieni!”. Pietro, scende dalla barca e va verso Gesù camminando sulle acque, così come aveva chiesto che avvenisse. Ma quando distoglie lo sguardo dal Signore e considera la forza del vento, si impaurisce e comincia ad affondare. Sembra che i flutti vogliano inghiottire e sottrarre Pietro all’incontro con Gesù ma il grido della fede si alza verso il Signore, che raggiunge Pietro afferrandolo con la mano, mentre gli rimprovera di aver dubitato. Gesù sale sulla barca insieme al più audace degli apostoli e il vento cessa. La faticosa disavventura conduce i discepoli a un’importante professione di fede, tutti prostrati davanti al Signore confessano: “Davvero tu sei il Figlio di Dio!” Sono le stesse parole che il centurione dirà sotto la croce vedendo Gesù morire perdonando e amando, sarà l’ultima e definitiva manifestazione di Dio, la più grande e la più difficile da capire e da credere. La fede non ci apre un cammino dove tutto è facile e tranquillo, non ci risparmia le tempeste della vita ma ci dà la sicurezza di una presenza, la presenza di Gesù che ci spinge a superare le bufere esistenziali, la certezza di una mano che ci afferra per aiutarci ad affrontare le difficoltà, indicandoci la strada anche quando è buio. La fede dunque non è una scappatoia dai problemi della vita, ma sostiene nel cammino e gli dà un senso. Papa Francesco
Le Sorelle Carmelitane
Monastero Mater Carmeli – Biella Chiavazza
Di seguito la dichiarazione rilasciata il 12 agosto 2023 da monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, in riferimento ai tre decessi avvenuti nel carcere di Torino tra giugno e agosto 2023.
«Ho appreso con sgomento che due donne ristrette nella Casa circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno” ieri (10 agosto, ndr), a poche ore una dall’altra, hanno perso la vita dietro le sbarre. Susan, 42 anni, si è lasciata morire di fame; Azzurra 28 anni, si è impiccata. Sono tre, con Graziana 52 anni, suicida il 29 giugno scorso, le detenute che nell’ultimo mese e mezzo si sono tolte la vita nel carcere delle Vallette, dove sono recluse 129 donne su oltre 1400 ristretti, in uno dei penitenziari italiani più sovraffollati e con il più alto tasso di suicidi. È un grido di dolore che ferisce tutti: non possiamo stare a guardare.
Ancora una volta due nostre sorelle non hanno trovato nessuna speranza di libertà a cui aggrapparsi se non la morte. Mentre ci raccogliamo in preghiera per loro, diamo voce allo scandalo per due decessi che interpellano tutti. Non possiamo “abituarci” a queste notizie: in un Paese civile, nessuno dietro le sbarre deve sentirsi condannato a morte, ma deve trovare nel tempo della pena motivi speranza per il futuro come recita l’art. 27 della nostra Costituzione.
Come accennavo durante la festa patronale di san Giovanni Battista, mi preoccupa che l’età media dei detenuti si abbassi e che sempre più giovani finiscano in cella. I motivi sono diversi, dalla crisi di senso, alla solitudine, alla paura per il futuro. Quel che è certo, numerosi detenuti che tentano il suicidio temono la vita oltre le sbarre per la quale, probabilmente, il carcere non riesce a preparare né psicologicamente né con prospettive di lavoro ed autonomia.
Per questo invito la comunità cristiana torinese – che da sempre sulle orme dei nostri santi sociali si adopera tramite Caritas, volontari di alcune parrocchie, religiosi e cappellani – a stare accanto materialmente e spiritualmente ai ristretti, a coinvolgersi ancora di più: “Ero carcerato e mi siete venuti a trovare” (Mt. 25.36) non è un’opera di misericordia “per addetti ai lavori”. Ciascuno con la propria disponibilità può donare una speranza per “rialzarsi”, come ci ha ricordato papa Francesco alla recente Gmg di Lisbona
Infine mi appello alla comunità civile ed alle istituzioni locali e nazionali che hanno in carico la gestione del sistema penitenziario e del reinserimento dei reclusi nella società: sappiamo trattarsi di un compito impegnativo ma è una sfida necessaria per la sostenibilità della nostra convivenza ed una responsabilità nei confronti delle generazioni future”.
Mons. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa
Redazione di Vercelli
Dopo tre anni di attesa a motivo della pandemia, ogni venerdì a domenica, dal 9 giugno a 17 settembre si sta svolgendo nuovamente in presenza il congresso dei Testimoni di Geova dal tema “Siate pazienti”. All’evento stanno si stanno preparando gli oltre 3.000 i delegati delle province di Biella, Novara e Vercelli, in programma dal 18 al 20 agosto 2023 nella Sala dei Congressi di Cameri, che si aggiungono ai circa 20 milioni di persone che partecipano allo stesso evento in tutto il mondo.
In un’epoca come la nostra, caratterizzata dal “tutto e subito”, stress e scarso autocontrollo, la pazienza non è più considerata una virtù. Per molti essere pazienti significa rassegnarsi agli eventi della vita.
Cos’è la pazienza? Essere pazienti può migliorare la nostra vita e i rapporti con gli altri?
“La pazienza è una qualità importante che può essere utile a tutti nella vita quotidiana”, dice Daniele Clementi portavoce dei Testimoni di Geova per il Piemonte. “Trascorrere tre giorni approfondendone gli aspetti e il valore pratico, attraverso esempi tratti dalla Bibbia, sarà molto istruttivo”.
Uno dei momenti più attesi sarà il battesimo dei nuovi fedeli per immersione totale in acqua, secondo il modello stabilito da Gesù descritto nei Vangeli.
Lo scorso anno i nuovi battezzati in Italia sono stati circa 3.200 e nel mondo oltre 145.000.
Daniele Clementi spiega: “Il battesimo è una scelta personale. A battezzarsi non sono i bambini ma uomini e donne, giovani e anziani. Prima di prendere questa decisione, che comporta anche grandi cambiamenti, hanno studiato la Bibbia sicuramente per molti mesi, spesso per anni”.
“Avvicinarsi alla fede oggi è una scelta controcorrente, spesso coraggiosa, e la gioia dei nuovi fedeli che si battezzano ha sempre un notevole effetto sugli osservatori”, conclude Daniele Clementi. “Tutto il programma del congresso ‘Siate Pazienti’, presentato sotto forma di discorsi, video, interviste e musica, darà a tutti noi molti motivi di riflessione. La pazienza è una parola così poco di moda in questi giorni frenetici, ma può aiutarci ad avere fiducia in Dio e a migliorare la nostra vita”.
Da oltre 100 anni i Testimoni di Geova tengono congressi in stadi, arene, centri fieristici e teatri in tutto il mondo.
Ad aprile 2020 erano stati sospesi gli eventi in presenza a causa della pandemia.
Dopo aver ripreso le riunioni e il ministero pubblico nel 2022, l’estate 2023 segna la prima volta in cui i Testimoni di Geova si riuniscono in grandi eventi in tutto il mondo.
Per ulteriori informazioni sul programma dell’evento o per trovare altre date e sedi dei congressi, ben 75 quelli organizzati in Italia, visitare il sito jw.org e navigare nella scheda “Chi siamo”.
Redazione di Vercelli