VercelliOggi
Il primo quotidiano online della provincia di Vercelli

PIACENZA – Una vittoria e un terzo posto che valgono la promozione per due società piemontesi sono arrivati nella seconda giornata di gare ai Campionati Italiani a squadre in corso a Piacenza.

La Ginnastica Victoria sale in serie B2 di spada femminile, mentre il Circolo della Scherma Ramon Fonst fa altrettanto nel fioretto maschile.

Successo per la Ginnastica Victoria, che domina la sua gara col terzetto composto da Carlotta Cornalba, Vittoria Siletti e Federica Zogno, che in finale superano per 45-22 il Club Scherma Città dei Mille dopo aver regolato per 45-41 in semifinale il Circolo della Scherma Jonica.

Bronzo e promozione in B2 per il Circolo della Scherma Ramon Fonst nella gara di fioretto maschile serie C.

Il quartetto composto da Matteo Borgogno, Marco Dealessi, Tommaso Giraudo e Luca Juravle cede in semifinale per 45-41 alla Scherma Vittoria Pordenone, poi vincitrice della gara, e si impone nella finale per il terzo posto sulla Schermistica Lucana col punteggio di 45-30.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport

Come olivo verdeggiante nella casa di Dio” Salmo 52

(elisabetta acide) – Se andiamo all’origine etimologica della parola diacono comprendiamo subito la sua “essenza”: il termine diacono proviene dal sostantivo greco διάκονος (diákonos), direttamente legato a quello del verbo di riferimento διακονέω (servire).

Vocabolo di origine greca, acquista con il cristianesimo un significato nuovo: il concetto greco di diaconia, era considerato come sinonimo di “schiavitù o servitù” in senso dispregiativo, con il cristianesimo è diventato l’emblema del Cristo, che è il diacono, il servo per eccellenza del Padre e degli uomini.

Il diaconato, come l’episcopato e il presbiterato, in virtù dell’ordinazione, è definito dal Catechismo della Chiesa Cattolica “sacramento del ministero apostolico”.

Con l’imposizione delle mani da parte del vescovo e la preghiera di consacrazione il candidato viene ordinato diacono.

Nella simbologia del rito rientra anche l’indossare le vesti liturgiche, che per il diacono sono la stola e la dalmatica.

Tra i riti liturgici carichi di significato vi è anche la consegna del Vangelo che il diacono è chiamato ad annunciare.

Il diacono serve il popolo di Dio nella diaconia della liturgia, della predicazione e della carità servono il popolo di Dio, in comunione col vescovo e con il suo presbiterio.” (LG 29)

Fatte queste premesse non possiamo che considerare una grandissima Grazia la presenza tra noi di un diacono, ordinato il giorno 18 marzo 2023 a Strambino, dal nostro vescovo Mons. Edoardo Cerrato, insieme ad altri 8 aspiranti.

Il Sacramento dell’Ordine imprime nei ministri ordinati il “carattere” che nulla e nessuno può cancellare e che li configura a Cristo, il quale si è fatto «diacono», cioè servo di tutti.

Se leggiamo i documenti della Chiesa, dai Padri alle costituzioni dogmatiche, all’impulso del Concilio Ecumenico Vaticano II, possiamo, sul Modello del Vangelo, interpretare la figura del diacono nelle comunità come colui che “seve”.

“…Il diaconato in senso stretto, così, si colloca entro un ampio ventaglio di riferimenti diaconali che hanno per soggetto Cristo, gli apostoli, i discepoli e alcuni collaboratori degli apostoli: si innesta cioè nel servizio svolto da Gesù servo (cf. Mc 10,45) e partecipato alla Chiesa intera. Da qui nasce l’individuazione del suo proprium come “segno sacramentale di Cristo Servo”, come ripete spesso il magistero…”.

I diaconi non sono né “super-laici”, né “sotto-sacerdoti”, ma fedeli attenti e testimoni attivi, proprio per la loro condizione, nella “soglia” sacramentale e laica, attenti collaboratori dei parroci e dei loro “indirizzi pastorali”, testimoni del dono gratuito della fecondità dello Spirito Santo, uomini che vivono proprio come in quella casa di Betania il servizio e la concretezza della Parola, con il servizio attivo, senza frenesia, ma con saggezza e gratuità.

Essere diacono è importante e si “costruisce” anche rispetto ai doni di ciascuno (personalità, competenze, carismi), le storie e le situazioni personali e familiari, la configurazione e le esigenze specifiche della propria Chiesa locale: parliamo di diversi “stili diaconali”.

Le immagini del Vangelo ci aiutano a comprendere e delineare quali potrebbero essere questi “stili”: i diaconi “samaritani”, più sensibili alle necessità del prossimo, chiamati ad essere testimoni della carità di Cristo chinandosi come il buon Samaritano sulle povertà di ogni uomo, nel servizio liturgico essi esprimono la bellezza del culto a Dio, chiamati nel servizio ad essere modello e comunione della Chiesa; i diaconi “profeti”, più attenti alle sfide collettive; i diaconi “pastori”, che esercitano un ruolo di animazione al servizio delle comunità.

In questi modelli di attività pastorale, si può “camminare” in un giusto equilibrio.

La comunità si è riunita alle ore 09:00 nella celebrazione Eucaristica domenicale per accogliere il “suo diacono” nella celebrazione della sua prima messa.

Una preghiera di ringraziamento a Dio per il dono alla diocesi ed alla parrocchia, chiamato al diaconato, Emanuele, contribuirà con la sua presenza, con la sua vita consacrata nel sacramento, con il suo esempio di servizio, a conformare la Chiesa ed ogni persona che incontrerà a Gesù servo di tutti.

Al termine della celebrazione dell’Eucarestia la comunità ha consegnato un dono ad Emanuele per il suo ministero.

La mattinata ha avuto la conclusione con un momento conviviale per sperimentare, da subito, la vicinanza fraterna della comunità nello spezzare il Pane e nel condividere la gioia per i percorsi che sono stati e che verranno.

L’augurio che facciamo ai nostri diaconi diocesani, ed in particolare, all’amico Emanuele è quello dello stesso San Policarpo di Smirne: “Essere misericordiosi, attivi, camminare secondo la verità del Signore, il quale si è fatto servo di tutti” (Ad Phil.5,2; LG 29a).

Per loro ricordiamoci di pregare, come per i nostri sacerdoti ogni giorno.

Preghiera per i Diaconi

Signore Gesù Cristo,

che hai mandato i tuoi discepoli a proclamare a tutti il Regno dei Cieli,

non solo con le parole, ma anche con le opere di misericordia.

Ti preghiamo per tutti coloro che, nella tua Chiesa, vivono il diaconato come una missione.

Rafforzali con il tuo Spirito, incoraggia loro e le loro famiglie, per annunciare la tua Parola con ardore e manifestare la tua tenerezza e la tua misericordia ai più piccoli, ai più poveri e gli esclusi.

Dona alla tua Chiesa nuove vocazioni al diaconato.

Papa Francesco

Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede

Al Mondadori Bookstore via cavour, 4 Vercelli, lunedì 5 giugno 2023 ore 17.30, Carlo Greppi presenta “Un uomo di poche parole” ed. Laterza a colloquio con prof. Fabio Ponzana.

In “Se questo è un uomo” Primo Levi ha scritto: «credo che proprio a Lorenzo debbo di essere vivo oggi».

Ma chi era Lorenzo?

Lorenzo Perrone, questo il suo nome, era un muratore piemontese che viveva fuori dal reticolato di Auschwitz III-Monowitz.

Un uomo povero, burrascoso e quasi analfabeta che tutti i giorni, per sei mesi, portò a Levi una gavetta di zuppa che lo aiutò a compensare la malnutrizione del Lager.

E non si limitò ad assisterlo nei suoi bisogni più concreti: andò ben oltre, rischiando la vita anche per permettergli di comunicare con la famiglia.

Si occupò del suo giovane amico come solo un padre avrebbe potuto fare.

La loro fu un’amicizia straordinaria che, nata all’inferno, sopravvisse alla guerra e proseguì in Italia fino alla morte struggente di Lorenzo nel 1952, piegato dall’alcol e dalla tubercolosi.

Primo non lo dimenticò mai: parlò spesso di lui e chiamò i suoi figli Lisa Lorenza e Renzo, in onore del suo amico.

Questo libro è la biografia di una ‘pietra di scarto’ della storia, di una di quelle persone che vivono senza lasciare, apparentemente, traccia e ricordo di sé.

Ma che, a ben guardare, sono la vera ‘testata d’angolo’ dell’umanità.

 

Redazione di Vercelli

 

Posted in Cultura e Spettacolo

Casale M.to (AL) 02-06-2023

La Salus Unipolglass sale sul terzo gradino del podio nel torneo “Memorial Furione” di Casale Monferrato.

Salus Unipolglass S2M Volley: Conti Elisabetta, Conti Clara, Cusumano Crystal, Hequimi Vanessa, Bonni Sofia, Brunelli Letizia, Nicodemo Greta, Cullhaj Albina. All.: Cerutti Paolo-Paggi Silvia.

Venerdì 2 giugno, si è conclusa la stagione agonistica della Salus Unipolglass S2M di Under 13.

Le atlete di Cerutti e Paggi erano impegnate a Casale Monferrato nel 3° torneo Memorial Furione, manifestazione a cui la S2M ha partecipato a tutte le edizioni.

Quest’anno sono state nove le formazioni che si sono date battaglia in tre gironi da tre squadre.

La S2M al mattino ha vinto 2-0 contro Moncalvo, mentre è stata superata per 2-0 dal Vigevano.

Nel girone pomeridiano delle prime/seconde, le atlete di Cerutti perdono il primo incontro contro la compagine di Alessendria, ma non si danno per vinte e con tanta grinta superano  in modo eccellente il Vigevano per 2-0.

Questa ottima performance ha permetto a Brunelli e compagne di conquistare il terzo posto assoluto, superata da Vizzuolo (MI) che ha battuto per 2-0 Alessandria nella finalissima.

Grande soddisfazione per tutto lo staff per questo risultato che premia allenatori ed atlete tra le quali, cinque su otto, hanno iniziato a giocare a pallavolo da meno di sei mesi, ma che hanno fatto passi da gigante in ogni fondamentale.

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport

Venerdì 9 giugno 2023, nella chiesa parrocchiale di Frassineto Po dedicata ai Santi Ambrogio e Giorgio in occasione della notte bianca delle chiese, avrà luogo un format speciale con visite guidate alle preziose opere che si trovano all’interno della chiesa frassinetese intervallate da brani di musica classica e operistica.

Il trio genovese che si esibirà a Frassineto a partire dalle ore 19 del 9 giugno 2023 è composto da un soprano di origine russa Alexandra Ivchenko diplomata al conservatorio Nicolò Paganini di Genova e ha frequentato l’accademia di alto perfezionamento di cantanti lirici di Torre del Lago Puccini, all’oboe Angelica Larosa diplomata al conservatorio Paganini di Genova attualmente frequenta il Conservatorio Martini di Bologna e al pianoforte Giovanni Manerba del Conservatorio di Alessandria.

Programma:

Parte prima

– Oboe concerto in do, 2° mov. – F.J.Haydn (oboe e pianoforte)

– Casta Diva – Norma – V.Bellini. (voce e pianoforte) – Domine deus – Gloria – A.Vivaldi (voce, oboe, pianoforte)

Visita Guidata Parte seconda

Gabriel’s oboe – E.Morricone (voce, oboe, pianoforte)

– primo movimento della sonata in do minore – A.Vivaldi, rv 53 (oboe, pianoforte)

– O mio babbino caro – Gianni Schicchi – G.Puccini (voce, pianoforte)

– Quia Respexit – Magnificat – J.S.Bach (voce, oboe, pianoforte)

Visita guidata Parte terza

– Secondo movimento concerto per oboe n.1 – L.A.Lebrun (oboe, pianoforte)

Un bel dì vedremo – Madama Butterfly- Giacomo Puccini (voce, pianoforte)

– C’era una volta il west – E.Morricone (oboe, voce, pianoforte).

L’organizzazione della serata è a cura della diocesi di Casale Monferrato, della parrocchia di S. Ambrogio di Frassineto Po e dall’Accademia di cultura B. Cervis

Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede

Peretti Cucchi/Maza e Furno Marchese/Bigiordi si impongono al Golf Cavaglià nel Campionato Biellese di doppio Trofeo Cappellificio Bi 1935

Il 9° Campionato Biellese di doppio 6° Trofeo Cappellificio Biellese 1935 conferma il gradimento e i numeri importanti delle edizioni precedenti.

Venerdì 2 giugno sul percorso del Golf Club Cavaglià in perfette condizioni sono stati 80 i partecipanti (in rappresentanza di tutti i club locali) che hanno animato la gara giocata sulla distanza di 18 buche con formula “four ball” 4pm (punteggio medal).

Nella classifica del lordo si sono imposti i giocatori di casa del Gc Cavaglià Filippo Peretti Cucchi e Paolo Maza (con uno brillante score di 66, -2 sul par del campo) lasciandosi alle spalle ad un solo colpo i compagni di club Giancarlo Magnani/Paolo Protti.

Grande equilibrio nella classifica del netto dove ha prevalso (per le migliori buche finali) la coppia del Gc Biella Le Betulle composta da Massimo Furno Marchese e Paola Bigiordi con una carta di 59 (-9).

Sul podio sempre con 59 al 2° posto sono salite Giovanna Magarini/Antonella Cavagna (Gc Cavaglià), mentre terzi si sono piazzati Antonella Centonze/Giuseppe Gaeta (Gc Cavaglià) con l’identico score di 59.

Prima coppia mista quella composta da Ivo Doati/Antonella Villa (Gc Cavaglià) con 60 (-8).

I premi speciali prevedevano nearest to the pin e driving contest (offerti dallo studio Nova Estetica).

Il nearest maschile della buca 6 l’ha firmato Massimo Furno Marchese (Gc Biella) che ha messo la pallina ad 86 centimetri.

Nel nearest femminile della 10 è andata a segno Silvia Malinverni (Gc Cavaglià) con metri 6,59.

I bomber del driving contest della buca 5 sono stati Mauro Ariel Blanc (Gc Cavaglià) e Giulia Meggiorin (Gc Biella).

Molto soddisfatti gli organizzatori per la riuscita della manifestazione: “Tanti partecipanti, ottimi score, la gara è sempre molto apprezzata e siamo felici che tutto sia andato per il meglio. tra l’altro in un periodo dal meteo perturbato siamo stati gratificati da una bellissima giornata di sole. Ringraziamento speciale a Luca Murta del Cappellificio Biellese 1935 che ha premiato i vincitori con alcuni capi splendidi della sua collezione e a Nova Estetica che ha omaggiato tutti i partecipanti con un buono per un trattamento gratuito nel centro di via Crosa a Biella”.

L’appuntamento è fissato ora per il 16° campionato biellese di singolo che si svolgerà sul percorso del Gc Biella Le Betulle martedì 11 luglio.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Lo Sport
Provincia di Vercelli

Dal Libro dell’Esodo, Cap. 34, 4 – 6. 8 – 9

In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».

Dal Libro di Daniele, Cap. 3, 52 – 56

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Dalla Seconda Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, Cap. 13, 11 – 13

Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

Dal Vengelo secondo San Giovanni, Cap. 3, 16 – 18

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

***

UN PENSIERO A COMMENTO DELLE LETTURE A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Le Letture di oggi parlano di Dio, di quel Dio incarnato, di quel Dio Amore, di quel Dio comunione, di quel Dio “scultore”, di quel Dio buono.

Lo possiamo immaginare, Mosè (prima lettura), mentre sale sul monte, di buon mattino; Dio lo attende, lo ha chiamato.

Forse il suo passo è lento, affaticato e quelle tavole di pietra così pesanti da portare; forse anche il cuore è turbato, preoccupato … eppure l’ immagine di Dio è quella del “pietoso”, lento all’ ira, fedele, ricco di amore… un Dio che cammina con l’uomo.

Un Dio che sorprende: un Dio che è Misericordia.

E Mosè conosce il volto di Dio Padre e Madre: dolcezza e tenerezza che sono Grazia.

Anche il Salmo, cantico di lode che leggiamo dal libro di Daniele, è l’espressione della fede di tre amici; salvati da Dio dal fuoco della fornace in cui erano stati gettati per non essersi piegati all’idolatria della statua d’oro di Nabucodonosor:

“Benedetto il Signore degno di lode e di gloria”.

Nella Lettera ai Corinzi, San Paolo ribadisce (seconda Lettura) che Dio è il Dio della pace e dell’ amore, Dio che dona Grazia e manda lo Spirito Santo.

Un Dio che manifesta la sua azione salvifica.

Un Dio che è una miriade di “colori” uno spettro visibile di toni di sfumature e manifestazioni.

Un Dio biblico, un Dio dal volto umano, quello di Gesù, un Dio in relazione che nella relazione, ama.

Un Dio che era, che è e che viene.

Un Dio che è passato, presente e futuro.

Un Dio che è relazione.

Un Dio unico e trinitario.

Un Dio che dice a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo…“ e la notte di Nicodemo si illumina.

Un’ azione di Dio Trinitario: un Dio amore che si rivela, che si comunica.

Il dogma trinitario si riassume in quell’ espressione propria di San Giovanni: “Dio è Amore“ (1 Gv 4,16).

Giovanni è preciso, è chiaro: la fonte stessa dell’ amore è Dio. Tutto ciò che Dio fa lo fa per Amore e con Amore.

L’ incipit del brano del Vangelo della liturgia odierna lo “colloca”, per aiutarci a comprendere il Mistero, non un enigma, ma un “Mistero d’ Amore”:

“Dio ha tanto amato il mondo da date il Figlio Unigenito”.

Dio ha dimostrato il suo amore concretamente entrando nella storia umana con la persona di Gesù Cristo .

Un Dio fedele che ama con Amore il mondo.

Un Dio trinitario che non sta senza l’ uomo, un movimento di donazione divina che permea ed invade il mondo.

Un Dio che “sceglie” il mondo e il Figlio è il “modo” con cui Dio ama il mondo.

Nicodemo va da Gesù ha bisogno delle sue parole, di comprendere, di capire, di certezza e Gesù lo accoglie e gli dona quelle parole, come le dona a noi oggi: Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Nicodemo va da Gesù e si “illumina”, quella notte si rasserena, perché Gesù non si ferma alla legge, non si ferma alle tavole di pietra, ma illumina il volto di Dio, lo fa “vedere così come Egli è”.

Perché Dio è così: accende il cuore, lo sguardo e attraverso il Figlio, Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo, possiamo vivere in comunione con il Padre e lo Spirito Santo.

Contempliamo il Mistero della Trinità: Unico Dio in tre Persone.

Mistero di Amore, unità e relazione.

Esistenza che è co-esistenza, coabitazione, comunione.

Relazione di Amore.

Anche noi siamo relazione.  A sua immagine.

Immagine di quel Dio Amore in Tre Persone.

Lo leggiamo già nel testo della Genesi: “Non è bene che l’uomo sia solo”.

La solitudine ci fa avvizzire, abbiamo bisogno di legami significativi ed impariamo la relazione dall’Autore della Vita, quel Dio Uno e Trino che ha “tanto amato il mondo”.

“L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5)

Posted in Pagine di Fede

Domenica 4 giugno nella Santa Messa delle 10.30 Sacramento della Prima Santa Comunione.

Giovedì 8 Solennità del Corpus Domini. Unica Santa Messa alle ore 20.30 a cui seguirà la processione con il Santissimo Sacramento.

Domenica 11 nella Santa Messa delle 10.30 commiato e saluto alla comunità parrocchiale di Don Antonio Oldani.

Lunedì alle ore 21 in Chiesa Abbaziale incontro di preghiera con il Gruppo Vita Nuova.

Giovedì alle ore 21 Adorazione Eucaristica nella chiesa Madonna del Popolo.

Don Antonio è disponibile, previa telefonata, per la Benedizione delle famiglie.

Sante Quarantore

Nella cappella di Santa Marta a Prato Sesia da lunedì 5 giugno dopo la Santa Messa delle ore 21 Adorazione Eucaristica fino a giovedi 8 alle ore 18.

Si cercano adoratori per i turni, segnarsi sui moduli sul tavolino all’ingresso della chiesa.

Il responsabile della parrocchia è Tiziana Torelli.

Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede

Pace a voi” Gv 20,26

(elisabetta acide) – Beonnie Ware, ha lavorato come assistente dei malati terminali ed ha deciso, a seguito delle sue lunghe esperienze, di scrivere un libro “I cinque rimpianti più grandi di chi sta per morire”, un testo dal successo mondiale e dal titolo davvero particolare: rimpianto e morte. Ma quali sono questi rimpianti? Ware cita:

  • Vorrei aver avuto il coraggio di vivere una vita fedele ai miei principi e non a quello che gli altri si aspettavano da me
  • Vorrei non aver lavorato così tanto
  • Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti
  • Vorrei essere rimasto in contatto con i miei amici • Vorrei aver permesso a me stesso di essere felice

Per noi che cosa è il rimpianto? Abbiamo rimpianti?

Facciamoci aiutare, ancora una volta, dalla lingua italiana, così bella, così ricca e melodiosa…perché le parole hanno un senso e raccolgono significato.

Rimpianto: Ri cordo nostalgico e dolente di persone o cose perdute, di occasioni mancate. Molteplici i sinonimi, tra cui rammarico, nostalgia, dolore, dispiacere, rimorso…

Le “occasioni mancate” …forse…

Le persone o le cose perdute …forse

Il ricordo nostalgico del tempo passato …forse

Rimpianti…forse

E se…e se…e se…

Dubbi e interrogativi prima e dopo…

Importante è dubitare, riflettere, analizzare, ma anche il coraggio di vivere e accettare è un valore.

Se sappiamo attraversare solitudine e desolazione con apertura e consapevolezza, possiamo uscirne rafforzati sotto l’aspetto umano e spirituale. Nessuna prova è al di fuori della nostra portata; nessuna prova sarà superiore a quello che noi possiamo fare. Ma non fuggire dalle prove: vedere cosa significa questa prova, cosa significa che io sono triste: perché sono triste? Cosa significa che io in questo momento sono in desolazione? Cosa significa che io sono in desolazione e non posso andare avanti?” (Papa Francesco Udienza del 26 ottobre 2022)

Ma siamo proprio sicuri di voler vivere sempre di rimpianti?

Il contrario è compiacimento e rallegramento…Proviamo a riflettere sulla nostra vita, per “accoglierla senza rimpianti”, per vivere con serenità ed accettazione, aiutandoci da ora, ad accogliere e accoglierci.

Spesso viviamo troppo di giudizi e condizionamenti, viviamo vite che non sono nostre, facendo esattamente ciò che gli altri si aspettano o che “fan tutti”.

Per non avere rimpianti viviamo secondo i nostri principi e secondo il “nostro cuore”, sforziamoci di dare il giusto peso alle cose, alle situazioni, al tempo, proviamo a dare “significato” alle cose per noi, non per il mondo.

Abituiamoci al coraggio delle scelte, sforziamoci di discernere con coscienza e forse saremo soli, ma non avremo rimpianti di una vita vissuta “come” gli altri e non “per noi.

Tutti desideriamo la felicità, tutti vorremmo la felicità per i nostri cari…ma sappiamo apprezzare la felicità? Che cos’è la felicità?

Forse la felicità è il giusto equilibrio tra le cose della nostra vita, il tempo speso bene e ciò per cui vale la pena spenderlo. È vero che le cose che ci rendono felici si apprezzano solo dopo… ma se provassimo ad “anticipare”, se ci sforzassimo di “leggere la nostra vita” alla luce del nostro bene reale?

Non abbiamo paura di esprimere i nostri sentimenti, di dire “ti voglio bene” ai familiari, compagni, mariti, mogli, figli, agli amici, a chi è accanto a noi, a chi condivide un pezzo di strada con noi. Impariamo dai bambini che dicono “ti voglio bene come il cielo, come il mare”; non è un segno di debolezza esprimere i propri sentimenti, ma un segno di umanità, purezza, sincerità: la nostra natura vuole il bene.

 Perché dobbiamo avere “pazienza” sempre con tutti?

C’è un’opera di misericordia che occorre riscoprire: “sopportare pazientemente le persone moleste” perché la vita non ci risparmia “ospiti scomodi” nelle nostre giornate. La tradizione sapienziale cristiana ci porta a distinguere tra molestie che provengono dalla cattiveria umana, altre che sono espressione di maleducazione, altre che scaturiscono da strutture sbagliate.

Quindi essere paziente? Riserviamo la pazienza a chi la “merita”

Esiste una “pazienza buona” legata alla passione per la vita; quello che rende buona la pazienza è legato allo scopo per il quale la si esercita: avere lo sguardo puntato fuori di sé, su una meta, un obiettivo che ha valore per chi lo persegue. Esiste anche una “pazienza sacrificale”, quella “a denti stretti”, quella del “non posso farne a meno” e forse quella, della “resistenza”, certo, a volte necessaria, ma a quale scopo? Sicuramente la pazienza va “esercitata” giorno dopo giorno, fino a renderla parte del nostro modo di essere, ma quella “buona”, legata alla passione per la vita. Il primo dovere, forse, è evitare noi le molestie agli altri, interrogarci sui riflessi delle nostre azioni e delle nostre parole. Abbiamo per due anni “ragionato” sul fare sinodo, forse avremmo dovuto “essere sinodo”, impegnarci di più, insieme, con coraggio, con sollecitudine (forse lì mediando e parlandoci in dialogo sincero), nella comunità con rispetto delle persone, che seppur nella diversità, non possono non condividere il percorso del cammino. Allora, per provare a vivere “senza rimpianti” sviluppiamo relazioni sociali sincere, fatte di dialogo e ascolto, di rispetto e condivisione, impariamo ed esercitiamo a “guardarci e a guardare” con occhi nuovi, anche i particolari e riconoscerli e riconoscerci come dono. Se non vogliamo avere rimpianti dobbiamo imparare a sopportare ed accettare i disagi inevitabili, le piccole croci che scaturiscono dalla convivenza nella comunità e dalla diversità, per poter maturare in umanità, insieme e non da soli. Dio ci ha dimostrato la sua pazienza, anche di Dio è detto che “trattiene l’ira, la punizione, perché è benigno, paziente e vuole portarci al ravvedimento” (Rm 2,4), ma non dimentichiamo…anche Lui si è arrabbiato per cambiare. C’è un episodio dove Gesù è descritto con un frustino in mano che scaccia i mercanti con i loro oggetti e animali dal Tempio di Gerusalemme: ecco, non dobbiamo vedere nel gesto di Gesù un’azione provocata dalla rabbia né dall’ira e neppure come un gesto “senza pazienza”, al contrario, il gesto di Gesù è quello del profeta inviato dal Signore per ristabilire la sacralità del luogo dove Dio ha posto la sua dimora: “mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me (Salmo 69,10). Gesù che tutto sopportava e sopporterà pazientemente per amore dell’uomo, questo è motivo di tristezza e commozione così intensa che scatenerà la sua indignazione, una reazione all’ipocrisia, alla fariseità. Quindi una vera e propria “gelosia” di Gesù per la casa del Signore nei confronti di chi si è approfittato del luogo per farne un covo di ladri; d’altra parte, è ancora il Vangelo di Giovanni a dirlo: verrà «l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre» (Gv 4,21). A Gesù “importa” del Tempio, non si ferma a trovare il modo migliore di mediare. Come Dio dona a ciascuno di noi il tempo di cambiare, di convertirsi, così anche noi dobbiamo offrire alle “persone moleste” (delle quali sicuramente facciamo parte), una nuova opportunità di vivere in pace con tutti, usando pazienza, indulgenza, ma anche correzione amorevole, scambio di opinioni, dialogo, sempre bi-laterale, con la forza dell’esporsi e del compromettersi.

Per il cristiano la pazienza è sia perseveranza, cioè fede che dura nel tempo, che makrothymía, “capacità di guardare e sentire in grande”, cioè arte di accogliere e vivere l’incompiutezza. La pazienza parte dall’umiltà, porta a riconoscere la propria personale incompiutezza diventando pazienza verso sé stessi, riconosce l’incompiutezza e la fragilità delle relazioni con gli altri e può diventare pazienza nei confronti degli altri, diventa speranza, invocazione e attesa di salvezza.

Ma pazienza e “sopportazione” non vuole dire abdicare o snaturare il proprio essere, le proprie scelte e la ricerca della verità, non vuol dire essere pusillanimi, né mercanteggiare per paura di essere isolati, forse vuole dire anche supportare e sostenere (ed essere sostenuti), ed allora la pazienza acquista il valore di virtù, perché volta al bene, non solo personale, ma della comunità, nei rapporti con gli altri, vicini e lontani. In una società così fluida come quella che stiamo vivendo sembra che la serietà, la stabilità di valori e comportamento sia diventata una parola e un genere di vita in disuso: infatti si preferisce ciò che è spontaneo, ciò che nasce dalla scelta “libera” e immediata, magari non sempre “in linea” con sé stessi. Ben vengano allora i “trasgressori” non perché ci riportano indietro nel tempo ma perché hanno il coraggio di prendere sul serio le decisioni, perché hanno sommo rispetto per la propria e altrui dignità. Per non aver rimpianti, proviamo a leggere il mondo con “gratitudine” pensandoci e pensando agli altri ed alle cose come “dono”. Impariamo non a rincorrere ma a ringraziare, non ad ottenere, ma ad apprezzare, non a dare tutto per scontato, ma a guardare con occhi nuovi anche le cose “vecchie”, non accontentiamoci, non abbandoniamoci alla mediocrità, ma cerchiamo di migliorare sempre, ogni giorno, viviamo di “sana inquietudine”, non concentriamoci su ciò che ci manca, ma su quello che abbiamo ed allora la nostra vita sarà “piena”.

«L’occhio è stato creato per la luce, l’orecchio per i suoni, ogni cosa per il suo fine, e il desiderio dell’anima per slanciarsi verso il Cristo» (Nicola Cabasilas, La vita in Cristo, II, 90)

Redazione di Vercelli

Posted in Pagine di Fede
Vercelli Città

Mentre aspettiamo questa sera, sabato 3 giugno alle 21 in Piazza Cavour, direttamente da Masterchef il bravissimo Igino Massari, maestro di showcooking,

leggi cliccando qui tutto il programma della Fattoria in Città 2023

e ci prepariamo, domenica 4, ad un altro appuntamento sempre tanto apprezzato dal pubblico “intergenerazionale”, il raduno delle Fiat 500 e 600, si può fare il punto su questa diciassetesima edizione della Fattoria in Città.

I cinque giorni che hanno portato Vercelli al centro del panorama regionale e nazionale

Leggi cliccando qui

Ma soprattutto ha restituito la città ai vercellesi: è la gente, infatti, sempre numerosissima a tanti eventi proposti, che ha sancito il successo della formula con cui, l’anno scorso, si colse una sfida: quella della “Fattoria diffusa”, cioè, non soltanto confinata nello storico quadrante della Basilica S.Andrea e Parco Kennedy.

L’originaria sede non è certo abbandonata, ma ora compone, con altre aree, una sorta di “quadro d’unione” concepito per assicurare almeno due obbiettivi, oltre quello di fondo: trovare il posto più adatto per ogni proposta in questi cinque giorni di eventi.

Dunque, i due obbiettivi; il primo, quello di portare gente a contatto con i negozi di prossimità, secondo un’estensione più ampia possibile e, seconda e non meno importante scommessa, attirare il pubblico con offerte capaci di motivare una scelta.

Per i vercellesi, il secondo, ma non meno importante obbiettivo, la scelta di “restare in città”, perché la Vercelli sa offrire opportunità di svago, approfondimenti culturali, musica di buon livello, suggestioni gastronomiche; per i tanti ospiti del Circondario e non solo, quella di “decidere per Vercelli”, almeno per una volta mandando deluse le “sirene” ed  i loro richiami per altre destinazioni.

***

L’immagine di ieri sera, 2 giugno, di una Piazza Zumaglini gremita di persone, parla da sola.

Più che giustificata, dunque, la soddisfazione del Presidente di Ascom, Angelo Santarella, che commenta questa Fattoria quando è a metà del percorso 2023: a lui la parola in apertura del nostro video.

Che poi prosegue con una videogallery della seconda edizione della sfilata di moda organizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori di Ascom Vercelli, con il contributo dei migliori negozi di moda della città.

Questi gli Esercizi commerciali del settore Moda e Confezioni che hanno contribuito a preparare la sfilata:

Donis, Mollibella, Laboratorio, I am wear, Veronique, Vellano, Zoe, Ton bebè , Violante, Da Tommy, Donna story.

Buona visione e buon ascolto.

Posted in Eventi e Fiere