VercelliOggi
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Venerdì 30 giugno, con Vernissage alle ore 16.30, sabato e domenica 1 e 2 luglio dalle ore 10.00 alle ore 19.00, presso il Museo Borsini e Subacquea Storica Vercelli, in Villarboit, Giovanna Racca esporrà le proprie creazioni artistiche in ceramica e porcellana, ispirate sia a temi marini sia ad altri temi, cari all’artista.

Quale migliore occasione per festeggiare la festa patronale del paese, che ospita il polo museale venuto a costituirsi fin dal 2017 con il Museo Borsini e dal 2019 con l’aggregazione del Museo Subacquea Storica Vercelli?

La festa del Paese, dei Santi Pietro e Paolo, è molto sentita dagli abitanti e dalle Autorità dello stesso ma anche dal Curatore museale Sergio Quaglia, che ormai è di seconda casa a Villarboit, per seguire lo sviluppo di entrambi i Musei.

Giovanna è figlia d’arte, il padre si dilettava a dipingere quadri ad olio, poi formatasi all’Istituto di Belle Arti di Vercelli, istituzione ultracentenaria che forgiò celebri artisti, tra cui Ambrogio Alciati, fino al diploma con Olga De Bianchi. Racca ha esposto i suoi lavori in parecchie mostre collettive con l’Istituto di formazione, frequentando artisti e docenti di fama nazionale e internazionale, con cui partecipa ancora oggi ai loro Master, come il portoghese Felipe Pereira (tecnica ad Olio molle) e l’italo-giapponese Yuriko Damiani (tecnica Oro Antico Giapponese con Sotto Oro), fino al 2008, data della sua prima Mostra personale all’Auditorium della Chiesa di S. Marco a Borgomanero (No).

Numerose le sue partecipazioni artistiche, in ambito nazionale ed europeo, tra cui ricordiamo “Arte a Palazzo” 2009; “Eventi-doc” e “Magia artigiana (CH)” 2011; Catalogo “Artistar” Mi-2013; “Italia Show” S.Giorgio C,se (To) 2017; “A Tavola”, Roma, marzo 2023, ottiene il Premio ”Colpo di fulmine”.

Gianna Racca si è specializzata nella decorazione di ceramiche e porcellane con la tecnica del terzo fuoco, grazie alla quale il colore si incorpora perfettamente nel supporto, amando questa tecnica per le caratteristiche di finezza e precisione richieste, consone alla sua essenza artistica e di insegnante presso il proprio laboratorio, dove conduce corsi di formazione per principianti e corsi di perfezionamento per chi già dipinge.

Le creazioni artistiche in esposizione museale, ad ingresso gratuito, nell’ orario suindicato, presso i locali di Piazza IV Novembre, a Villarboit, sono sia personali che di alcune delle sue allieve, tra cui Biancarosa Balzi, Adriana Cilea, Maria Teresa Cordero, Alessandra De Marco, Fedora Federico, Lorenzina Mantelli, Angioletta Montiferrari Russo, Giuliana Zanotti.

Mentre vi ricordiamo che siete tutti invitati a questa immersione nel Mare di Ceramica, rassicurandovi sull’accesso al Museo, dotato di montascale, abbiamo il piacere di segnalarvi che, anticamente, porcellana era il nome dato a parecchie specie di Molluschi del genere Cyprea e alla loro conchiglia, lucida, che, unitamente alle creazioni artistiche di Giovanna Racca e la sua Scuola, si possono ammirare nell’ esposizione museale, a suggello del legame tra arte e mare.

 

Redazione di Vercelli

 

 

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È in arrivo un nuovo appuntamento per i piccoli visitatori di Palazzo dei Musei.

Domenica 25 giugno alle ore 15 si terrà l’attività Di filo in filo. Laboratorio per piccoli tessitori, ideata nell’ambito della mostra Nelle trame del territorio. Tre restauri intorno a Pier Francesco Gianoli, ospitata in museo fino al 30 giugno.
L’esposizione del prezioso stendardo, di proprietà della Parrocchia di Campertogno e recentemente restaurato, darà lo spunto per parlare di tessitura e per cimentarsi nella realizzazione di un personale e originale manufatto.
L’evento è realizzato in collaborazione con Tiziana Tosi e la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Varallo, che metterà a disposizione dei visitatori adulti un telaio per provare a tessere.
L’attività è consigliata a bambini dai 5 ai 10 anni, e il costo di partecipazione è di 5 € a bambino.

La prenotazione è obbligatoria e da effettuarsi entro il giorno precedente l’evento (info@palazzodeimusei.it; 0163-51424. Posti limitati).

Redazione di Vercelli

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La prima cosa che abbiamo imparato quando eravamo ancora in fasce (e non è un modo di dire), è che “il Bersagliere ha cento penne, ma l’Alpino ne ha una sola”.

Un po’ più lunga, un po’ più mora.

Nozioni basiche quanto indelebili nella memoria, se si pensa che questo canto forse un po’ triste, ma dolcissimo, surrogava quotidianamente la ninna nanna, da zero a tre anni.

Peraltro, si tratta di un canto alpino, ma su questo, oggi, si può sorvolare, privilegiandone il valore pedagogico.

Sicchè – senza falsa modestia – si era preparati a tutte le penne (piume?) che hanno pacificamente invaso Vercelli in questi due giorni, sabato 17 e domenica 18 giugno, per una ricorrenza importante e non solo con riferimento alla vita associativa del Corpo (oggi è una Specialità della Fanteria).

Ricorrono, infatti, in questo 2023, i cento anni (22 giugno) dalla Fondazione della Sezione di Vercelli dell’Associazione Nazionale Bersaglieri: i registri ricordano il nome del Capitano Santino Greppi, ma attorno a lui c’era, naturalmente, tutto un gruppo di commilitoni.

Il 18 giugno, ma del 1836 è, invece, la fondazione del Corpo, per iniziativa di Alessandro La Marmora, Capitano del Reggimento Guardie.

La Sezione di Vercelli è dedicata alla memoria di uno dei più illustri figli di questa terra, martire nel Primo Conflitto Mondiale, dopo essersi meritato due medaglie di bronzo, una d’argento e, infine, nel giorno del supremo sacrificio, si meriterà la Medaglia d’Oro, come le precedenti al Valor Militare, oltre alla Croce al Merito di Guerra.

Si tratta di Giuseppe Paggi.

Sicuramente, un nome tra quelli che più spesso risuonano in città.

Perché a lui è dedicata l’omonima, ora trafficatissima, strada che è la prosecuzione verso il centro di Via Trino.

Ma in pochi a Vercelli ne conoscono la storia, che parla di una vita troppo presto interrotta da una pallottola, mentre, ferito, proprio il 18 giugno 1918, cercava di tenere la posizione, a tutela dei suoi soldati.

Era la Battaglia del Solstizio, di Cà del Bosco.

Giuseppe Paggi era nato il 18 dicembre 1890 a Sali Vercellese, dove era cresciuto in una famiglia contadina.

Poi la “Grande Guerra”, ultimo approdo, per lui come per tanti giovani.

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La Sezione vercellese della Associazione d’Arma che unisce i Bersaglieri conta oltre 100 iscritti che rappresentano la metà di tutti quelli della provincia.

Ha condotto ogni momento delle cerimonie in questi due giorni il Segretario della Sezione e Consigliere regionale dell’Associazione, Paolo Porreca.

Presidente del sodalizio cittadino è Franco Talpo, mentre quello provinciale è Giuseppe Serpetti di Borgo Vercelli.

Presenti anche dirigenti nazionali come il Presidente Onorario, Generale di Corpo d’Armata Benito Pochesci e quello regionale, Francesco Carrù.

Tra o soci illustri della Sezione vercellese, non si può dimenticare l’Onorevole Renzo Franzo; chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, sa che fu sempre orgoglioso di avere servito la Patria come Bersagliere.

 

I due giorni vercellesi sono stati allietati dalle musiche offerte dalla Fanfara dei Bersaglieri dell’Ossola, che si è esibita sabato pomeriggio nel concerto di Piazza Cavour: il nostro video riprende vari momenti della proposta musicale di questa validissima equipe, diretta da Guido Tomà e della loro esperienza ci parla anche la Madrina della Fanfara, Francesca Zanetta

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Vercelli Città

Intanto, bisogna incominciare a dire che ci sono cose così difficili, matasse a tal punto inestricabili, rebus talmente impenetrabili, che, umanamente, non si può chiedere a nessuno di riuscire a sciogliere nodi gordiani.

Tranne che non ci si improvvisi come un novello Alessandro Magno (nota di disambiguazione, a beneficio di Dante: Alessandro Magno non era il padre di Carlo Magno, né lo zio del prete, Gregorio Magno): ma si sa che il gladio è bandito (per il momento, almeno) dalla dialettica politica.

Sicchè, mettiamoci, per un momento, nei panni del Ghiottone.

Come si fa a pretendere che risolva anche questo problema, che angustia (forse) il Pirata, ponendolo di fronte all’ennesimo sgambetto politico, nel crepuscolo della sua maggioranza?

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Dunque, bisogna sapere che, da qualche mese a questa parte, il Ghiottone ha un problema: dove sistemare il Sagacissimo.

L’attuale Vice Sindaco di Vercelli, Massimo Simion, così come più volte anticipato da qualche Trippa per i Gatti, da mo’ sa benissimo che, per lui, il tempo nella Lega è finito.

Nel breve volgere di qualche settimana è riuscito nell’impresa, in verità, non facile per nessuno, sia di tagliare ponti e rapporti con l’Onorevole Emerito di Borgosesia

Leggi qui, ex multis –

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Sia di precludersi completamente ogni strada con il nuovo corso della Lega vercellese e valsesiana, che è dipendente da Novara più o meno come Provolino lo era da Raffaele Pisu.

Come mai il Sagacissimo si è trovato la strada sbarrata anche dai neogaudenziani?

Vai a sapere: magari un giorno o l’altro ci saranno novità.

Per ora, però, bisogna prendere atto della situazione.

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Situazione che, sulla Giunta del Niente, proietta conseguenze forse difficili da gestire, anche in presenza di un ambiente ormai abbastanza assuefatto a qualsiasi decomposizione politica.

Ma andiamo, è d’uopo, con ordine.

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Dunque, rifacendo (per quel che ancora valgono) un po’ di conti, il cubo di Rubik con cui il Ghiottone è chiamato a cimentarsi presenta le seguenti coordinate.

Nella originaria spartizione di posti (2019) quello di Vice Sindaco toccava alla Lega.

E qui l’Emerito di Borgosesia volle fare un bel regalo ai vercellesi: regalò alla città il Sagacissimo.

Negli anni successivi, a più di un vercellese venne in mente qualche pensiero, pur grato per l’intenzione, di garbata critica: ma scusi, Emerito, la prossima volta che vuole farci un regalo, magari pensi a qualcosa di più tradizionale, forse un libro di Sandor Marai, oppure una bottiglia di Barolo chinato.

Ma il Sagacissimo lo tenga pure per sé.

Però, ormai è andata, inutile recriminare e poi, si sa, creanza vuole che a caval donato non si guardi in bocca.

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Con l’avvento del nuovo Segretario provinciale, Daniele Baglione, la Lega ormai è un’entità politica dalla vitalità più o meno assimilabile a quella del bacherozzo succulento caduto nella tela del ragno.

L’aracnide previdente lo tiene in vita con una singolare forma di sedazione conservativa, solo perché resti sempre commestibile: insomma, lo conserva per mangiarlo, ancora abbastanza fresco, un po’ per volta.

I reliquati padani del Capoluogo sanno che, ben che andasse, in una eventuale nuova Giunta di Centrodestra, dal 2024 in poi, a loro spetterebbe (e dovrebbero ancora leccarsi le dita) un solo posto in Giunta e quello sarebbe per Dante.

Sicchè di protestare per avere perso il “Vice Sindaco” a nessuno passa per la mente.

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Ma qualche problema in più pare che l’abbiano i Consiglieri Comunali di Forza Italia.

Di loro si sa che, un certo lunedì di qualche settimana fa (potrebbe essere stato il 29 maggio, ma sinceramente, ci è passato di mente) hanno voluto incontrare il Pirata (si sono radunati in Sala Gruppi, pare alle ore 18) esponendo un Cahier de doléances piuttosto nutrito di cui, per brevità, alleghiamo di seguito una parte, tanto lascia il tempo che trova

 

Dal testo ufficiale manca l’istanza reale e, tutto sommato, unica ad avere (per loro, è ovvio) un senso politico.

Loro (i Consiglieri Comunali di Forza Italia) non si sentono rappresentati, nella Giunta del Niente, da nessuno dei due Assessori che – sulla carta – sono loro attribuiti.

La prima è Ketty Politi e la seconda è Gianna Baucero.

Sulla Politi, però, non hanno tanto fatto la voce grossa, perché tutti sanno che la veterana delle Giunte Corsaro sia rappresentante di Forza Italia sin dal minuto dopo che la buonanima di Silvio Berlusconi fondasse il partito.

Sicchè, è difficile recriminare.

Hanno qualche ragione in più se osservano come Gianna Baucero sia ignara di cose politiche.

Comunque, fatti loro: pare che il Pirata abbia suggerito di convocare un incontro chiarificatore tra i Consiglieri e l’interessata.

Come è andato l’incontro?

Non si sa se sia avvenuto, ma proviamo ad immaginarne l’esordio.

Potrebbe aver preso la parola il Capogruppo, Giorgio Malinverni: buongiorno, Professoressa Baucero.

Gianna Baucero: Ducale.

Malinverni: scusi?

Gianna Baucero potrebbe aver compreso il disorientamento dell’interlocutore per quel saluto singolare e spiegare: lei ha detto “buon giorno” o no? Ora io mi chiedo: potrebbe mai essere un buon giorno senza la Camerata Ducale? Certo che no! Così, per fare prima ed accelerare i tempi, le rispondo direttamente così: Ducale a lei!

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Da qui in poi non è difficile immaginare come potrebbero essere andate le cose, semmai quell’incontro, così diversamente utile, fosse avvenuto.

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Ma resta il problema della rappresentanza politica nella Giunta del Niente, soprattutto in vista delle future elezioni amministrative.

Al momento, Forza Italia si ritiene non rappresentata in Giunta.

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Elezioni che si annunciano con una griglia di partenza ad oggi ancora “aleatoria” (per dirla con il novello Alighieri).

Unica certezza, un listone di Fratelli d’Italia.

Per quanto “one” possa essere, difficile che possa contenere tutti i vecchi, i nuovi e, infine, coloro che sono davvero di Fratelli d’Italia.

E, soprattutto, che abbiano qualche voto da portare, perché va bene sperare nel traino di Giorgia Meloni, ma non si può risolvere così.

Qualcuno sta pensando ad una lista civica idonea a raccogliere esponenti della società civile “di area”.

Dove potrebbero anche trovare posto i più ingombranti tra i neo meloniani: cioè i transfughi che bisogna ricandidare per forza.

Da Romano Lavarino e Mimmo Sabatino a Margherita Candeli.

E uno dice: ma come fanno a candidarsi in una lista civica, se hanno aderito al partito?

Obiezione tutt’altro che peregrina, ma ormai se ne vedono tante che, una più, una meno, quelli che stanno pensando ad una tavanata del genere evidentemente credono di poterla proporre.

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Ma anche in una siffatta compagine, il Sagacissimo pare non sarebbe gradito.

Tra l’altro perché gli si accredita un pacchetto di voti alquanto misero.

E, in effetti, cercando di capire quale potrebbe essere il suo entourage, forse si può scorgere soltanto Linda Barbolan, ma non è neppure detto.

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Dunque, oggi l’unico dato certo (certo lo sarà il 30 giugno, quando scadranno i termini per il tesseramento alla Lega) è che il Vice Sindaco è senza partito.

La Lega non ha più il Vice Sindaco, ma ha anche perso tanti Consiglieri.

Forza Italia protesta che non ha Assessori (che abbia o no ragione di farlo, ma è così).

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Come si vede, un bel rebus, anche per le meningi del Ghiottone, aduse a lambiccarsi con diuturni esercizi e contorsioni tra i meandri politici.

L’uovo di Colombo potrebbe essere, così, rappresentato proprio da quella nuova casacca, confezionata su misura per il Sagacissimo: la casacca di Forza Italia.

Di colpo, il partito avrebbe il Vice Sindaco!

Una strategia che l’astuto tessitore di trame politiche forse vedrebbe percorribile almeno finchè il ruolo di Coordinatore regionale di Forza Italia restasse a Paolo Zangrillo, recentemente promosso Ministro, ma per ora pur sempre lì ad occupare la casella di leader nel partito subalpino.

E’ noto, infatti, che da anni il fratello di Alberto, Medico personale di Silvio Berlusconi si beva tutto quello che il Ghiottone gli propina, ma intanto, per quel che gli può importare di Vercelli, evidentemente a lui va bene così.

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Tutto fatto, dunque?

Non è detto: pare che nemmeno i quattro Consiglieri Comunali di Forza Italia (ricordiamoli: Giorgio Malinverni, Pino Cannata, Jose Saggia, Gianni Marino) vogliano il Sagacissimo.

Variabile alla quale, evidentemente, il Ghiottone non ha pensato o che, forse, non giudica dirimente.

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Dunque, che succederà?

I piani sono due e distinti.

Nella Giunta del Niente, con ogni probabilità non succederà, appunto, niente.

Per la formazione delle liste di candidati al Consiglio Comunale di Vercelli, nel 2024, al momento non si può ancora sapere se e, eventualmente dove, troverà posto il Sagacissimo: l’unica certezza è che non sarà nella lista della Lega.

Da qui in poi, chi vivrà, vedrà.

Posted in Trippa per i gatti

In occasione della 29a edizione della Festa della Musica, l’Associazione Quinta Vox di Vercelli, in collaborazione con la Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali (FeNIARCo), con Associazione Cori Piemontesi (ACP), con l’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Vercelli e con il patrocinio della Città di Vercelli, organizza un concerto-evento dal titolo “La festa si fa canto. Suggestioni corali tra sacro e profano”, che si svolgerà mercoledì 21 giugno, ore 21.00, presso la ex chiesa di San Vittore di Largo d’Azzo a Vercelli.

Il Coro Quinta Vox, diretto dal M° Marco Saveriano, eseguirà pezzi del proprio repertorio di musica antica e rinascimentale, dal gregoriano alla “chanson”, tra monodie e polifonie, frottole e mottetti e alcuni assaggi di contemporaneità, con il prezioso apporto di brani strumentali e senza dimenticare momenti d’atmosfera.

Dopo la recente costituzione dell’Associazione Quinta Vox, l’adesione ad Associazione Cori Piemontesi e FeNIARCo, la partecipazione al concorso regionale Intrecci Corali a Savigliano (CN) lo scorso 14 maggio, il concerto del 21 giugno, primo giorno d’estate, che si inserisce nel contesto di una Festa celebrata con tantissimi eventi musicali a livello regionale, nazionale ed europeo, sarà anche l’occasione per questa nuova realtà associativa, di presentarsi ufficialmente alla Città di Vercelli e a tutti gli appassionati di musica.

L’ingresso è libero e gratuito.

 

Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo

L’attività di camminare in montagna è salutare, divertente e rilassante…questi  motivi non sono sufficienti per programmare una gita in alta quota?

Bene, le guide Siria Moroso e Tanzio Arfino (di Monterosa Promotion e Ravanate Valsesiane) propongono, in aggiunta alla classica escursione, anche un concerto di Handpan e un tramonto da ammirare al termine di una facile camminata adatta a tutti (anche ai bambini)!

L’appuntamento è per sabato 24 giugno a Campertogno (VC) in alta Valsesia alle ore 18:00.

Da qui si partirà alla scoperta delle vie del piccolo borgo, per poi salire verso l’Alpe Argnaccia, dove si potrà assistere a un breve, ma suggestivo concerto di handpan che accompagnerà i camminatori verso il tramonto.

È prevista una “cena al sacco”, a cura di ogni partecipante, che sarà consumata sul punto panoramico dell’alpeggio.

L’handpan è uno strumento musicale che viene suonato con il polso, il palmo e le dita delle mani.

Il suono è metallico ma, rispetto allo strumento da cui prende ispirazione, lo steelpan, risulta più caldo e leggero.

Per suonare l’handpan non esistono regole né spartiti: ogni esecuzione è unica e ciascun artista suona in base alla propria sensibilità.

Campertogno è un paese di circa 200 abitanti, poco distante da Alagna Valsesia.

Certamente il più pittoresco paese dell’intera valle”, così Ravelli lo descrive nella sua guida “Valsesia e Monte Rosa”.

Dal borgo si salirà su una comoda mulattiera fino all’Alpe Argnaccia a circa 1150 metri di altitudine, dove si aspetterà il tramonto, cullati dalle note musicali e consumando la propria “cena al sacco”.

I posti per l’esperienza sono limitati.

L’escursione ha un costo di 20€ a testa (8€ per bambini fino ai 13 anni), che comprendono la camminata con guida escursionistica e la performance con l’handpan.

Si consigliano: scarpe da trekking, pila o torcia, borraccia, eventuali bastoncini da trekking, abbigliamento sportivo, “cena al sacco”.

Per informazioni e prenotazioni, è possibile contattare scrivere a:

siria.moroso98@gmail.com oppure  +39 340 122 4759 (WhatsApp)

 

Redazione di Vercelli

Posted in Società e Costume

Dopo un mese di sosta ritorna l’appuntamento in Piazza Aldo Moro con la mostra scambio Ruggine e, come sempre, con i migliori espositori di oggettistica vintage e bici-auto-moto ricambi.
Ingresso libero per il pubblico con orario ore 8.00-15.00 ca.
Gli espositori entrano dalle 6.30 alle 8.00 ca.
L’evento si svolgerà domenica 25 giugno, un appuntamento pre-ferie per tutti!

In caso di brutto tempo la manifestazione potrà subire annullamenti o modifiche.

Redazione di Vercelli

 

Posted in Eventi e Fiere

Martedì 20 giugno alle ore 21 presso la Biblioteca Civica “Giovanni Canna” di Casale Monferrato si terrà “Il grande romanzo del cinema americano” con il terzo appuntamento del ciclo dal titolo “La morte di Hollywood: tra caccia alle streghe e il pericolo atomico”.

Simone Spoladori, curatore della rassegna, accompagnerà il pubblico nel Dopoguerra che per la società americana fu il tempo delle grandi paranoie.

Verranno esaminati i decenni che vedono l’industria cinematografica entrare in crisi, minacciata dalla diffusione della televisione e dal cambio delle abitudini degli americani.

Tra i registi di cui si parlerà si ricordano i nomi di Alfred Hitchcock, Elia Kazan, Douglas Sirk, Billy Wilder.

Questa fase della storia del cinema sarà contestualizzata nello scenario del boom economico degli anni ‘50, del maccartismo e della Guerra Fredda.

L’appuntamento è stato pensato per appassionati di cinema, gli studenti e per tutti coloro che desiderano conoscere meglio il periodo d’oro dell’industria cinematografica americana.

L’evento è aperto al pubblico e gratuito.

Per ulteriori informazioni:

Biblioteca Civica di Casale Monferrato
tel. 0142-444246
Email: bibliote@comune.casale-monferrato.al.it

Redazione di Vercelli

Posted in Cultura e Spettacolo
Provincia di Vercelli

Dal Libro dell’ Esodo, Cap. 19, 2 – 6

In quei giorni, gli Israeliti, levate le tende da Refidìm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte.
Mosè salì verso Dio, e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: “Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: “Voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa””.

Dal Salmo 99

Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.

Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.

Buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani, Cap. 5, 6 -11

Fratelli, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi.
Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

Dal Vangelo secondo Matteo, Cap. 9, 36 – 10, 8

In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!”.
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

Un popolo “accampato” nel deserto (prima Lettura, Es 19,2-6) e Mosè inviato “dirai…” un Dio che ha ali d’aquila per “trasportare”, un Dio che libera e che interviene per il suo popolo, un Dio che non trascura, che porta al sicuro, come quei nidi sui monti…un Dio che promette e mantiene, che ha stipulato una alleanza, non un trattato, ma un rapporto da persona a persona, con un popolo libero.

Il popolo scelto come atto d’amore, atto di grazia che è missione: annunciare Dio e la sua volontà di salvezza per tutti i popoli.

Dio chiama e sollecita, ma lascia libertà e scelta.

E allora si eleva un canto di rendimento di grazie, di gioia, una lode a Dio: il Salmo 99 ci parla della fede nel Signore buono, che ama di un amore eterno, un Dio unico che non abbandona.

Obbedire al disegno di Dio: quanto è importante per l’uomo questo.

Un disegno di amore per l’uomo e, spesso, questo uomo non riesce a scorgerlo.

Il salmista invita tutti i popoli ad acclamare e riconoscere Dio, a servirLo con la gratitudine di chi si sente amato e salvato. Un gregge condotto su pascoli buoni e verdeggianti, perché il pastore buono, per il suo popolo, sceglie i pascoli migliori.

E quelle pecore, rimaste senza pastore, suscitano “compassione” in Gesù. (Vangelo di S.Matteo, 9,36-10,8).

Quella folla “smarrita”, “stanca” e “sfinita” che non trova pascoli, che va errante, che ha “perso” il pastore… “smuove” il cuore del Pastore.

Smuove… scuote… suscita compassione.

Compassione: un dolore per il dolore, una sofferenza per la sofferenza.

Gesù ha “compassione” per quella folla, immensa, abbondante, senza pastore e senza agricoltore che si prende cura di lei.

Una folla smarrita e confusa.

Messe sconfinata e sterminati campi, germogli che devono spuntare, gemme che devono sbocciare, erbacce da estirpare, campi da curare, infiniti, che possono far spuntare raccolti abbondanti…

E gli operai?

La messe è molta… gli operai pochi…

Il Vangelo ci parla degli Apostoli. Una parola “nuova”, importante.

Chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli” (Lc 6,13)

Apostolo significa inviato, ossia rappresentante con gli stessi poteri di chi lo invia.

Vita comune ed invio, predicazione.

Una “istituzione” che nasce dalla “compassione” per quella folla stanca e smarrita, una compassione che ha bisogno di creare “comunità ed unità”.

Nell’Antico Testamento Dio si serve dei Profeti, ora Gesù si serve degli Apostoli; una “idea nuova” quella di Gesù: costituire la Chiesa, il nuovo popolo di Dio.

Belle le parole di Gesù, cariche di quella compassione che è chinarsi sulle fragilità dell’uomo, che è prenderle su di sé per lenirle, per guarirle, per sollevarle, una “compassione” che è per tutti.

Gesù è preciso: “predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”, abbiate compassione di tutti gli uomini, di tutte le loro sofferenze, di tutte le lacrime, di tutte le solitudini, di tutte le aridità, di tutte le impurità, di tutti i cuori sanguinanti, di tutte le stanchezze, di tutti i mali di tutte le paure…di tutti i peccati. Di tutte le persone.

Sollecitudine.

Gratuità.

Compassione.

Passione di vicinanza.

Un verbo splanchnizomai che è un verbo di “movimento”.

Andate, gettate quel seme, coltivate e mietete quel grano, una messe abbondante.

Parlate a mio nome.

Prendetevi cura dell’uomo, come ha fatto Dio.

Abbiate le mie gambe, le mie braccia, la mia voce.

Operai nella messe, uomini e donne di compassione.

In quella messe sterminata, in quelle zolle, in quella erba incolta, in quel terreno che ha bisogno di acqua e di lavoro… Dio vede già i frutti, i fiori, le spighe di grano, maturo, abbondante, che biondeggia al sole…

Dio ha occhi di compassione, ha “visioni” di frutti, di spighe, di grano maturo, ha le “viscere scosse” per l’uomo.

Una “messe abbondante”, il grano maturo, gli uomini “maturi”.

Dio ha tenerezza per l’uomo.

Dio ha uno sguardo “positivo” sull’uomo, “vede” la messe abbondante.

E anche noi impariamo a “vedere” con gli occhi di Dio: abbiamo ricevuto e diamo.

Gli apostoli hanno “visto” e “conosciuto” la gratuità dell’Amore ed anche noi “pur non avendo visto” crediamo e doniamo, con generosità, gratuità, chinandoci verso gli altri, testimoniando, facendo muoverci da quella compassione che non ci “lascia fermi”, ma ci fa annunciare.

Operai chiamati per nome, ciascuno ed ognuno, anche noi siamo “chiamati”, non una massa qualunque, ma ognuno di noi, in quei campi dove c’è tanto lavoro, dove il grano va raccolto, dove le spighe attendono abbondanti.

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Vercelli Città

(Stefano Di Tano, per Vercelli Oggi, 16 giugno).  Veloci, scoppiettanti, coloratissime e affascinanti, le oltre 500 auto storiche iscritte alla Mille Miglia 2023 hanno catturato l’attenzione e l’affetto di migliaia di spettatori vercellesi disseminati sul lungo percorso compreso sulle regioni di Lombardia e Piemonte che sempre si sono distinte per questo genere di manifestazioni.

A Vercelli, alcuni anni fa si svolse una analoga rassegna vissuta con grande partecipazione di vetture ed equipaggi che si sono presentati in grande stile per ricevere l’applauso nelle vie cittadine, ma soprattutto concludendo il tour bicciolano sulla verdissima promenade del Viale Garibaldi, arricchita da un lussuoso red carpet  brulicante di folte ali di cittadini di ogni età.

Allo stesso modo, da Via Trino, Via Paggi, Corso Fiume e Piazza Roma, la lunga colonna della Mille Miglia ha ricevuto venerdì 16 giugno il gioioso “Benvenuto a Vercelli” da parte di migliaia di persone assiepate lungo tutto il percorso, per confluire poi sul piazzale davanti la Basilica di S. Andrea dove era situata la “Postazione Controllo Timbro” per la registrazione dei partecipanti.

Brillante e simpaticissima la presentazione di ogni Auto e dei rispettivi conduttori, effettuata con innata competenza e preparazione dal dott. Pierluigi Pensotti speaker ufficiale della tappa vercellese.

Ammirate festosamente tutte le auto rombanti al loro passaggio, con evidente impegno, curiosità e soddisfazione, specie per le favolose “Ferrari” senza nulla togliere alla bellezza delle altre italiane e le straniere d’epoca, dalle Mercedes alle VolksWagen, dalle Austin Morris alle francesi, alle olandesi, polacche, americane, ecc. ecc. con i rispettivi conduttori provenienti da tutto il mondo, persino dal Giappone, Svizzera, Sud Africa, Svezia, Romania, Italia, Irlanda e Principato di Monaco.

Un discorso a parte, per le italianissime veterane “Balilla” ed altri storici esemplari usciti dalle Officine della FIAT, Lancia, Maserati, Lamborghini:  auto dei sogni, auto che hanno scritto il nome di ITALIA sulle piste più famose del globo, guidate dai super-eroi del volante europei e sud-americani.

Le immagini di questo nostro servizio giornalistico non possono che rappresentare un necessario riassunto visivo del bellissimo spettacolo offerto alla popolazione del territorio vercellese, grazie alla organizzazione congiunta dell’Automobil Club, il Comune, Ascom Vercelli, Fondazione Cassa di Risparmio, ed il sostegno di Gruppo Marazzato (presente con alcuni suoi Veicoli Storici da Trasporto), Arti Grafiche Gallo, AIOS, Gruppo Gammastamp, MOVECO, ReLife Srl, Gruppo Autotorino.

Proseguendo su Via Galileo Ferraris (in senso contrario alla norma), la Mille Miglia ha raggiunto tra scatti e frenate, clacson e sbandieramenti vari, la Grand Place Camillo Cavour per l’ultimo saluto ufficiale in pieno Centro Città.

Lo attendevano numerosi giornalisti, testate radio televisive e il pubblico residente nelle vie della moda e dei negozi qualificati, nelle piazze del commercio e dell’economia.

Dopo le ore 18 abbiamo inseguito ancora gli ultimi partecipanti in corsa fino alla periferia Est di Vercelli, nei pressi della ex-Caserma Garrone, del Torrente Cervetto e del Fiume Sesia:  per questi, ancora una breve corsa  verso la città dei Pavesini dove altrettanto successo e simpatia attendevano la colorata kermesse internazionale.

Un bel ricordo, unito ad una giornata estiva che ha mostrato a migliaia di visitatori stranieri alcune bellezze incantevoli del nostro patrimonio storico, architettonico e religioso che è stato “immancabilmente” notato ed apprezzato, fotografato e applaudito (Basilica, Duomo, Piazza Cavour).

Grazie”…. alla Mille Miglia 2023 che ha portato Vercelli in vetrina ed ha divertito i nostri concittadini con una occasione veramente straordinaria.

Redazione di Vercelli

 

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